Associazione dei Ginecologi Italiani:
ospedalieri, del territorio e liberi professionisti

slider_medici.jpg
topbanner2b.jpg
topbanner3d.jpg
  • Aogoi
  • Notiziario
  • Medici gettonisti. Schillaci: “Quella spesa può essere usata per nuove assunzioni nel Ssn”

Medici gettonisti. Schillaci: “Quella spesa può essere usata per nuove assunzioni nel Ssn”

20 giugno - “Noi vogliamo che i medici entrino dalla porta principale del Ssn, questo vuol dire fare un concorso ed essere assunti e lavorare a tempo pieno per la sanità pubblica. Ora, dobbiamo capire la situazione regione per regione e verificare quanti ‘gettonisti’ operano nei vari servizi. Dobbiamo dare il segnale che non è questo il modo per andare avanti”, ha spiegato il ministro a margine della seconda giornata degli Stati generali della prevenzione. La replica della Cimo Fesmed: “Difficile sostituire medici a gettone se non si migliorano condizioni di lavoro e stipendi”.

 

Dopo il 31 luglio “vogliamo continuare ad assicurare servizi importanti come il pronto soccorso, ma dobbiamo dare un messaggio chiaro che i ‘gettonisti’ non possono essere l’unica risposta che il Ssn dà soprattutto nei reparti d’emergenza. Noi vogliamo che i medici entrino dalla porta principale del Ssn, questo vuol dire fare un concorso ed essere assunti e lavorare a tempo pieno per la sanità pubblica. Ora, dobbiamo capire la situazione regione per regione e verificare quanti ‘gettonisti’ operano nei vari servizi. Dobbiamo dare il segnale che non è questo il modo per andare avanti. Assunzioni? Ciò che viene speso per i ‘gettonisti’ può essere usato per fare assunzioni. Le professionalità ci sono, se tanti giovani scelgono di fare i gettonisti sono convinto che rientrerebbero nel Ssn”.

Così il ministro della Salute Orazio Schillaci, a margine della seconda giornata degli Stati generali della prevenzione organizzata a Napoli, rispondendo alle domande dei giornalisti sui rischi legati alla scadenza dell’uso dei medici ‘gettonisti’ da parte di Asl e ospedali.

Sul problema dell’interdizione dal Ssn per due anni alla firma del contratto da ‘gettonisti’, “andiamo a vedere questo contratto che mi incuriosisce”, ha concluso il ministro.

 

“Difficile sostituire medici a gettone se non si migliorano condizioni di lavoro e stipendi” ha replicato la Cimo-Fesmed.


“Se non si migliorano le condizioni di lavoro e non si adeguano gli stipendi, sarà molto difficile trovare medici disponibili ad andare a lavorare in Pronto soccorso per colmare i vuoti lasciati dai gettonisti” afferma Guido Quici, Presidente del sindacato dei medici.

“Per il Ministro i medici devono essere assunti e lavorare a tempo pieno per la sanità pubblica, usando per le assunzioni quanto viene speso per i gettonisti – continua Quici -. Non possiamo che essere d’accordo: sono anni che chiediamo di spostare dalla voce di bilancio “beni e servizi” alla voce “personale” quanto speso per i gettonisti; ma forse dovrebbe essere il Ministro dell’Economia Giorgetti ad acconsentire a tale cambiamento. In ogni caso, le aziende non vogliono assumere perché un medico dipendente sarà a carico del SSN almeno per trenta anni, mentre un gettonista costa di più nell’immediato ma può essere mandato via quando si vuole, considerato che nei prossimi anni ci sarà un numero maggiore di specialisti rispetto ai pensionati, e quindi sarà più semplice trovare professionisti a costi inferiori”.

“E oltre al problema economico – sottolinea il Presidente Cimo-Fesmed -, oggi dobbiamo fare i conti con l’indisponibilità di medici che vogliano lavorare nei Pronto soccorso. “Se tanti giovani scelgono di fare i gettonisti sono convinto che rientrerebbero nel SSN”, dice Schillaci. Peccato che non sia così: i gettonisti, oltre a guadagnare molto di più di un dipendente, scelgono le strutture in cui lavorare, quanti turni coprire, non rischiano denunce e possono prendersi il lusso di andare in ferie, se vogliono. I medici dipendenti che lavorano in Pronto soccorso invece sono malpagati, non hanno prospettive di carriera, hanno mani e piedi legati da vincoli burocratici inaccettabili, subiscono continuamente aggressioni e lavorano in un clima tossico che li porta a rassegnare le dimissioni e a voler cambiare vita. I Pronto soccorso oggi per i dipendenti sono gironi infernali: se non si risolvono a monte queste condizioni, non ci saranno più medici disponibili a lavorarci. Per questo chiediamo a gran voce l’emanazione dell’atto di indirizzo necessario ad avviare le trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale e investimenti seri per migliorare le condizioni di lavoro del personale”.

 

 

menu
menu