Associazione dei Ginecologi Italiani:
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Scheda pratica

Con la consulenza del Professor Roberto Sposetti

  • Esistono due tipi di diabete. Il diabete di tipo I è dovuto a un'insufficiente produzione di insulina, l'ormone prodotto da parte delle cellule beta del pancreas, e deputato a mantenere il livello degli zuccheri (glucosio) nel sangue nei limiti di norma ; il diabete ditipo II è dovuto a un ostacolo nel passaggio degli zuccheri nel sangue, anche in presenza di una quantità sufficiente di insulina. Il diabete gestazionale rientra in questa seconda categoria. Come dice la parola stessa, è una forma di diabete che compare in gravidanza, in particolare nel secondo o terzo trimestre, ed è dovuto alla produzione di un ormone da parte della placenta, l'ormone lattogeno-placentare, che va ad influenzare l'attività dell'insulina. Nella gravidanza fisiologica, l'aumento della secrezione di insulina, da parte del pancreas, mantiene l'equilibrio glicemico; quando questo non si verifica, perché il pancreas non è in grado di aumentare la secrezione di insulina, si ha l'aumento dei valori della glicemia e quindi la comparsa del diabete gestazionale. L'ereditarietà è un fattore predisponente. La situazione rientra normalmente dopo un mese o due dal parto, indipendentemente dall'allattamento.

  • Il diabete gestazionale insorge senza dare segni di sé, ma è una condizione molto pericolosa perché può portare a parto prematuro, malformazioni o morte fetale in utero. L'iperglicemia, cioè l'aumento del tasso di zucchero nel sangue, fa infatti aumentare il volume del feto (macrosoma) che rischia così di arrivare alla nascita con un peso superiore ai 4,5 chili. Questo comporterebbe alla donna una difficoltà oggettiva di partorire per via vaginale e potrebbe essere indicato il taglio cesareo. Se comunque il diabete è controllato con un'adeguata terapia, si può permettere alla donna di partorire naturalmente, per via vaginale. È importante dunque riconoscere per tempo questa patologia.

  • Per diagnosticarlo per tempo, esiste uno specifico test eseguibile intorno alla 24°-26° settimana di gestazione e chiamato minicarico orale al glucosio. Si fa un prelievo di sangue a digiuno, si misura la glicemia, si danno da bere alla gravida 50 grammi di zucchero sciolti in un bicchiere d'acqua e dopo un'ora si ripete il prelievo. Se al secondo prelievo il dosaggio della glicemia supera i 140 mg/dl, c'è il sospetto di diabete gestazionale. La certezza viene da un ulteriore esame, il carico orale di glucosio completo (OGTT), che consiste nel raddoppiare la dose di glucosio contenuta nell'acqua ripetendo quattro prelievi a distanza di un'ora l'uno dall'altro. Se almeno due di questi quattro valori sono fuori scala, si parla di diabete gestazionale. Poiché la frequenza di tale patologia è relativamente alta ( circa il 4% di tutte le donne), il test di screening, cioè il minicarico di glucosio, lo devono fare tutte le gravide che non abbiano già un diabete. Se il test risulta positivo, devono poi eseguire la curva da carico orale completa.

  • La terapia è inizialmente basata sulla correzione dello stile di vita, con aggiustamenti dietetici e un incremento dell'attività fisica. Se questo non si rivela sufficiente, si passa alla somministrazione di insulina per via endovenosa. Da questo momento in poi, la gestante viene seguita, oltre che dal ginecologo, anche dal diabetologo, anche perché statisticamente le donne che incorrono nel diabete gestazionale hanno maggiori probabilità di soffrire di diabete di tipo II, a distanza di 5-10 anni dopo il parto.

  • Il diabete gestazionale si può prevenire, soprattutto in caso di familiarità, modificando i fattori correggibili (obesità, ipertensione, iperlipemia , eccessivo aumento di peso nel corso della gravidanza) con uno stile di vita adeguato, che comprenda una dieta equilibrata e una regolare attività fisica. A questo proposito alla fine del 2007 è stato stilato, nell'ambito del Progetto DAWN (Diabetes Attitudes, Wishes and Needs), il “Decalogo del Barometro sul Diabete e Attività Fisica in Italia”. Nel decalogo si legge che: la sedentarietà e una cattiva alimentazione predispongono all'insorgenza delle moderne malattie croniche: obesità e diabete di tipo 2; un sano stile di vita è in grado di prevenire o ritardare l'insorgenza del diabete di tipo 2 ed è un mezzo terapeutico efficace al pari della terapia farmacologica; nelle persone con diabete di tipo 1 contribuisce, unitamente alla terapia farmacologia, a un consapevole miglioramento nella gestione del controllo metabolico, del benessere psico-fisico e dell'autostima; un sano stile di vita prevede l'accumulo giornaliero di almeno 30 minuti di attività fisica di intensità lieve/moderata; per ottenere maggiori benefici è necessario un impegno complessivo di 60 minuti in attività fisica a intensità moderata/ intensa nell'arco della giornata; qualora non sussistano controindicazioni, è auspicabile integrare all'esercizio aerobico (camminata, nuoto, corsa, bicicletta) l'esercizio di forza (pesi) unitamente a esercizi per la flessibilità (ginnastica a corpo libero); l'integrazione tra l'attività fisica nel tempo libero e l'esercizio fisico supervisionato e controllato è la condizione ideale per ottenere i massimi benefici. 


[Milano, febbraio 2009]

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