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Congresso 2016. Medici e giornalisti: una ‘alleanza terapeutica’, per la buona salute dell’informazione

12 ottobre 2016 - Al congresso nazionale Sigo-Aogoi-Agui si parlerà anche di Comunicazione e divulgazione medico-scientifica. Un argomento che raramente viene affrontato nelle aule dei congressi medici, ma che negli ultimi anni ha acquisito sempre maggiore importanza tanto da convincere il Comitato Scientifico ad inserirlo nel panel della manifestazione.

 

L’incontro/dibattito su “La comunicazione scientifica: nuovo ruolo e nuove responsabilità per le società scientifiche”, in programma martedì 18 ottobre nella Sala Tarragona dell’Ergife Palace Hotel, dalle 11,30 alle 13, verterà sugli aspetti della comunicazione interna ed esterna alle nostre Società Scientifiche, sul rapporto tra mass media e informazione medica e sul nuovo ruolo che le società scientifiche possono svolgere per una corretta azione di informazione/comunicazione sanitaria e divulgazione scientifica, anche attraverso una collaborazione sempre più stretta con il mondo del giornalismo specializzato e non.

Interverranno, come moderatori Carlo Sbiroli e Mauro Boldrini, relatori saranno Arianna Alberti, coordinatrice editoriale di GynecoAogoi, Maria Elena Bonaccorso dell’ANSA-Sanità, Daniela Minerva Direttore di RSalute de La Repubblica, il prof. Fabio Parazzini ricercatore dell’Università di Milano e Lorella Salce, capo ufficio stampa dell’ IRCCS-IFO. 

Da anni all’interno delle nostre società scientifiche si discute sulla comunicazione medico-scientifica con l’obiettivo primario di promuovere i flussi informativi e l’aggiornamento pratico scientifico. E in particolare si è visto che oggi è sempre più necessario misurarsi con l’informazione globale, con l’interattività e soprattutto con la possibilità di disporre in tempi brevissimi di contributi multimediali diversi.

Nell’epoca di internet, della connessione permanente, dove “tutto deve essere qui, adesso, senza tempi intermedi, senza soste” è importante che le notizie giungano al lettore rapidamente, altrimenti finiscono bruciate da altri mezzi di comunicazione. Questo vale non solo nel campo della cronaca, ma anche in quello della comunicazione clinico-scientifica.

Va anche detto però che la comunicazione nell’era digitale (pur con tutte le straordinarie opportunità offerte dal web 2.0) può facilmente scivolare nella superficialità e approssimazione, il che mal si concilia con una informazione ‘seria’ che, per essere veramente tale, va mediata, approfondita, discussa.

Questo è tanto più vero per il giornale di una società scientifica che deve nutrirsi di un sapiente mix di curiosità, riflessione e approfondimento per poter trasmettere ai propri lettori informazioni certe e discusse. Per questi motivi da luglio GynecoAogoi è stato trasformato in un bimestrale di approfondimento e si è dato vita ad una newsletter, AogoiLetter, che è inviata per posta elettronica, ogni settimana, a circa 12mila ginecologi italiani (soci Aogoi e non). 

L’incontro/dibattito di martedì 18 ottobre affronterà questi temi, con il duplice obiettivo di: a) migliorare e valorizzare la comunicazione all’interno e all’esterno delle nostre società scientifiche; b) cercare di identificare le modalità e gli strumenti più innovativi per trasmettere meglio le informazioni. 

Si discuterà principalmente del rapporto tra Medicina e Informazione. Inutile sottolineare quanto sia importante per un medico saper ben comunicare. E quanto questo aspetto sia centrale ai fini della scelta terapeutica e della consapevole, informata partecipazione/adesione del paziente alla ‘decisione terapeutica’.

Una cattiva, inadeguata informazione, è una delle principali cause della sfiducia di molti cittadini-pazienti nella scienza medica (che può arrivare al punto, come abbiamo visto nella cronaca recente, di rifiutare le cure tradizionali salva-vita per intraprendere la via delle cure cosiddette ‘alternative’).  

Altrettanto importante è la comunicazione all’interno della comunità scientifica: si pensi a quanto sia fondamentale promuovere e favorire la circolazione delle esperienze e la condivisione delle conoscenze. 

Il ruolo e la responsabilità dei mass media nel veicolare l’informazione medica, e più in generale della comunicazione/divulgazione medico scientifica, è forse uno degli aspetti più discussi quando si affronta il capitolo della comunicazione in sanità.

Molte volte a torto, ma molto spesso a ragione, i mezzi d’informazione sono accusati di fare “cattiva” informazione: un’informazione superficiale ‘raffazzonata’, fuorviante o poco indipendente dai molteplici interessi che ruotano attorno alla sanità (economici, ma anche professionali ed etico-religiosi), quando non troppo condizionata dalle opinioni e dal mercato. Accusa rivolta, a volte a torto altre volte a ragione, anche alla comunità scientifica.

Uno dei compiti importanti che spetta alle società scientifiche è certamente quello di stabilire e promuovere costantemente un dialogo tra mondo medico/comunità scientifica e media. Per questo, è stato chiesto a due giornaliste di grande spessore e grande esperienza nel campo della comunicazione sanitaria e medico scientifica di aiutarci a capire il discrimine tra ‘buona’ e ‘cattiva’ informazione e quali sono gli ingredienti necessari a fare della buona comunicazione e informazione sanitaria rivolta al grande pubblico, alla generalità dei cittadini. Che poi, come tutti noi, sono anche pazienti.

Non mancate questa breve, interessantissima full-immersion nel mondo complicato (pieno di trappole e insidie) dell’informazione medico-sanitaria rivolta ai cittadini, che ci aiuterà non solo a capire meglio il ruolo e la responsabilità dei mass media in questo ambito, ma anche il nostro ruolo e la nostra responsabilità come società scientifica nel migliorare il dialogo e la comunicazione con il mondo dei media.

 

Carlo Sbiroli

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