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Aborto. Ministero Salute ammette i ritardi sulla Relazione: “Sistema di raccolta dati complesso, siamo al lavoro per migliorarlo”

07 novembre – Il Ministero della Salute, rispondendo ad un’interpellanza alla Camera riconosce i ritardi nella relazione annuale sulla legge 194, giustificandoli con la complessità del sistema di raccolta dati dalle Regioni e richiamando le autonomie regionali in materia sanitaria. Sportiello (M5S) contesta fermamente queste giustificazioni, denunciando il ritardo più lungo dal 1978 e l’impossibilità di garantire il diritto con dati vecchi di due anni.

Confronto sull’attuazione della legge 194 del 1978 oggi in Aula alla Camera. A provocarlo, un’interpellanza urgente della deputata Gilda Sportiello (M5S), che ha denunciato i ritardi cronici nella relazione annuale sull’applicazione della normativa sull’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) e l’inadeguatezza degli strumenti informativi. Per il Governo ha risposto il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco, per conto del Ministero della Salute.

Prisco, leggendo la risposta del Ministero, ha riconosciuto il problema, ammettendo che “la relazione sulla legge n. 194 arriva sempre in ritardo ed è ovviamente cosa nota”. Ha però spiegato le criticità: “Raccogliere i dati sulle IVG da tutte le regioni non è come scaricare un file. È un processo lungo e complicato”. Il sottosegretario ha indicato le cause: un sistema di raccolta che coinvolge molti soggetti (ospedali, Asl, Regioni, Iss e Istat) e l’autonomia regionale in sanità, che crea “modelli molto diversi tra loro”. Ha inoltre annunciato l’istituzione di “un’apposita struttura interdipartimentale dedicata alla salute della donna” per accelerare i tempi e ha precisato che un sito con informazioni e mappa dei servizi IVG esiste già sul portale EpiCentro dell’Istituto Superiore di Sanità.

Una ricostruzione che ha lasciva la deputata Sportiello. “Falso!”, ha esordito, controbattendo le giustificazioni governative. “Da quando c’è questo Governo abbiamo registrato il ritardo più lungo mai registrato dal 1978”. La deputata ha sottolineato l’assurdità di dover monitorare un diritto con dati “vecchi di due anni” e ha smontato punto per punto le argomentazioni del sottosegretario. “Siamo a novembre e stiamo attendendo i dati del 2023. Regaliamo un calendario al Ministro?”, ha ironizzato. Sull’autonomia regionale invocata da Prisco, Sportiello ha replicato seccamente: “Ci sono le differenze regionali perché ci sono le autonomie regionali, ma andiamo avanti e peggioriamo tutto questo?”.

Cuore della sua replica, la richiesta di dati tempestivi e disaggregati a livello provinciale, essenziali per comprendere le criticità reali. “Se io voglio accedere all’IVG e voglio fare delle scelte per migliorare la situazione, ho bisogno di sapere cosa succede sui territori”, ha affermato, citando il caso concreto della provincia di Catania, “dove è impossibile abortire farmacologicamente”. La denuncia finale è netta: “La mancanza di dati è il primo ostacolo per accedere a un aborto libero, sicuro e garantito. Questo è l’ennesimo strumento con cui si negano diritti”.