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Covid. Ecdc: “Quattro europei su 10 non sono ancora vaccinati. Il rischio di una nuova impennata entro novembre è molto elevato”

2 ottobre 2021 - In alcuni Paesi la percentuale di vaccinati è ancora più bassa e per questi il rischio di un aumento vertiginoso dei contagi in caso di allentamento delle misure di prevenzione e contenimento e di un ulteriore ritardo nelle vaccinazioni è altissimo. Per i paesi con percentuali più alte (tra questi l’Italia) il rischio è più basso ma non va abbassata la guardia. IL RAPPORTO

Ormai nella Ue più del 99% dei nuovi casi di Covid è provocata dalla variante Delta del virus che si conferma più infettiva rispetto ai ceppi virali che l’hanno preceduta. Lo rileva oggi l’Ecdc in premessa al suo nuovo report di valutazione del rischio di circolazione della SARS-CoV-2 nei paesi dell’Unione e tra quelli dell’area SEE.
 
La buona notizia è che, scrive l’Ecdc, “la vaccinazione completa evidenzia comunque un’azione altamente protettiva contro gli esiti gravi dell’infezione come il ricovero in ospedale, il ricovero in terapia intensiva e la morte”.
 
E in questo senso non c’è dubbio che “i vaccini attualmente disponibili hanno svolto un ruolo cruciale nel limitare la circolazione virale e, in particolare, nel limitare l'impatto delle infezioni da variante Delta”.
 
Ma qui finiscono le buone notizie perché nel suo report l’Ecdc rimarca come, nonostante i 565 milioni di somministrazioni di vaccino finora erogati la media di persone vaccinate a ciclo completo rispetto alla popolazione totale (compresi i target che non possono accedere per età o altre casistiche alla vaccinazione) sia solo del 61,1%, con punte addirittura inferiori al 20%.

Per questo l’Ecdc traccia alcuni scenari di possibile rischio futuro da qui a novembre suddividendo i Paesi europei in base ai loro livelli attuali e previsti di copertura vaccinale per la popolazione totale (basso <45% popolazione totale; media 55-65% popolazione totale; alto >75% popolazione totale).
 
La valutazione dell’Ecdc si basa sui seguenti elementi: i) i vaccinati hanno una minore probabilità di infezione e ii) un impatto di tale infezione inferiore rispetto ai non vaccinati, mentre iii) la popolazione vulnerabile subisce un impatto maggiore in caso di infezione, rispetto al popolazione generale.
 
Sulla base delle proiezioni dei modelli, della circolazione del virus e del carico di malattia da qui alla fine di novembre 2021, l’Ecdc prevede:
• I paesi con una copertura vaccinale COVID-19 pari o inferiore all'attuale livello medio dell'UE nella popolazione totale e che stanno pianificando di allentare gli interventi non farmaceutici (NPI) hanno un alto rischio di subire un aumento significativo di casi, ricoveri e mortalità da ora fino a la fine di novembre 2021. In tale scenario, a causa della circolazione molto elevata del virus, anche le popolazioni vulnerabili completamente vaccinate sono a rischio di contrarre un'infezione con esito grave.
 
• I paesi con una copertura vaccinale COVID-19 al di sopra dell'attuale livello medio dell'UE, e in particolare quelli con la più alta copertura attuale, nella popolazione totale hanno un rischio più basso e gestibile di subire una grave ondata di casi, ricoveri e mortalità da ora fino alla fine del novembre 2021, a meno che non vi sia un rapido declino dell'efficacia del vaccino a causa della diminuzione dell'immunità.
 
Che fare? L’Ecdc traccia alcune linee di indirizzo sottolineando che:
• I paesi dovrebbero impegnarsi continuamente per aumentare la loro copertura vaccinale contro il COVID-19 in tutte le fasce d'età ammissibili, per limitare il carico di infezioni rappresentato dalla variante Delta in autunno. Ciò richiede un monitoraggio continuo dell'assorbimento del vaccino e dei determinanti sociali associati per capire dove e in quali gruppi di popolazione e comunità persiste un divario immunitario.
 
• Secondo le attuali previsioni dell'ECDC, a seconda della situazione epidemiologica locale e della copertura vaccinale COVID-19, saranno ancora necessari interventi non farmaceutici da qui alla fine di novembre per controllare la circolazione e l'impatto della variante Delta.
 
• Colmare eventuali lacune vaccinali contro il COVID-19 nelle popolazioni vulnerabili e negli operatori sanitari prima dei mesi invernali è anche fondamentale per mitigare i rischi per i sistemi sanitari, che possono essere colpiti dall'influenza e da altri virus respiratori, oltre a SARS-CoV-2, poiché il la stagione invernale si avvicina, con il rischio di aumentare ulteriormente la domanda di cure.
 
• Per aumentare la copertura vaccinale, sarà fondamentale affrontare le disuguaglianze nell'accesso alla vaccinazione COVID-19 in diversi gruppi di popolazione. È anche importante comprendere i fattori che determinano una bassa diffusione del vaccino in alcuni gruppi di popolazione, compresi i problemi relativi all'accettazione e all'accesso ai vaccini, in modo da poter sviluppare interventi mirati, specifici per il contesto ed efficaci.
 
• Le attività di comunicazione del rischio dovrebbero sottolineare in modo chiaro e coerente l'importante ruolo che i vaccini COVID-19 e antinfluenzali esistenti svolgono nella protezione delle persone dalle malattie gravi. La messaggistica dovrebbe anche evidenziare il fatto che, sebbene molti paesi abbiano allentato le misure di salute pubblica negli ultimi mesi, il mantenimento delle misure igieniche e l'evitare l'affollamento fisico non necessario rimane prudente.
 
• Dato il continuo rischio di trasmissione tra i bambini non vaccinati, nel sistema educativo sono richiesti alti livelli di prevenzione e preparazione.
 
• Oltre a queste opzioni di risposta, rimane fondamentale che i sistemi di sorveglianza COVID-19 siano in grado di monitorare e segnalare efficacemente casi, ricoveri e decessi di COVID-19, al fine di guidare le decisioni sulle misure di salute pubblica e comprenderne l'impatto. L'efficacia del vaccino dovrebbe anche essere monitorata per informare le strategie del programma di vaccinazione.
 
• Il sequenziamento genomico dei campioni rimane di grande importanza per caratterizzare le varianti attualmente in circolazione e per rilevare l'emergere di nuove varianti con caratteristiche preoccupanti.

 

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