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West Nile. Ecdc: “Quasi 1.000 casi autoctoni in Europa nel 2025, l’Italia al centro dell’epidemia”

10 ottobre – Nel 2025 l’Europa ha registrato quasi 1.000 casi autoctoni di infezione da virus West Nile, con l’Italia epicentro dell’epidemia (714 casi e 48 decessi). Il virus si è diffuso in nuove aree e specie animali, confermando un’espansione geografica continua. Le condizioni climatiche favorevoli e una sorveglianza intensiva spiegano la forte incidenza italiana.

Fino al 3 ottobre 2025, in 13 Paesi europei sono stati segnalati 989 casi umani di infezione da virus West Nile (WNV) con luogo d’infezione conosciuto. Le prime manifestazioni si sono verificate il 2 giugno, mentre l’ultimo caso è datato 26 settembre.I Paesi più colpiti: Italia (714 casi), Grecia (91), Serbia (60), Francia (42), Romania (36), Spagna (23), Ungheria (11), Croazia (4), Albania (3), Macedonia del Nord (2), Bulgaria (1), Kosovo (1) e Turchia (1). In Europa sono state registrate 63 morti.

I numeri finora riportati superano la media del decennio per lo stesso periodo (687 casi). Tuttavia, restano inferiori ai valori registrati nel 2018, 2022 e 2024 — anni “di punta” per la circolazione virale, quando già entro questo periodo erano stati superati i 1.200 casi. Va ricordato che i dati del 2025 sono in parte ritardati e incompleti, per cui ogni confronto va fatto con cautela.

L’Italia al centro dell’epidemia
L’Italia sta vivendo una grande epidemia: 714 infezioni confermate, di cui 48 decessi (tasso di mortalità del 6,7 %, in linea con le attese). È il numero più alto di casi umani riportati nel Paese in questo momento dell’anno. Le zone più colpite sono il Lazio (252 casi: Latina, Roma e Frosinone) e la Campania (124 casi: Napoli, Caserta, Salerno e Avellino). In molte altre regioni si registrano numeri simili agli anni precedenti.

Al 3 ottobre 2025, i casi autoctoni umani sono stati segnalati in 139 regioni di 13 Paesi, contro le 179 regioni (in 18 Paesi) nello stesso periodo del 2024. Tutti questi Paesi avevano già segnalato casi umani in passato.

Quest’anno, 35 regioni hanno riportato per la prima volta casi umani. In Italia, queste includono province come Genova, Sondrio, Avellino, Brindisi, Catanzaro, Reggio Calabria, Palermo, Messina, Siracusa, Nuoro, Sud Sardegna, Grosseto, Massa‑Carrara, Arezzo, Siena, Latina e Frosinone. Altri “nuovi” territori sono presenti in Francia, Grecia, Spagna, Croazia, Kosovo, Romania e Turchia.

La maggior parte dei casi riguarda uomini di età pari o superiore a 65 anni. L’88 % dei casi è ricoverato (contro il 91 % della media del decennio), poiché le sorveglianze tendono a catturare le forme più gravi. Il tasso di mortalità è attualmente di circa 7 %, leggermente inferiore alla media decennale del 10 %. Le manifestazioni neurologiche sono state riportate nel 56 % dei casi (rispetto al 67 % medio nel decennio), coerente con il fatto che i casi più severi sono quelli più facilmente diagnosticabili.