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Oms. L’Italia si allinea nuovamente agli Stati Uniti di Trump e dice di “no” agli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale

25 luglio - L’Italia ha notificato ufficialmente all’Organizzazione mondiale della sanità il rifiuto degli emendamenti 2024 al Regolamento Sanitario Internazionale, allineandosi alla posizione degli Stati Uniti guidati da Trump. La decisione, comunicata dal ministro Schillaci in una lettera al direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus che Quotidiano Sanità ha potuto visionare, riafferma la difesa della sovranità nazionale contro potenziali ingerenze dell’Organizzazione nelle politiche sanitarie interne.

L’Italia ha ufficializzato il proprio rifiuto agli emendamenti del 2024 al Regolamento Sanitario Internazionale (RSI), adottati durante la 77ª Assemblea Mondiale della Sanità con la risoluzione WHA77.17. La decisione è stata comunicata direttamente dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, al direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, attraverso una lettera formale inviata la scorsa settimana.


Nel documento, Schillaci invoca l’articolo 61 del Regolamento per notificare ufficialmente il rifiuto da parte del governo italiano “di tutti gli emendamenti adottati” nella suddetta sede internazionale, ribadendo così l’esercizio pieno del diritto sovrano di esprimere riserve entro i termini previsti. Gli emendamenti, destinati a entrare in vigore il 19 settembre 2025 per tutti i Paesi che non si siano opposti formalmente, sono stati dunque respinti in toto da Roma.

Uno dei cambiamenti più rilevanti previsti da questi emendamenti era l’introduzione della categoria specifica di "emergenza pandemica", distinta da quella di “emergenza di salute pubblica di rilevanza internazionale (PHEIC)”. Questa nuova definizione consente di attivare meccanismi più rapidi e coordinati in presenza di eventi sanitari di grande portata, con l’obiettivo di garantire una risposta collettiva, non solo sanitaria ma anche politica e sociale. Con gli emendamenti Oms veniva poi rafforzato il concetto di preparazione sistemica, sottolineando che i Paesi devono investire e pianificare non solo in fase emergenziale, ma anche in tempi di normalità. Veniva rivisto anche il modello del certificato internazionale di vaccinazione o profilassi che si sarebbe applicato solo ai nuovi certificati emessi dopo l’entrata in vigore delle modifiche.

Dal punto di vista pratico, l’Italia continuerebbe ad applicare il Regolamento del 2005, che resta pienamente valido. Non ci sarebbe quindi alcuna uscita formale dal sistema RSI né un vuoto normativo. Tuttavia, la mancata adozione degli emendamenti comporterebbe un’importante divergenza tecnica e operativa, in particolare sul fronte dei certificati vaccinali.

L’Italia continuerà a rilasciare certificati secondo il modello precedente. Questo potrebbe creare problemi di riconoscimento nei confronti di altri Paesi che invece avranno adottato il nuovo formato. I cittadini italiani, quindi, potrebbero trovarsi in difficoltà nei viaggi internazionali, in particolare in caso di nuove emergenze sanitarie globali, con la possibilità di subire limitazioni, controlli sanitari aggiuntivi, possibili quarantene o obblighi di revaccinazione.

La mossa del governo Meloni segue ancora una volta la linea tracciata dagli Stati Uniti sotto la nuova amministrazione a guida Trump. Ieri, una nota congiunta firmata dal segretario di Stato Marco Rubio e dal ministro della Salute Robert F. Kennedy ha annunciato che anche Washington ha rigettato gli emendamenti Oms. Secondo i due esponenti, tali modifiche “ampliano significativamente l’autorità dell’Oms”, influenzando in modo improprio le risposte sanitarie nazionali e includendo concetti come “solidarietà ed equità” che la nuova leadership americana considera “politicizzati” e in contrasto con la necessità di “azioni rapide ed efficaci”.

Nella stessa dichiarazione, Rubio e Kennedy hanno ribadito l’impegno a “proteggere la sovranità nazionale e impedire ai burocrati internazionali di influenzare le politiche interne”, sottolineando il rischio di ingerenze “nella libertà di parola, nella privacy e nelle libertà personali” degli americani.

Il gesto dell’Italia rappresenta una chiara rottura con l’approccio multilaterale adottato finora e sancisce un ulteriore avvicinamento al nuovo asse atlantico conservatore in materia di sanità pubblica. La convergenza con Washington non è solo simbolica: entrambi i governi rivendicano il primato delle decisioni nazionali e rigettano qualsiasi forma di vincolo internazionale che possa interferire con l’autonomia politica o gestionale dei sistemi sanitari.

(G.R.)

 

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