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Farmaci. Spesa senza freni supera i 37 miliardi. Ogni italiano assume quasi due dosi di farmaco al giorno. Dal 2016 più che raddoppiati siapporto Osmed

14 novembre – Nel 2024 gli italiani hanno speso oltre 10 miliardi di euro di tasca propria per i farmaci, soprattutto per quelli senza ricetta e di marca, con una forte variabilità regionale. I consumi di antibiotici restano elevati, specie al Sud, segnalando ancora un uso non sempre appropriato. L’Italia mantiene prezzi dei farmaci tra i più bassi d’Europa, inferiori del 62,5% rispetto alla media UE. In molti casi è elevata la non aderenza alle terapie. Cresce l’uso degli equivalenti ma siamo ancora i terz’ultimi in Europa. IL RAPPORTO



Nel 2024 l’uso dei farmaci in Italia rimane stabile, con quasi due dosi giornaliere per ogni cittadino. La spesa farmaceutica complessiva raggiunge i 37,2 miliardi di euro, con un incremento del 2,8% rispetto al 2023, trainata dall’aumento della spesa pubblica (+7,7%) dovuto principalmente al maggior numero di terapie innovative e ad alto costo rimborsate dal Ssn. Parallelamente, cresce la spesa privata dei cittadini, soprattutto per farmaci senza ricetta e medicinali di marca, con una maggiore incidenza nelle regioni del Sud.

Sono alcuni punti chiave del Rapporto OsMed 2024 sull’uso dei medicinali in Italia, realizzato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e pubblicato sul portale istituzionale.

 Il rapporto evidenzia inoltre una significativa variabilità regionale in termini di consumi, spesa, aderenza e appropriatezza delle terapie.

La spesa pubblica territoriale, comprensiva di distribuzione diretta e convenzionata, ammonta a 13,7 miliardi di euro, in aumento del 5,1% rispetto al 2023, con incrementi sia nella distribuzione diretta (+4,6%) sia in quella per conto (+10,9%). La spesa ospedaliera pubblica raggiunge i 17,8 miliardi di euro, in crescita del 10%, con un aumento dei consumi del 4,7% e del costo medio per giornata di terapia del 4,8%. La spesa privata dei cittadini, comprensiva di compartecipazioni, farmaci di classe A acquistati privatamente e farmaci di classe C, è pari a 10,2 miliardi di euro.

A livello europeo, la spesa farmaceutica pro capite italiana, pari a 672 euro, è inferiore a Germania, Austria e Belgio, ma superiore a Portogallo, Svezia, Gran Bretagna e alla media dei Paesi UE. I prezzi medi dei farmaci in Italia risultano inferiori rispetto alla maggior parte dei Paesi europei, con l’eccezione di Francia, Polonia e Portogallo, dove sono più bassi ma con disponibilità di prodotti più limitata.

Nel 2024 sono state consumate 1.895 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti, con il 70,8% a carico del SSN e il 29,2% acquistato privatamente. I farmaci cardiovascolari sono al primo posto per consumi e secondi per spesa, mentre gli antitumorali e immunomodulatori guidano la spesa pubblica (8,2 miliardi di euro). Seguono per consumi i farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo, i farmaci del sangue e degli organi emopoietici, e quelli del sistema nervoso centrale.

Tra la popolazione generale, il 68% ha ricevuto almeno una prescrizione, con prevalenza maggiore tra le donne (72,1%) rispetto agli uomini (63,6%). In età pediatrica, il 50,9% dei bambini ha ricevuto almeno una prescrizione, con predominanza degli antinfettivi, seguiti dai farmaci respiratori e ormonali. L’uso di psicofarmaci è aumentato, raggiungendo l’8% del totale tra i bambini e adolescenti, con picco nella fascia 12-17 anni.

Tra gli anziani, la spesa media per utilizzatore è di 570,2 euro, il 97,4% ha ricevuto almeno una prescrizione e la politerapia è diffusa: il 68,1% assume almeno cinque principi attivi e il 28,3% almeno dieci. L’aderenza alle terapie varia per categoria terapeutica, risultando più critica per farmaci respiratori, antidepressivi e antidiabetici, mentre è maggiore per osteoporosi, ipertrofia prostatica benigna, antiaggreganti, anticoagulanti e antipertensivi.

Gli antidiabetici registrano una spesa pubblica di 1,642 miliardi di euro, con incremento dei consumi (+4,3%) e del costo medio per dose (+8,3%). L’uso si concentra sui farmaci di più recente introduzione, come analoghi GLP-1 e gliflozine. La metformina rimane il farmaco più utilizzato, mentre la tirzepatide ha il costo medio per giornata di terapia più elevato.

Il consumo di antibiotici, seppur in lieve calo (-1,3%), resta elevato, con 16,9 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti. L’amoxicillina+acido clavulanico è la molecola più utilizzata. La prevalenza d’uso è maggiore nei bambini fino a 4 anni e negli over 85, con livelli più elevati al Sud.

I farmaci equivalenti rappresentano il 23,5% della spesa e il 31,6% dei consumi, con crescita limitata rispetto ad altri Paesi europei. Le regioni del Nord registrano i maggiori consumi di generici, mentre Sud e Isole prediligono i farmaci di marca a brevetto scaduto. In controtendenza, l’Italia guida l’Europa per l’uso di farmaci biosimilari (59,8% della spesa, 72,2% dei consumi).

La spesa privata supera i 10 miliardi, con farmaci di classe C che raggiungono oltre 7 miliardi. Le categorie principali sono benzodiazepine, analgesici, antipiretici e farmaci per la disfunzione erettile. Particolare crescita si registra per gli analoghi GLP-1 per dimagrimento (+78,7%).

Il numero di terapie avanzate autorizzate in Italia passa da due nel 2019 a 12 nel 2024, con 17 indicazioni rimborsate, principalmente in onco-ematologia. La spesa associata cresce del 60,2% rispetto al 2023, raggiungendo 194,48 milioni di euro. Parallelamente aumenta anche la spesa per farmaci orfani, pari a 2,36 miliardi di euro, corrispondente all’8,3% della spesa pubblica.

Nel triennio 2022-2024, 46 farmaci hanno beneficiato del requisito di innovatività piena, per oltre metà antineoplastici o orfani. La spesa per questi medicinali nel 2024 è stata di 868 milioni di euro, corrispondente al 5,2% della spesa delle strutture pubbliche per farmaci innovativi, con avanzo del Fondo dedicato pari a 432 milioni.