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Farmaci. Tra ansia, acciacchi e ossa fragili: il ritratto degli italiani secondo i dati di Aifa

14 novembre – Nel 2024 gli italiani hanno consumato più di 1.100 dosi di farmaci al giorno ogni mille abitanti, tra antidolorifici, ansiolitici e vitamina D. Crescono i medicinali per cuore e umore, segno di un Paese anziano, stressato e spesso con diversi acciacchi. Mentre negli ospedali esplode la spesa per le cure oncologiche, in farmacia domina l’automedicazione dei piccoli malesseri quotidiani.

C’è un’Italia che si racconta più chiaramente nelle farmacie che nei sondaggi. È un Paese dove il mal di schiena, l’ansia e la stanchezza si combattono con pillole e gocce, e dove la fragilità ossea si rimedia con la vitamina D.

Secondo il Rapporto OsMed 2024 dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), gli italiani hanno consumato in media oltre 1.100 dosi di farmaci ogni mille abitanti al giorno. Un numero che, più di mille statistiche, fotografa le nostre fragilità quotidiane: un popolo sempre più anziano, un po’ stressato e spesso con diversi acciacchi.

In farmacia vincono i “classici”: pressione, colesterolo e bruciore di stomaco
Tra i farmaci rimborsati dal Servizio sanitario (fascia A), dominano ancora quelli per il cuore e la circolazione — in particolare atorvastatina e pantoprazolo — seguiti dal colecalciferolo, la famigerata vitamina D. Mentre nella fascia C, a carico dei cittadini, il podio è tutto per gli antinfiammatori e gli antidolorifici: ibuprofene, diclofenac e paracetamolo restano i più venduti, con un mercato da centinaia di milioni di euro.

Automedicazione: meno acquisti, ma più mirati
Il mercato dei farmaci da banco e di automedicazione (SOP e OTC) cala leggermente (-1,7%), ma restano tra i più acquistati gli antinfiammatori e i decongestionanti nasali come la nafazolina. Gli italiani comprano meno, ma scelgono per lo più prodotti mirati per dolori articolari, mal di gola e disturbi stagionali. Una prova che l’autocura è ormai parte stabile delle abitudini domestiche, al confine tra prevenzione e abitudine.

Negli ospedali: il boom dei farmaci ad alto costo
Sul fronte ospedaliero la spesa cresce a vista d’occhio: 17,8 miliardi di euro (+10% rispetto al 2023). Al top ci sono i farmaci oncologici e immunoterapici: pembrolizumab e daratumumab da soli valgono oltre un miliardo di euro. Ma tra i nomi che emergono c’è anche la semaglutide, nata per il diabete ma sempre più usata per il controllo del peso, diventata simbolo di una nuova frontiera della medicina (e del desiderio di forma fisica).

L’Italia e i disturbi d’ansia
Il Rapporto Aifa registra un aumento dei consumi di antidepressivi e ansiolitici, con una crescita a doppia cifra per molecole come sertralina e duloxetina. Aumentano anche le prescrizioni di pregabalin, usato contro dolore neuropatico ma spesso legato a disturbi d’ansia. L’Italia sembra essere un Paese che dorme poco, pensa troppo e fatica a gestire lo stress.

Vitamina D, tiroide e prevenzione
Nella top ten dei farmaci più usati rientra ancora il colecalciferolo (vitamina D), insieme alla levotiroxina per la tiroide. Segno che soprattutto le donne restano le principali protagoniste delle terapie croniche e preventive.

I bambini tra antibiotici e psicofarmaci
Non va meglio tra i più piccoli: oltre 4,6 milioni di bambini e adolescenti hanno ricevuto almeno una prescrizione nel 2024. Gli antibiotici restano i più diffusi — in testa l’amoxicillina/acido clavulanico — ma cresce anche l’uso di psicofarmaci pediatrici (+9% in un anno), per disturbi dell’attenzione e dell’umore. Un segnale di crescente disagio anche nelle nuove generazioni.

Dai dati emerge un Paese resistente ma stanco: attento alla salute, ma incline all’automedicazione; tecnologico in ospedale, tradizionale in farmacia.
Curiamo il cuore, l’ansia e la solitudine. Combattiamo il dolore con l’ibuprofene e la malinconia con la sertralina. E per la nostra fragilità ossea o quando manca il sole, e un po’ di serenità, ci affidiamo alla vitamina D.