21 novembre – Un dato stabile rispetto al 2023 che ferma la crescita che si era registrata nei primi anni post pandemia. In ogni caso l’incidenza osservata in Italia si conferma inferiore rispetto all’incidenza media osservata tra i paesi dell’Europa occidentale. IL REPORT
Nel 2024, sono state effettuate 2.379 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a 4,0 nuovi casi per 100.000 residenti. L’incidenza osservata in Italia è inferiore rispetto all’incidenza media osservata tra i paesi dell’Europa occidentale (5,9 nuove diagnosi per 100mila residenti). Dal 2012 il numero più elevato di diagnosi è attribuibile alla trasmissione sessuale (in ordine decrescente MSM, maschi eterosessuali e femmine eterosessuali).
Nel 2024, la proporzione di nuovi casi attribuibile a trasmissione eterosessuale è stata del 46,0% (27,9% maschi e 18,1% femmine), quella attribuibile a maschi che fanno sesso con maschi del 41,6% e quella attribuibile a persone che usano sostanze stupefacenti del 3,8%. Dal 2012 al 2020 si è osservata una diminuzione delle nuove diagnosi HIV, mentre si rileva un aumento progressivo dal 2020 fino al 2023, con stabilizzazione nel 2024 rispetto all’anno precedente. Al Registro Nazionale Aids nel 2024 sono state notificate 450 nuove diagnosi di Aids, pari a un’incidenza di 0,8 casi per 100.000 residenti. Nel 2024, tra le nuove diagnosi di Aids, l’83,6% riguarda persone che hanno scoperto di essere HIV positive nei sei mesi precedenti alla diagnosi di Aids. Sono questi alcuni dei dati sulle nuove diagnosi di infezione da HIV e dei casi di Aids in Italia al 31 dicembre 2024 pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
“E’ necessaria una maggiore sensibilizzazione sia sulle norme di prevenzione che sull’accesso al test – sottolinea Barbara Suligoi, che dirige il Centro – dal 2015 è in continuo aumento la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV (con bassi linfociti CD4 o con Aids); nel 2024, due terzi degli eterosessuali, sia maschi che femmine, e più della metà degli MSM (Men who have sex with men) scoprono di essere HIV positivi quando il loro sistema immunitario è già compromesso (valori di linfociti CD4 bassi), un segno che il contagio è avvenuto da diverso tempo e che la malattia è in fase avanzata”.
“L’attenzione deve rimanere alta sull’HIV, così come sulle altre malattie a trasmissione sessuale – sottolinea Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss –. Bisogna continuare a diffondere una cultura della prevenzione, soprattutto tra i giovani”.
La sintesi
La sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV, che riporta i dati relativi alle persone che risultano positive al test HIV per la prima volta, è stata istituita con Decreto Ministeriale nel 2008 e dal 2012 ha copertura nazionale.
Nel 2024, sono state segnalate 2.379 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a un’incidenza di 4,0 nuove diagnosi ogni 100.000 residenti. Dal 2012 al 2020, si osserva una diminuzione delle nuove diagnosi HIV, con un aumento dal 2021 al 2023 e una stabilità nel 2024.
L’Italia, in termini di incidenza delle nuove diagnosi HIV, nel 2024 si colloca al di sotto della media dei Paesi dell’Europa occidentale (4,0 vs 5,9 per 100.000 residenti). Il numero complessivo di persone che vive con l’infezione da HIV in Italia è stato stimato essere intorno a 150.000 unità (130.000-170.000) con tasso di prevalenza pari a 0,3% residenti (2).
Nel 2024 le incidenze più alte (≥4,5 casi per 100.000 residenti) sono state osservate nelle Regioni del Lazio, Toscana ed Emilia-Romagna. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2024 sono maschi e nel 79% dei casi. L’età mediana è di 41 anni, più alta nei maschi (41 anni) rispetto alle femmine (40 anni).
L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di età 30-39 anni (10 nuovi casi ogni 100.000 residenti di età 30-39 anni); in questa fascia di età l’incidenza nei maschi è 3 volte superiore a quelle delle femmine (15,2 vs 4,5 per 100.000).
Nel 2024 la maggior parte delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile ai rapporti sessuali, che costituiscono l’87,6% di tutte le segnalazioni. In particolare, i maschi che fanno sesso con maschi (MSM) sono il 41,6%, i maschi eterosessuali il 27,9% e le femmine eterosessuali il 18,1%. Dal 2012 al 2024 la proporzione di stranieri oscilla intorno al 30% (±5%), nel 2024 è pari al 35,9% di tutte le nuove diagnosi. Tra gli stranieri, il 55,6% delle nuove diagnosi è attribuibile a rapporti eterosessuali (femmine 29,8%; maschi 25,8%).
Nell’ultimo decennio è aumentata la quota di persone a cui è stata diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV (persone in fase clinicamente avanzata, con bassi CD4 o in AIDS). Nel 2024, il 40,3% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV è stato diagnosticato tardivamente con un numero di linfociti CD4 inferiore a 200 cell/μL e il 59,9% con un numero inferiore a 350 cell/μL. Una diagnosi HIV tardiva (CD4 <350cell/μL) è stata riportata nel 66,5% dei maschi eterosessuali, nel 61,0% delle femmine eterosessuali e nel 53,2% degli MSM. Nel 2024, quasi la metà (43,5%) delle persone con nuova diagnosi HIV ha eseguito il test per sospetta patologia HIV o in presenza di sintomi HIV correlati. Altri principali motivi di esecuzione del test sono stati in ordine di frequenza: comportamenti sessuali a rischio (19,9%), controlli di routine o iniziative di screening a seguito di campagne informative (12,9%) e diagnosi di altra IST (6,7%). Questi ultimi due motivi di testing hanno visto una proporzione in aumento tra il 2022 e il 2024.

La sorveglianza dei casi di Aids riporta i dati delle persone con una nuova diagnosi di Aids conclamata. Dall’inizio dell’epidemia (1982) a oggi sono state segnalate 73.717 nuove diagnosi di Aids, di cui 48.356 deceduti entro il 2022. Nel 2024 sono state notificate 450 nuove diagnosi di Aids pari a un’incidenza di 0,8 nuovi casi per 100.000 residenti.Nel 2024, il 79,0% delle persone diagnosticate con Aids non aveva ricevuto una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di Aids. Tra le persone che non avevano effettuato trattamenti antiretrovirali prima dell’insorgenza di Aids nel 2024, la polmonite da Pneumocystis jirovecii è stata la più comune patologia di esordio (22,4%) sebbene nell’ultimo ventennio abbia subito il calo più evidente.
La proporzione di persone con nuova diagnosi di Aids che ignorava la propria sieropositività e che ha scoperto di essere HIV positiva nel semestre precedente la diagnosi di Aids è aumentata nel tempo e si è stabilizzata intorno all’84% nell’ultimo triennio. Nel 2024 questa proporzione è pari all’83,6%. Il numero di decessi in persone con AIDS è rimasto relativamente stabile dal 2017 al 2020, è diminuito nel 2021 per poi aumentare nel 2022 con 493 decessi. Il numero dei casi prevalenti di AIDS, ossia ancora viventi, al 2022 è pari a 24.790.
