14 novembre – Nel 2024 la salute degli italiani si conferma un mosaico complesso di miglioramenti e criticità. Se la speranza di vita tocca nuovi record, la qualità di quegli anni peggiora, soprattutto per le donne e i giovani. Aumentano i fumatori e cala il consumo di frutta e verdura. Italiani meno sedentari, ma sale il numero degli obesi. È quanto emerge dal Rapporto BES 2024 dell’Istat, che misura il benessere equo e sostenibile nel Paese.
Viviamo più a lungo, ma non necessariamente meglio.
È questo il paradosso che emerge dal Rapporto BES 2024 dell’Istat, che fotografa la salute degli italiani tra progressi nella longevità e segnali d’allarme sul benessere fisico e mentale. La speranza di vita tocca il record di 83,4 anni, ma quella “in buona salute” scende a 58,1, con un peggioramento soprattutto per le donne e i giovani. Crescono obesità e fumo, aumenta la fragilità mentale e solo un italiano su sei consuma frutta e verdura a livelli raccomandati. Un quadro che conferma l’urgenza di politiche più incisive di prevenzione e promozione della salute, per trasformare la quantità di vita in qualità di vita.
Più longevi, ma meno in salute
La speranza di vita alla nascita raggiunge 83,4 anni (85,5 per le donne e 81,4 per gli uomini), stabile rispetto al 2023 ma in aumento rispetto al 2014 (82,6 anni). L’Italia si conferma tra i Paesi più longevi d’Europa, superando la media Ue di oltre due anni. Tuttavia, la speranza di vita in buona salute cala a 58,1 anni (–1 rispetto al 2023), segnando il peggior valore dell’ultimo quinquennio. Le donne vivono più a lungo, ma con più anni di cattiva salute: 56,6 anni in buona salute contro i 59,8 degli uomini.
La percezione soggettiva di buona salute scende al 67,1% (–1,3 punti in un anno). A 65 anni, la speranza di vita “senza limitazioni” è di 10,4 anni: 10,6 nel 2023, ma 9,6 nel 2014. Gli uomini possono attendersi 19,8 anni di vita residua, il 54% dei quali senza limitazioni; le donne 22,6 anni, ma meno della metà in condizioni di autonomia funzionale.
Benessere mentale e fragilità crescenti
L’indice di salute mentale (MH) cala a 68,7 punti: le donne (66,5) restano più fragili degli uomini (70,9). Tra i giovani, il peggioramento è evidente: dal 2016 al 2024 l’indice scende da 73,4 a 71,8, con un calo più marcato tra le ragazze (–2,3 punti).
Tra gli over 74, quasi la metà (48,9%) convive con patologie croniche o gravi limitazioni. È un dato stabile sul 2023 ma inferiore al 2014 (51,9%), segno di un miglioramento lento ma costante nella gestione delle cronicità.
Mortalità in diminuzione ma restano le disuguaglianze
La mortalità evitabile (0–74 anni) si attesta a 17,6 decessi ogni 10mila residenti nel 2022, in miglioramento rispetto al 2021 (19,2) e al 2014 (18,2). Il divario di genere resta marcato: 23,2 decessi per 10mila tra gli uomini e 12,5 tra le donne, ma si riduce rispetto al passato (–2,3 punti in dieci anni).
La mortalità infantile è di 2,5 per 1.000 nati vivi, leggermente inferiore al 2021 (2,6). Più alta tra i maschi (2,7) rispetto alle femmine (2,3), ma stabile per queste ultime.
Per i tumori, il tasso di mortalità tra i 20 e 64 anni scende a 7,6 per 10mila residenti (8,0 per gli uomini e 7,1 per le donne), in calo rispetto a 9,5 del 2012. Al contrario, la mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso tra gli over 64 cresce: da 29,9 per 10mila nel 2012 a 35,3 nel 2022, con valori simili per uomini e donne.
La mortalità per incidenti stradali tra i 15–34enni resta stabile a 0,6 decessi per 10mila, ma con forti differenze di genere: 1 per gli uomini, 0,2 per le donne.
Stili di vita: meno sedentarietà, ma troppi chili in più
Nel 2024 il 32,7% degli italiani di 14 anni e più è sedentario, in calo rispetto al 2014 (40,4%) e con miglioramenti più evidenti tra gli over 55 (–10 punti). Tuttavia, quasi un adulto su due è in eccesso di peso (45,1%), valore stabile ma che nasconde l’aumento dell’obesità (11,3% contro 10,0% del 2014). Gli uomini sono più colpiti (54,3%) rispetto alle donne (36,4%).
Solo il 16,2% della popolazione consuma almeno quattro porzioni di frutta e verdura al giorno, dato stabile sul 2023 (16,5%) ma in calo rispetto al triennio 2016–2018 (20%). Le donne restano più virtuose (18,3%) degli uomini (13,9%), ma il calo è più forte tra loro (–4,6 punti contro –2,7).
Fumo e alcol: cresce il rischio, soprattutto tra le donne
Il 20,5% degli italiani fuma, in aumento rispetto al 2019 (18,7%) e leggermente anche rispetto al 2023 (19,9%). L’abitudine resta più diffusa tra gli uomini (23,8%) che tra le donne (17,4%), ma il divario si riduce a 6,4 punti (9,1 nel 2014) per effetto della crescita tra le fumatrici.
Il consumo a rischio di alcol riguarda il 16% della popolazione (15,9% nel 2014), più alto tra gli uomini (22,5%) che tra le donne (9,7%). Anche qui, tuttavia, le differenze si attenuano: il divario scende da 15,1 a 12,8 punti in dieci anni.
Un Paese che vive di più, ma non meglio
L’Italia resta uno dei Paesi più longevi e con una mortalità tra le più basse d’Europa, ma gli indicatori del BES 2024 confermano l’esistenza di nuove disuguaglianze di salute: tra generi, generazioni e territori. Crescono le difficoltà psicologiche, l’obesità e i comportamenti a rischio, mentre peggiora la percezione di benessere.
Il Rapporto sottolinea l’urgenza di politiche sanitarie e sociali integrate, capaci di rafforzare la prevenzione, promuovere la salute mentale, sostenere corretti stili di vita e contrastare le disuguaglianze territoriali e di genere.
La vera sfida, conclude l’Istat, “non è soltanto vivere più a lungo, ma vivere meglio”.