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La salute delle donne. Vivono di più ma si ammalano di più degli uomini. Ecco la foto dell’Istat

9 Giugno 2016

Consumano più farmaci e sono le più colpite dalle malattie croniche. Anche le cause di morte sono diverse. Per le donne al primo posto le malattie cardiovascolari, mentre per gli uomini il cancro resta il big killer per eccellenza. Tutti i dati dell’ultimo rapporto Istat 

Nel 2012, in Italia sono stati registrati 613.520 decessi: 295.831 uomini e 317.689 donne. I livelli di mortalità tra i due generi sono sostanzialmente uguali con un tasso grezzo pari a 10 per mille abitanti sia per gli uomini sia per le donne. 

Nel dettaglio per causa, si osserva che nel 2012 le due principali cause di morte sono ancora le malattie del sistema circolatorio e i tumori a cui sono attribuiti il 66,4 per cento dei decessi complessivi. Le principali cause di morte sono le malattie del sistema circolatorio con un quoziente pari a 386,6 per 100 mila abitanti. 

La distinzione degli indicatori per genere, tuttavia, evidenzia una differenza nelle graduatorie: infatti le malattie del sistema circolatorio costituiscono la principale causa di morte solo per le donne con un quoziente pari a 424,6 per 100 mila, mentre per gli uomini esse sono la seconda causa di morte (quoziente maschile pari a 345,9 per 100 mila) subito dopo i tumori che invece fanno registrare un quoziente maschile di 346,4 per 100 mila; i tumori costituiscono invece la seconda causa di morte femminile con un quoziente di 252,4 per 100 mila abitanti.

Tale differenza per genere si osserva ormai da qualche anno e potrebbe almeno in parte essere spiegata da una struttura per età delle donne più anziana rispetto agli uomini. Proseguendo con la graduatoria generale della mortalità del 2012 si trova che al terzo posto ci sono gli altri stati morbosi con un quoziente di 82,7 per 100 mila abitanti.

Anche per queste cause il comportamento cambia a seconda del genere e il quoziente è il terzo più elevato per le donne (91,5 per 100 mila) mentre è il quarto per gli uomini (73,2). Il terzo posto per gli uomini è occupato dalle malattie del sistema respiratorio con un quoziente pari a 81,9 per 100 mila abitanti, mentre per le donne il tasso per queste cause è di 64,6, quinta posizione in graduatoria.

Altro gruppo di cause con i quozienti tra i più elevati è quello dei disturbi psichici e malattie del sistema nervoso che per le donne da una mortalità pari a 85,8 per 100 mila abitanti e per gli uomini 55,5. Il quoziente per le cause di morte violenta, nel 2012, per gli uomini è pari a 47,8 per 100 mila, circa il 50 per cento più elevato di quello delle donne (32,5 per 100 mila).

Lo stato di salute percepito. La percentuale di persone che dichiarano di godere di un buono stato di salute è più elevata tra gli uomini (73,4 per cento) che tra le donne (66,5 per cento). All’aumentare dell’età decresce la prevalenza di persone che danno un giudizio positivo sul proprio stato di salute: scende al 40,2 per cento tra le persone anziane di 65-74 anni e raggiunge il 24,8 per cento tra gli ultra settantacinquenni.

A parità di età, già a partire dai 45 anni emergono nette le differenze di genere a svantaggio delle donne: nella fascia di età 45-54 anni il 72,5 per cento degli uomini si considera in buona salute contro il 68,6 per cento delle coetanee; le differenze maggiori si hanno tra i 65-74 anni (44,3 per cento contro il 36,6 per cento) e i 75 anni e oltre (29,6 per cento contro il 21,6 per cento). A livello territoriale la quota di persone che si dichiara in buona salute è più elevata nel Nord-est (72,3 per cento), mentre meno al Sud e nelle Isole (rispettivamente 68,7 per cento e 68,5 per cento). Tra le regioni italiane le situazioni migliori rispetto alla media nazionale si rilevano soprattutto a Bolzano (85,8 per cento), a Trento (78,8 per cento) e in Valle d’Aosta (72,4 per cento), mentre quella peggiore si ha in Calabria (60,8 per cento) e in Sardegna (64,7 per cento).

Malattie croniche. Il 38,3 per cento dei residenti in Italia ha dichiarato di essere affetto da almeno una delle principali patologie croniche rilevate (scelte tra una lista di 15 malattie o condizioni croniche). Il dato risulta stabile rispetto al 2014. Le patologie cronico-degenerative sono più frequenti nelle fasce di età più adulte: già nella classe 55-59 anni ne soffre il 51,5 per cento e tra le persone ultra settantacinquenni la quota raggiunge l’85,2 per cento.

Come per la salute, lo svantaggio del sesso femminile emerge anche dall’analisi dei dati relativi alla quota di popolazione che soffre di almeno una malattia cronica. Sono, infatti, le donne ad esserne più frequentemente colpite, in particolare dopo i 55 anni. Il 19,8 per cento della popolazione ha dichiarato di essere affetto da due o più patologie croniche, con differenze di genere molto marcate a partire dai 45 anni.

Tra gli ultra settantacinquenni la comorbilità si attesta al 65,4 per cento (57,3 per cento tra gli uomini e 70,9 per cento tra le donne). Rispetto al 2014 diminuisce la quota di chi di dichiara due o più patologie croniche nella fasce di età 45-54 anni (-2,8 punti percentuali). Nel 2015 le persone che, pur dichiarando di essere affette da almeno una patologia cronica, si percepiscono in buona salute sono pari al 42,3 per cento. Le malattie o condizioni croniche più diffuse sono: l’ipertensione (17,1 per cento), l’artrosi/artrite (15,6 per cento), le malattie allergiche (10,1 per cento), l’osteoporosi (7,3 per cento), la bronchite cronica e l’asma bronchiale (5,6 per cento), il diabete (5,4 per cento).

Ad eccezione delle malattie allergiche, tutte le altre malattie croniche riferite aumentano con l’età e con nette differenze di genere, in linea di massima a svantaggio delle donne. Lo svantaggio femminile nelle età più anziane si rovescia solo per bronchite cronica e malattie del cuore. In particolare gli uomini di 75 anni e più sono più colpiti da bronchite cronica (19,4 per cento) rispetto alle loro coetanee (16,0 per cento) e da malattie del cuore (18,2 per cento contro il 14,1 per cento).

Uso dei farmaci. Il 41,0 per cento della popolazione ha fatto uso di farmaci nei due giorni precedenti l’intervista dell’Istat. Le donne più degli uomini hanno dichiarato di aver assunto farmaci nel periodo considerato (45,0 per cento contro 36,8 per cento). Le quote di consumatori aumentano all’avanzare dell’età: per entrambi i sessi si raggiunge la metà della popolazione già dai 55 anni fino a raggiungere l’89,1 per cento tra le donne ultra settantacinquenni e l’86,7 per cento tra gli uomini della stessa fascia d’età.

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