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Verso uno “spazio sanitario europeo”

Vania Cirese, Responsabile Ufficio legale Aogoi

Il Commissario europeo per la Salute e la politica dei consumatori, Tonio Borg, ha più volte spiegato che il diritto alla libera circolazione nei paesi UE è nell'interesse dei pazienti, che devono poter accedere a cure sicure e di qualità in tutta Europa, al di là della loro nazionalità. Ma i sistemi sanitari dell'Unione sono tenuti a offrire un'assistenza adeguata anche attraverso la formazione continua degli operatori sanitari (medici, infermieri, specialisti) e il monitoraggio costante della qualità dei presidi, delle strutture e del personale preposto alle cure.

L'impegno della Commissione Europea per una Direttiva Sanità rappresenta una tappa fondamentale sul cammino che porterà alla costruzione del mercato unico europeo e all'elaborazione di una politica europea della sanità. Seppure scelte importanti devono ancora essere affrontate a livello nazionale.
La sanità da sempre ha richiesto scelte e politiche collettive: la diffusione della conoscenza, la promozione della ricerca, la partecipazione attiva della cittadinanza, dialogo e scambio di esperienze. In questo quadro le iniziative che possono sostenere questo processo sono la base della democrazia europea.

La Commissione Europea e il Parlamento Europeo ritengono che l’Unione Europea debba compiere progressi più ambiziosi in particolare attraverso la disseminazione del diritto alla salute e delle altre politiche dell'Unione come la ricerca, la tutela dei diritti dei pazienti, lo spazio di libertà e giustizia, il monitoraggio degli eventi avversi, l'assicurazione obbligatoria delle strutture, la sicurezza ed efficienza nell'erogazione delle cure. Il riconoscimento di un ruolo delle Istituzioni dell'UE si manifesta sia nella responsabilità per la politica sanitaria, sia nell'obbligo di provvedere affinché il più alto livello di tutela della salute si concretizzi in tutte le politiche dell’Unione, incrementando il valore aggiunto delle scelte nazionali.
Se gli Stati membri sono responsabili per l'organizzazione e l'offerta di servizi sanitari al loro interno, l’Unione Europea ha il compito di assicurare il coordinamento e l’integrazione delle politiche nazionali.
I sistemi sanitari nazionali si stanno evolvendo, sotto la spinta del progresso tecnologico, dell'evoluzione sociale, demografica, politica.

Uno Spazio Europeo della Sanità sta già prendendo forma. La costruzione di un Sistema Sanitario Europeo, basata su principi condivisi, richiede di intraprendere e promuovere le iniziative che possono favorirne la formazione degli specialisti, cercando nei progetti di eccellenza lo spunto e le idee che maggiormente possano contribuire all’o biettivo comune. In questo quadro, a fronte di aspettative e bisogni comuni a tutti i cittadini e pazienti degli Stati dell’U nione, è imperativa la costruzione di un sistema sanitario europeo integrato. A fronte di un obiettivo comune - salute dei cittadini e la tranquillità dei medici sul posto di lavoro - persistono tuttavia differenti modalità di regolazione ed erogazione delle cure nei vari Paesi europei. Gli ostacoli sono diversi: insufficienti risorse per la prevenzione, investimenti inadeguati in ricerca, la non uniforme attenzione agli standard qualitativi raggiunti dalle strutture sanitarie, la mancanza di coperture assicurative adeguate e un sistema di monitoraggio dei rischi.

Un network europeo di strutture d’eccellenza. È prevedibile che in futuro si assisterà ad una maggiore specializzazione delle strutture sanitarie, suddivise fra centri di diagnosi e prevenzione e centri di cura ad elevata specializzazione. Se i primi potranno essere presenti in modo diffuso sul territorio, è realistico immaginare che i secondi si organizzeranno come network a livello europeo.
Le possibilità che una rete di strutture di ricerca offre sono evidenti ove ciò possa consentire di osservare fenomeni che si ripetano e la cui conoscenza possa arricchirsi dal confronto aprendo nuove prospettive per lo studio e la prevenzione.
Uno Spazio Europeo della Sanità può offrire l’opportunità di risolvere problemi anche organizzativi oggi esistenti, collegando e veicolando le idee fra clinica e ricerca, tra operatori sanitari ed amministratori delle strutture ma devono essere rispettate alcune condizioni. A partire da un ripensamento della struttura dei sistemi sanitari e da un maggiore impegno nel finanziamento della prevenzione e della ricerca erogabile, assumendo nel dibattito politico nazionale, un approccio europeista.
Inoltre occorre garantire la tranquillità degli operatori sanitari in un contesto lavorativo efficiente e sicuro con un sistema di monitoraggio, prevenzione, riduzione dei rischi e degli eventi avversi, coperture assicurative adeguate. Le criticità ancora oggi da affrontare sono molteplici, del resto è l’evoluzione tecnico-scientifica, demografica ed istituzionale stessa ad imporre una revisione continua delle soluzioni che hanno consentito di far evolvere i sistemi sanitari sino alla configurazione odierna.
Alcuni problemi sono risolvibili a livello europeo in modo unitario, altri a livello nazionale anche attraverso soluzioni diverse, purché orientate in senso coerente. La centralità di un approccio europeo ai problemi della sanità, in tema di erogazione di prestazioni e del loro finanziamento si deve tradurre in confronto fra soluzioni ed esperienze.

L’investimento europeo in sanità. Non dimentichiamo che un investimento europeo in prevenzione e Sanità può portare numerosi benefici, non solo in termini di Salute, ma anche dal punto di vista economico. È dimostrato come gli investimenti in Sanità siano in grado di generare il 20-30% in termini di rendimento e produttività pro-capite. Tuttavia è importante interrogarsi su cosa la Sanità possa fare per il buon funzionamento del mercato, e non solo vice versa. Una soluzione europea può delinearsi, e la direzione che le iniziative europee stanno prendendo testimonia che oggi sembra prendere forma uno spazio ove una competizione “ regolamentata” renderà disponibili soluzioni diverse, nel rispetto del principio del pari diritto di accesso ai servizi sanitari essenziali. Ciò potrebbe consentire di ampliare lo spazio per una competizione virtuosa, in grado di salvaguardare i caratteri di accessibilità, qualità, efficienza, sicurezza a tutti i cittadini europei.

È bene ricordare che la circolazione dei professionisti sanitari e dei pazienti, se organizzata, può agire come volano dello sviluppo della Sanità. La mobilità costituisce uno strumento prezioso ma che non può essere isolato dal contesto in cui la mobilità si sviluppa e dalla presenza di un progetto culturale e scientifico in grado di scongiurare la perdita di conoscenze e saperi, la “fuga dei cervelli” dall’Italia e dall’Europa.

Un’occasione che non possiamo mancare. Ciascun Paese Europeo può cogliere le opportunità che la creazione di un Mercato Unico della Sanità offre: condizione essenziale è anteporre la costruzione del nuovo ordine alla tutela aprioristica degli equilibri nazionali oggi vigenti. Si tratta di comprendere quale ruolo i sistemi sanitari nazionali saranno chiamati a ricoprire nel nuovo quadro istituzionale in definizione, e al tempo stesso si pone con urgenza il problema di individuare la forma, le finalità e le regole che il Sistema Sanitario Europeo farà proprie. Appare chiaro che sarà sempre più difficile che ciascuno Stato membro possa essere in grado, indipendentemente e autonomamente, di rispondere alle sfide del futuro.

La creazione di un Sistema Europeo della Sanità costituisce al tempo stesso l’occasione per ridurre gli squilibri oggi esistenti fra le diverse aree dell’U nione e all’interno dei sistemi nazionali stessi, evitando l’insorgere di disequilibri che potrebbero rivelarsi crescenti fra Paesi membri. L’Europa dovrà assumere un ruolo fondamentale per governare questo processo, orientandolo verso l’estensione dei diritti fondamentali anche oltre i propri confini. Nell’area della ricerca, delle cure di altissima specialità, c’è già oggi lo spazio per la nascita di un sistema sanitario europeo sovraordinato rispetto a quelli degli Stati membri, formato da istituti di eccellenza accreditati a livello europeo: l’armonizzazione del mercato può porre le basi perché sia possibile avviare progetti di cooperazione rafforzata, da strutturare attorno ad un’Authority europea ed orientati verso un obiettivo condiviso: la tutela dei pazienti e la serenità dei medici sul lavoro.

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