L’Italia si svuota. La popolazione scenderà a 54 mln entro il 2050. Solo una famiglia su 5 sarà composta da una coppia con figli. I dati Istat
1 agosto - L’aumento delle persone sole ha un importante impatto sociale, considerando che è soprattutto nelle età più avanzate che aumentano in maniera significativa. Già nel 2024, tra i 9,7 milioni di persone sole, quelle con 65 anni e più ammontano a 4,6 milioni. Negli anni a venire gli ultrasessantacinquenni soli sono destinati a crescere in misura consistente fino a pervenire nel 2050 a 6,5 milioni. IL REPORT
L’Italia si prepara a un futuro sempre più segnato dall’invecchiamento e dalla rarefazione della natalità.
A lanciare l’allarme è il nuovo report dell’Istat sulle Previsioni della popolazione residente e delle famiglie (base 1/1/2024). Il quadro è netto: la popolazione calerà dagli attuali 59 milioni a 54,7 milioni entro il 2050, con una progressiva diminuzione che, se le tendenze non cambieranno, potrebbe portare l’Italia a 45,8 milioni di abitanti entro il 2080, un calo di oltre 13 milioni rispetto a oggi.
Over 65 in crescita, under 14 in calo
Il processo di invecchiamento è già in atto e destinato ad accentuarsi. Gli ultrasessantacinquenni, oggi il 24,3% della popolazione, rappresenteranno il 34,6% entro il 2050, con oltre 6,5 milioni di anziani soli previsti. Salirà anche la quota degli over 85, passando dal 3,9% al 7,2%. All’opposto, la fascia 0-14 anni scenderà dall’attuale 12,2% all’11,2%. Entro metà secolo, dunque, ogni bambino sarà contrapposto a tre anziani.
La popolazione in età lavorativa (15-64 anni) calerà al 54,3%, generando ricadute pesanti sul mercato del lavoro, sulla produttività e sulla sostenibilità del sistema previdenziale e socioassistenziale.
Famiglie in evoluzione: aumentano i single, calano le coppie con figli
Cambia anche la morfologia delle famiglie. Le famiglie con almeno un nucleo (genitori e figli) scenderanno da 16,1 a 14,9 milioni entro il 2050. Al contrario, aumenteranno quelle senza nuclei (singoli o convivenze non parentali), passando da 10,4 a 11,9 milioni (+14%). Una famiglia su cinque sarà una coppia con figli, mentre oltre il 41% sarà costituita da persone sole.
Nel dettaglio, le coppie con figli, oggi pari a 7,6 milioni (28,6% delle famiglie), scenderanno a 5,7 milioni, ossia al 21,4%. Le coppie senza figli cresceranno leggermente (+6%) e arriveranno a rappresentare il 21,2% delle famiglie.
Il paradosso della fecondità e la difficile inversione del trend
Anche gli scenari più ottimistici disegnati da Istat confermano che le nascite non riusciranno a compensare i decessi. Nel migliore dei casi, si passerà da una media di 1,24 figli per donna a 1,85 nel 2080, un valore ancora lontano dal tasso di sostituzione generazionale.
Neppure la migrazione può invertire la tendenza: al Nord si ipotizza un possibile incremento, ma al Centro e soprattutto al Sud la perdita di residenti è considerata inevitabile. In alcuni scenari, il Mezzogiorno potrebbe perdere fino a 20 milioni di persone entro il 2080.
L’impatto sul welfare e sulla sanità
L’aumento degli anziani soli e dei soggetti fragili comporterà pressioni crescenti sul sistema sanitario, assistenziale e previdenziale. Crescerà il bisogno di assistenza domiciliare, cure palliative, supporto psicosociale e servizi di prossimità. L’ampiezza del fenomeno è tale da richiedere riforme strutturali, investimenti e un ripensamento del modello di welfare, specie alla luce della crescita delle persone non autosufficienti e della rarefazione dei nuclei familiari di supporto.