Associazione dei Ginecologi Italiani:
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Scheda pratica

Con la consulenza del Professor Nicola Natale

  • Oggi la tecnica più sicura ed efficace per il parto indolore è l'analgesia epidurale. Consiste nell'iniezione di sostanze anestetiche tra due dischi vertebrali, allo scopo di togliere la sensibilità dolorifica dalla vita in giù. Questo comporta una riduzione o una scomparsa della sensazione dolorosa che contraddistingue il travaglio. È una tecnica conosciuta e applicata da decenni nel mondo anglosassone, in Italia si sta affermando solo negli ultimi anni.

  • Spetta al ginecologo informare la donna su questa opportunità. E se la futura mamma decide di avvalersi dell'epidurale, qualche settimana prima del parto verrà invitata a incontrare l'anestesista per una visita preliminare, un colloquio informativo sulla procedura e l'esecuzione di alcuni esami atti, in particolare, a verificare la predisposizione a coaguli di sangue.

  • I possibili effetti collaterali dell'epidurale sono: leggera cefalea nei giorni successivi al parto, rallentamento della ripresa della sensibilità delle gambe nelle ore successive al parto, piccole raccolte di sangue nelle donne con problemi di coagulazione.  Il bambino non corre rischi, se non nei casi in cui si debba aiutare la sua discesa nel canale del parto: in questo caso la (benché minima) riduzione della contrazione muscolare conferita dall'epidurale può rallentare questa manovra.

  • La diffusione dell'epidurale in Italia è ancora a macchia di leopardo: alcune strutture la fanno sporadicamente, altre la garantiscono 24 ore su 24, altre ancora non la fanno proprio. Si è ancora ben lontani dall'avere un panorama nazionale omogeneo.

  • È attualmente al vaglio degli esperti un'alternativa naturale basata su una tecnica di agopuntura, eseguibile dalle ostetriche in corso di travaglio. Consiste nell'iniezione di una soluzione fisiologica (acqua e sale) in punti precisi del corpo stabiliti dalla medicina cinese. Ha una certa efficacia ma non paragonabile a quella dell'analgesia epidurale, perciò a questo proposito è preferibile parlare di “ipoalgesia” (riduzione, e non eliminazione, del dolore). 


[Milano, febbraio 2009]

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