12 settembre – Emilia-Romagna e Lombardia guidano la classifica 2023 con saldi economici in attivo oltre i 380 milioni. Campania maglia nera con un passivo di oltre 211 milioni, seguita da Calabria e Sicilia. Nel Centro-Sud squilibri diffusi mettono a rischio sviluppo e servizi essenziali. Il divario resta strutturale e chiama a politiche mirate di riequilibrio. I dati Agenas.
L’immagine dei saldi economici della mobilità sanitaria (giro d’affari vicino ai 3 miliardi) conferma con estrema chiarezza il divario tra Nord e Sud del Paese. Sono sempre le regioni del Centro-Nord a registrare forti avanzi, mentre quasi tutto il Mezzogiorno mostra deficit consistenti. È quanto si evidenzia dagli ultimi dati Agenas appena pubblicati.
A guidare la classifica si confermano Emilia-Romagna e Lombardia, entrambe con saldi vicini ai 400 milioni di euro, rispettivamente 387,1 e 383,3 milioni. Seguono Veneto con oltre 115 milioni, Toscana con 26,9 milioni e Piemonte con 23 milioni. In territorio positivo anche la Provincia autonoma di Trento (5,5 milioni) e il Molise (3,2 milioni).
Le regioni in leggero passivo
Alcune aree, pur non presentando deficit drammatici, mostrano comunque un saldo negativo: Provincia autonoma di Bolzano (-3,1 milioni), Valle d’Aosta (-9,2 milioni), Friuli Venezia Giulia (-14,1 milioni) e Lazio (-14,1 milioni).
Si tratta di regioni che, pur avendo economie rilevanti o autonomie speciali, non riescono a mantenere un saldo in pareggio, probabilmente a causa di dinamiche demografiche e di spesa pubblica più elevate.
I forti squilibri del Centro-Sud La situazione cambia radicalmente scendendo lungo la penisola. Umbria (-24,1 milioni), Marche (-25,6 milioni) e soprattutto Basilicata (-52,1 milioni) e Abruzzo (-53,1 milioni) rientrano tra le aree in difficoltà.
Ancora più marcato il deficit di Sardegna (-56,9 milioni) e Liguria (-73,5 milioni). Sempre nel Sud che si concentra il vero squilibrio: Puglia (-126,8 milioni), Sicilia (-139,6 milioni), Calabria (-191,8 milioni) e soprattutto Campania, che chiude con il peggior saldo d’Italia, pari a -211,3 milioni.
