31 ottobre – In occasione dei 60 anni di Airc, il Presidente Mattarella ha celebrato i progressi della ricerca oncologica, che ha trasformato tumori un tempo incurabili in patologie sempre più sconfessibili. Ha messo in guardia contro le teorie antiscientifiche, definendole “autolesionismo”, e lanciato un appello a non disperdere il patrimonio di giovani ricercatori formati col Pnrr. La ricerca, ha sottolineato, deve tradursi in benefici concreti per il Ssn, garantendo il diritto universale alla salute sancito dalla Costituzione.
“Il diritto al futuro si esercita anche sostenendo la ricerca”. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel saluto al Quirinale per la cerimonia de “I Giorni della Ricerca” – che celebra i 60 anni di Airc – ha tracciato un bilancio toccante lanciando un appello alle istituzioni: non disperdere il patrimonio di conoscenze dei giovani ricercatori formati con il Pnrr.
“Oggi, dopo una diagnosi di tumore vivono milioni di persone. I numeri inducono alla commozione”, ha esordito il Presidente, rendendo omaggio ai “pionieri” che sessant’anni fa, quando il cancro era considerato “un male incurabile, una condanna irrevocabile”, hanno avviato questa battaglia con la convinzione che “la ricerca avrebbe ribaltato i rapporti di forza tra salute e malattia”. Un auspicio che allora “sembrava profezia di visionari” – come Umberto Veronesi, di cui ricorre il centenario – ma che si è rivelato “realismo di scienziati”.
Mattarella ha elencato le frontiere della ricerca che stanno cambiando la storia delle cure: “Immuno-oncologia, terapie personalizzate, anticorpi coniugati, biopsia liquida”. Ma ha anche lanciato un monito contro “le sconclusionate teorie anti-scientifiche” che “fanno presa su parti, per quanto ridotte, della società”. Definendole senza giri di parole: “Chiusure regressive che, avversando la scienza, si traducono in autolesionismo”.

Il passaggio cruciale del discorso è stato quello dedicato al futuro prossimo. “Il Next Generation EU – ha sottolineato – ha contribuito molto a far crescere tanti giovani ricercatori che oggi pongono a disposizione un patrimonio di sapere e di esperienze: un patrimonio che non può andare disperso con l’esaurirsi delle fonti straordinarie di sostegno”. Un appello chiaro a non interrompere gli investimenti in ricerca dopo la scadenza dei fondi Pnrr.
Il Presidente ha infine ricordato che “il diritto alla salute è un diritto universale” e che “le innovazioni che recano giovamento alla vita delle persone devono avere una positiva ricaduta sull’intero sistema del Servizio sanitario nazionale”, che oggi affronta “l’invecchiamento della popolazione, i prezzi dei farmaci salvavita, le carenze di personale medico e infermieristico, insomma con difficoltà che rappresentano ostacoli al pieno raggiungimento di uno dei traguardi più importanti della vita della Repubblica”.
La cerimonia, alla presenza del Presidente della Corte Costituzionale e dei Vice Presidenti di Camera e Senato, si è conclusa con le parole di Maria Curie citate da Mattarella: “Nel comprendere di più sta la chiave per temere di meno”. La strada maestra, ha ribadito, “è quella di continuare nella Ricerca”. Per essere, come recita lo slogan Airc, “liberi dal cancro”.