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Disforia di genere. Al Careggi in alcuni casi usata triptorelina anche senza il parere psichiatrico. La relazione del Ministero della Salute

19 aprile - Tra i rilievi indicati, la necessità di “prevedere che tutti i casi senza eccezione siano visitati dal neuropsichiatra infantile”, e di “produrre con urgenza procedure dettagliate per diagnosi e presa in carico dei soggetti con disforia di genere”. Infatti, a causa di una erronea interpretazione della determina Aifa, alcuni casi trattati con triptorelina sarebbero stati oggetto soltanto di trattamento psicologico e psicoterapeutico, e non anche psichiatrico. LA RELAZIONE

Sono undici i rilievi, o le “azioni di miglioramento”, indicati dal ministero della Salute nella relazione inviata alla Regione Toscana riguardo il centro per la disforia di genere all’ospedale Careggi di Firenze. Tra i rilievi indicati, la necessità di “prevedere che tutti i casi senza eccezione siano visitati dal neuropsichiatra infantile”, e di “produrre con urgenza procedure dettagliate per diagnosi e presa in carico dei soggetti con disforia di genere”.

Nel documento si spiega infatti che l’interpretazione dei criteri di inclusione della determina Aifa relativa all’impiego della triptorelina, “sembra aver ingenerato confusione”. Infatti, si spiega, sebbene nel testo principale della determina si parli di “diagnosi confermata da una equipe multidisciplinare e specialistica e in cui l’assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non sia risolutiva”, nei successivi criteri di inclusione si parla di “mancata efficacia dell’assistenza psicologica, psicoterapeutica o psichiatrica”. La relazione spiega dunque come la presenza di questa “o” disgiuntiva possa aver portato l’equipe multidisciplinare a non esigere necessariamente il supporto psichiatrico per l’avviamento al trattamento con triptorelina. “Alcuni casi trattati con triptorelina, dunque, sarebbero stati oggetto soltanto di trattamento psicologico e psicoterapeutico”.

Una delle indicazioni contenuta nella relazione è che sia inserita “regolare valutazione del neuropsichiatra infantile in tutti gli adolescenti ai fini della prescrivibilità e rimborsabilità della triptorelina”.

Altro rilievo avanzato riguarda “i tempi della presa in carico del paziente ed i successivi incontri” che “sono troppo distanziati”, per questo “occorre organizzare un percorso opportunamente calendarizzato secondo le esigenze dell’iter che si necessita intraprendere”, e “il percorso psicoterapeutico deve essere strutturato e organizzato secondo una programmazione congrua ed in linea con quanto stabilito dalle determine di riferimento”. Inoltre, “occorre potenziare il personale dedicato attraverso un aumento dell’organico con riferimento alla figura dello psicologo/psicoterapeuta”.

La relazione si chiede che la Regione trasmetta all’Aifa i dati dei monitoraggi clinici della triptorelina, e che si preveda uno strumento di monitoraggio per i possibili effetti collaterali.

Nella relazione è contenuto, infine, l’invito alla Regione Toscana a “porre in essere azioni correttive alle criticità rilevate anche dando seguito alle azioni di miglioramento suggerite, pianificando quanto necessario e fornendo un riscontro a questo Ministero, entro 30 giorni dal ricevimento della presente”.

 

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