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Oms, Unicef e Pmnch: oltre 150 milioni di bambini nati prematuri nell'ultimo decennio

12 maggio - Secondo le autorità internazionali si tratta di una “emergenza silenziosa”, a lungo sottovalutata nella sua portata e gravità, che sta ostacolando i progressi nel miglioramento della salute e della sopravvivenza dei bambini.

 

Il rapporto “Nato troppo presto: un decennio di azione sulla nascita pretermine” (Born too soon: decade of action on preterm birth), realizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dal Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (Unicef) insieme a Pmnch -  la più grande alleanza mondiale per le donne, i bambini e gli adolescenti - lancia l’allarme sull’”emergenza silenziosa” della nascita prematura, a lungo sottovalutata nella sua portata e gravità, che sta ostacolando i progressi nel miglioramento della salute e della sopravvivenza dei bambini. Secondo il nuovo rapporto pubblicato oggi, si stima che 13,4 milioni di bambini siano nati prematuri nel 2020 e che quasi 1 milione sia morto a causa di complicanze dovute al parto pretermine. Ciò equivale a circa 1 bambino su 10 nato prematuramente (prima di 37 settimane di gravidanza) in tutto il mondo.

Il rapporto include stime aggiornate dell’Oms e dell’Unicef, elaborate in collaborazione con la London School of Hygiene and Tropical Medicine, sulla percentuale delle nascite premature. Nel complesso, il rapporto rileva che i tassi di nascite premature non sono cambiati in nessuna regione del mondo nell’ultimo decennio, con 152 milioni di bambini vulnerabili nati troppo presto tra il 2010 e il 2020.

La nascita prematura è oggi la principale causa di morte fra i bambini, essendo responsabile di oltre 1 su 5 di tutti i decessi di bambini avvenuti prima del quinto compleanno. I bambini nati prematuri possono avere conseguenze sulla salute per tutta la vita, con una maggiore probabilità di disabilità e ritardi nello sviluppo. Partendo da un rapporto storico sull’argomento del 2012, questo nuovo rapporto “decennale” Nato troppo presto fornisce una panoramica completa della prevalenza della nascita prematura e del suo profondo impatto su donne, famiglie, società ed economie.

Troppo spesso, il luogo in cui i bambini nascono determina la loro sopravvivenza. Il rapporto rileva che solo 1 neonato estremamente prematuro (<28 settimane) su 10 sopravvive nei Paesi a basso reddito, rispetto a più di 9 su 10 nei Paesi ad alto reddito. Le enormi disuguaglianze legate all’etnia, al reddito e all’accesso a cure di qualità determinano la probabilità di nascita pretermine, morte e disabilità, anche nei Paesi ad alto reddito.

L’Asia meridionale e l’Africa sub-sahariana hanno i tassi più alti di nascite premature e i neonati prematuri in queste regioni sono a maggior rischio di mortalità. Insieme, queste due regioni rappresentano oltre il 65% delle nascite premature a livello globale. Il rapporto sottolinea anche che gli impatti dei conflitti, dei cambiamenti climatici e dei danni ambientali, del Covid-19 e dell’aumento del costo della vita stanno aumentando i rischi per le donne e i bambini ovunque. Ad esempio, si stima che l’inquinamento atmosferico contribuisca a 6 milioni di nascite premature ogni anno. Quasi 1 bambino prematuro su 10 nasce nei 10 Paesi più fragili colpiti da crisi umanitarie, secondo una nuova analisi contenuta nel rapporto.

I rischi per la salute materna, come la gravidanza adolescenziale e la preeclampsia, sono strettamente legati alle nascite premature. Ciò sottolinea la necessità di garantire l’accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva, compresa un’efficace pianificazione familiare, con un’assistenza di alta qualità durante la gravidanza e al momento del parto.

Nell’ultimo decennio si è assistito anche a una crescita dell’attivismo comunitario per la prevenzione delle nascite premature e dei nati morti, guidato da reti di genitori, professionisti del settore sanitario, mondo accademico, società civile e altri. In tutto il mondo, i gruppi di famiglie colpite da nascite premature sono stati in prima linea nel sostenere l’accesso a cure migliori e a cambiamenti politici e nel supportare altre famiglie.

In vista della Conferenza internazionale sulla salute materno-neonatale, che si terrà a Città del Capo, in Sudafrica, dall’8 all’11 maggio, Oms, Unicef, Unfpa e Pmnch chiedono che vengano intraprese le seguenti azioni per migliorare l’assistenza alle donne e ai neonati e ridurre i rischi di parto prematuro: aumento degli investimenti: mobilitare le risorse internazionali e nazionali per ottimizzare la salute materna e neonatale, garantendo un’assistenza di alta qualità quando e dove è necessaria; accelerazione dell’attuazione: raggiungere gli obiettivi nazionali di progresso attraverso l’attuazione di politiche nazionali consolidate per l’assistenza materna e neonatale; integrazione tra i settori: promuovere l’istruzione lungo tutto il ciclo di vita; sostenere investimenti economici più intelligenti, con cofinanziamenti tra i vari settori; rafforzare le risposte all’adattamento al clima lungo tutto il ciclo di vita; migliorare il coordinamento e la resilienza dei sistemi di emergenza; innovazione a livello locale: investire nell’innovazione e nella ricerca a livello locale per sostenere il miglioramento della qualità delle cure e l’equità dell’accesso.

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