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Covid. Il quadro europeo: i casi tornano a salire ma non i decessi. Il 72,2% degli europei ha concluso il ciclo primario di vaccinazione e il 52,1% ha fatto il booster

18 marzo - I dati dell’Ecdc confermano l’inversione di rotta del trend dei contagi che, dopo settimane di discesa, ha ripreso a salire. Permane invece la tendenza al calo nei decessi. L’Italia collocata, insieme ad altri 7 Paesi nell’area a “moderata preoccupazione” in base ai diversi indicatori epidemiologici della pandemia.

A partire dal 13 marzo scorso, la situazione epidemiologica nell'UE/SEE è stata caratterizzata da un'interruzione della tendenza al ribasso sostenuta che era stata osservata nelle settimane precedenti, con un tasso complessivo di notifica dei nuovi casi a 14 giorni che è aumentato del 4,6% con punte del 9,1% tra le persone di età pari o superiore a 65 anni. Questo nonostante la riduzione delle attività di test in diversi Paesi.
 
Lo sottolinea oggi l’Ecdc nel suo nuovo report settimanale sull’andamento della Pandemia in Europa.
 
Il tasso complessivo di notifica a 14 giorni dei casi di COVID-19 per l'UE/SEE è stato di 1.565 per 100.000 abitanti (1.496 la settimana precedente) mentre in Italia si attesta su 857,2.
 
Scende invece il tasso di mortalità COVID-19 a 14 giorni (32,1 decessi per milione di abitanti, rispetto ai 41,8 decessi della settimana precedente) ormai in diminuzione da tre settimane. In Italia si registrano invece 38,7 casi.
 
La valutazione della situazione in base agli indicatori epidemiologici. La valutazione dell'ECDC della situazione epidemiologica di ciascun paese che si basa su un punteggio composito per il valore assoluto e la tendenza di cinque indicatori epidemiologici COVID-19 settimanali (tassi di notifica dei casi degli ultimi 14 giorni; tassi di test e positività del test; tassi di notifica dei casi nelle persone di età pari o superiore a 65 anni; tassi di ospedalizzazione e ricovero in terapia intensiva; mortalità) classifica tre paesi (Islanda, Irlanda e Paesi Bassi) come “estremamente preoccupanti”, 18 paesi (Austria, Croazia, Cipro, Cechia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Liechtenstein, Lussemburgo , Malta, Norvegia, Portogallo, Slovacchia e Slovenia) come “molto preoccupante”, otto paesi (Belgio, Bulgaria, Ungheria, Italia, Lituania, Polonia, Spagna e Svezia) come “moderatamente preoccupante” e un paese (Romania) come “poco preoccupante”.
 
Rispetto alla settimana precedente, nove paesi (Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Islanda, Irlanda, Malta, Paesi Bassi e Portogallo) sono passati a una categoria superiore, tre paesi (Liechtenstein, Lituania e Romania) sono passati a una categoria inferiore e 18 i paesi sono rimasti nella stessa categoria.
 
Le previsioni su casi, ricoveri ospedalieri e decessi indicano da qui alla due settimane tendenze in aumento nei casi, tendenze stabili nei ricoveri ospedalieri e tendenze stabili nei decessi per l'UE/SEE.
 
Copertura vaccinazioni. Al 18 marzo le somministrazioni di vaccini anti Covid registravano che l’83,1% della popolazione europea over 18 (con dati nazionali oscillanti tra il 94,6% dell’Irlanda e il 35,1 della Bulgaria, mentre l’Italia si attesta all’86,1%).
 
Guardando al totale della popolazione la percentuale media di copertura a livello europeo scende invece al 72,2% (anche con variazioni notevoli, si passa infatti dall’86% di Malta al 29,5% della Bulgaria, mentre l’Italia si attesta al 79,3%).
 
Per quanto riguarda le dosi di richiamo/aggiuntive siamo invece al 63% tra gli adulti di età pari o superiore a 18 anni (picco in Francia con l’87,9% e minimo in Romania con il 10,7%, mentre l’Italia si attesta al 73,5%) e al 52,1% nella popolazione totale sempre con notevoli differenze tra uno stato e l’altro (Francia 70,3% vs Romania 8,7% e Italia al 63,8%).

 

 

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