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Cefalea cronica. Una legge la riconosce come “malattia invalidante”. Primo sì unanime alla Camera ora il testo passa al senato

23 aprile 2019 – Oltre a identificare le diverse forme di cefalea rientranti nella definizione di malattia sociale invalidante, il testo prevede anche una serie di progetti finalizzati a sperimentare metodi innovativi di presa in carico delle persone affette da cefalea. IL TESTO 

Via libera all'unanimità il 19 aprile scorso dall'Assemblea della Camera, al testo unificato del disegno di legge per il riconoscimento della cefalea cronica come malattia invalidante.
 
Il testo unificato dei due disegni di legge presentati, rispettivamente, da Arianna Lazzarini (Lega) e Giuditta Pini (Pd), punta innanzitutto a riconoscere la cefalea cronica come malattia sociale quando si presenta nella seguenti forme:
a) emicrania cronica e ad alta frequenza;
b) cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici;
c) cefalea a grappolo cronica;
d) emicrania parossistica cronica;
e) cefalea nevralgiforme unilaterale di breve durata con arrossamento oculare e lacrimazione;
f) emicrania continua. 
 
Inoltre si prevede che, con decreto del Ministro della salute, previa intesa in sede di Conferenza Stato Regioni, saranno individuati progetti finalizzati a sperimentare metodi innovativi di presa in carico delle persone affette da cefalea. Il testo passa ora all'esame del Senato.
 
"Per tre legislature si è cercato di portare questo disegno di legge all'attenzione di quest'Aula ed è per questo che oggi finalmente è un giorno molto importante, perché, è vero, è un primo passo, nel senso che oggi sanciamo il riconoscimento dell'emicrania cronica, la cefalea cronica quotidiana, la cefalea a grappolo cronica, la cefalea nevralgiforme unilaterale, l'emicrania parossistica cronica e l'emicrania continua come malattia invalidante - ha commentato in Aula Giuditta Pini (Pd) -. È un lavoro, appunto, molto importante, che servirà per fare diagnosi, anamnesi e cure corrette. In questi anni, nel nostro Paese si sono sviluppati in quasi tutto il territorio degli importanti centri cefalee nel nostro Servizio sanitario nazionale, che sono composti da vari specialisti, neurologi, farmacologi, e hanno delle competenze specifiche assolutamente fondamentali; ed è stato giusto inserirli e nominarli all'interno della legge, perché sono le persone a cui è giusto mandare chi soffre di questa patologia, perché possa essere curato e seguito in modo appropriato".
 
"Gli studi parlano chiaro: la cefalea primaria è tra le patologie maggiormente diffuse in Italia e nel mondo, e nella scala delle malattie invalidanti del genere umano è salita recentemente dal terzo al secondo posto. A certificarlo è l'Organizzazione mondiale della sanità, sulla base di dati raccolti nel rapporto GBD 2017, ossia lo studio annuale più completo sui trend di salute mondiale, Global Burden of Disease - ha commentato Arianna Lazzarini (Lega) -. Non possiamo attendere oltre: la cefalea primaria cronica deve uscire dal cono d'ombra che inspiegabilmente continua ancora oggi a renderla una patologia invisibile agli occhi delle istituzioni e della generalità di quanti non ne sono colpiti. Abbiamo il dovere di dare un segnale, abbiamo il dovere di prendere atto delle gravi condizioni di salute in cui versano gli individui che soffrono di questa patologia, abbiamo il dovere di riconoscere che la cefalea primaria cronica è una malattia sociale".
 
G.R.

 

 

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