Associazione dei Ginecologi Italiani:
ospedalieri, del territorio e liberi professionisti

Home / Notiziario / Personale Ssn. In manovra arrivano aumenti  indennità e prestazioni aggiuntive con flat tax. Dai medici agli infermieri ecco quanto guadagneranno con gli incrementi previsti

Personale Ssn. In manovra arrivano aumenti  indennità e prestazioni aggiuntive con flat tax. Dai medici agli infermieri ecco quanto guadagneranno con gli incrementi previsti

07 novembre – La manovra conferma e amplia gli aumenti per il personale sanitario già avviati nel 2024, portando gli incrementi complessivi a 3.052 euro lordi annui per medici e veterinari e 1.600 euro per gli infermieri. Previsti anche nuovi fondi per assunzioni stabili da 450 milioni l’anno e 143,5 milioni per prestazioni aggiuntive volte a ridurre le liste d’attesa. Gli aumenti interessano anche altre professioni sanitarie, con incrementi tra 347 e 700 euro annui. La Corte dei Conti riconosce la continuità e la portata delle misure, ma avverte il rischio di disallineamento normativo nel pubblico impiego.

La manovra di bilancio 2026 porta importanti novità per il personale del Servizio sanitario nazionale, con aumenti retributivi che arriveranno fino a 3.000 euro lordi annui per i medici, 1.600 euro lordi per gli infermieri e incrementi tra i 347 e i 700 euro lordi per le altre figure sanitarie.

È quanto emerge dal focus della Corte dei Conti sugli articoli 69-71 del disegno di legge, che analizzano le misure dedicate al personale e al rafforzamento del sistema sanitario. Come chiarisce la Corte dei Conti, questi importi rappresentano il risultato complessivo degli aumenti introdotti da due leggi di bilancio consecutive: quella del 2024, che aveva già stanziato risorse per l’incremento dell’indennità di specificità, e quella del 2026, che aggiunge nuovi fondi a partire dal prossimo anno.

La manovra 2026 stanzia 280 milioni aggiuntivi per incrementare ulteriormente l’indennità di specificità sanitaria, già potenziata dalla legge di bilancio 2024.

La Corte dei Conti sottolinea che gli importi indicati — 3.052 euro per medici e veterinari e 1.600 euro per infermieri — derivano dalla somma degli incrementi previsti dalle manovre:

– Medici e veterinari: 327 milioni già stanziati nel 2024, ai quali si aggiungono 85 milioni previsti ora. L’aumento medio aggiuntivo con la manovra 2026 è di 745 euro lordi annui, che porta il totale complessivo dell’indennità a circa 3.052 euro lordi all’anno.
– Infermieri: 285 milioni stanziati nel 2024 più 195 milioni aggiuntivi del 2026 (per un incremento medio di 701 euro annui), pari a un totale di 1.600 euro lordi annui.
– Dirigenza sanitaria non medica: +8 milioni dal 2026, pari a +503 euro annui.
Professioni sanitarie della riabilitazione, prevenzione, tecniche, ostetriche, assistenti sociali e Oss: +58 milioni dal 2026, +347 euro annui pro capite.

In sostanza, gli aumenti non sono tutti nuovi, ma il risultato di un percorso di valorizzazione del personale iniziato nel 2024 e consolidato con la manovra 2026. La Corte, pur riconoscendo la continuità dell’intervento, segnala che l’aggiunta di fondi tramite leggi successive, al di fuori del rinnovo contrattuale, rischia di accentuare il disallineamento normativo rispetto al resto del pubblico impiego.

Dal 2026, le Regioni potranno inoltre destinare 143,5 milioni di euro per finanziare prestazioni aggiuntive di medici e personale sanitario, con l’obiettivo di accelerare la riduzione delle liste d’attesa. Il beneficio stimato è di 935 euro lordi annui per i medici e 347 euro per il personale del comparto sanitario, con un’imposta sostitutiva agevolata al 15%.

Per il quadriennio 2026–2029 è introdotta in via sperimentale la possibilità, per le Regioni in equilibrio di bilancio, di aumentare fino all’1% la parte variabile dei fondi per le condizioni di lavoro e i risultati della dirigenza. La misura non comporta nuovi oneri per la finanza pubblica e si affianca alle risorse già destinate al personale dei pronto soccorso, una delle aree più critiche del sistema sanitario.

Nonostante il riconoscimento degli aumenti economici e delle nuove assunzioni, la Corte dei Conti sottolinea un aspetto di fondo: queste misure, pur positive per la tenuta del sistema sanitario, non sono perfettamente coordinate con il quadro generale del lavoro pubblico. L’assegnazione diretta di fondi per singole voci retributive — evidenziano i giudici — rischia di rompere l’equilibrio tra legge e contrattazione collettiva, come previsto dal decreto legislativo 165/2001.

In altre parole, ciò che era giustificabile durante l’emergenza pandemica rischia oggi di trasformarsi in una disparità strutturale tra personale sanitario e altri dipendenti pubblici, con possibili ripercussioni sul sistema complessivo.