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  • “Siamo qui da 20 giorni e ci sono tante questioni aperte, magari da 20 anni. E per affrontarle il mio metodo sarà quello che ho sempre seguito: studiare i dossier e poi proporre soluzioni concrete”. Schillaci scopre le carte su Covid, vaccini, personale, riforma territoriale e manovra. Il colloquio con il neo ministro

“Siamo qui da 20 giorni e ci sono tante questioni aperte, magari da 20 anni. E per affrontarle il mio metodo sarà quello che ho sempre seguito: studiare i dossier e poi proporre soluzioni concrete”. Schillaci scopre le carte su Covid, vaccini, personale, riforma territoriale e manovra. Il colloquio con il neo ministro

11 novembre - Nel suo studio a Lungotevere Ripa il ministro della Salute ha ricevuto Quotidiano Sanità insieme a poche altre testate nazionali. Un colloquio franco e diretto di un’ora in cui l’ex rettore di Tor Vergata ha voluto subito chiarire il suo approccio alla sfida complessa che ha accettato dicendo sì alla chiamata di Giorgia Meloni: “Io come metodo di lavoro ho quello di prendere i dossier, di studiarli, di approfondirli con i miei collaboratori e poi dare risposte e cercare soluzioni”. E con questo approccio, ci ha assicurato, guarderà a tutti i dossier sanità, compreso il primo grande appuntamento con la legge di Bilancio.

Riforma dell’assistenza territoriale, lotta alle liste d’attesa, una nuova campagna di comunicazione sulla vaccinazione Covid e antinfluenzale. E poi gratificazioni al personale sanitario e iniziative per contrastarne la carenza. Senza dimenticare il Covid che, se dovesse confermare la sua discesa, porterebbe ad una limatura delle misure sull’isolamento.

Anche se è da poco che ha preso in mano le redini della sanità italiana il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un colloquio di circa un’ora nel suo studio a Lungotevere Ripa, con alcune testate giornalistiche, cui Quotidiano Sanità ha partecipato, non si tira indietro e rivela quali siano i dossier più caldi su cui sta lavorando.

Ad oggi non ci sono soluzioni ancora pronte e Schillaci per questo fa capire il suo modus operandi da cui non intende distaccarsi in questa sua nuova sfida al vertice del Dicastero: “Siamo qui da 20 giorni e ci sono tante sfide da affrontare e tante questioni aperte, magari da 20 anni. Ma io come metodo di lavoro ho quello di prendere i dossier, di studiarli, di approfondirli con i miei collaboratori e poi dare risposte e cercare soluzioni”.

In cima ai suoi pensieri c’è però la riforma dell’assistenza territoriale: “La pandemia ha mostrato la fragilità della medicina territoriale. Su questo abbiamo un dossier aperto e ci stiamo confrontando con gli stakeholder ed è la cosa a cui penso dobbiamo lavorare di più anche per alleggerire la pressione su pronto soccorso e ospedali”.

In questo senso s’innesta il ragionamento sul Pnrr che vincola alcuni fondi ad alcuni progetti come le Case di comunità che per il Ministro però “non possono essere scatole vuote, dobbiamo capire cosa invece può essere ottimizzato soprattutto per offrire servizi ai cittadini che possano rispondere ai loro bisogni di salute. I soldi del Pnrr vanno usati bene”.

E così il Ministro annuncia che a breve ci saranno dei colloqui con i medici di medicina generale perché “vanno valorizzati in quanto ritengo che i professionisti se sono motivati possano lavorare meglio”. Tra le idee anche quella di coinvolgere maggiormente i medici della continuità assistenziale (ex guardia medica) nelle attività dei medici di famiglia.

Ma se per la riforma dei medici di famiglia ci vorrà ancora qualche tempo ci sono poi altre scadenze impellenti del Pnrr. “In primis – evidenzia il Ministro - la riforma degli Irccs e l’acquisizione di alcune tecnologie che vanno assolutamente chiuse entro fine anno e avremo una riunione col Ministro Fitto la prossima settimana”.

Schillaci ha poi toccato la questione della carenza di personale e anche del numero chiuso: “Sui medici c’è un problema da 10 anni. Il numero di posti per l’Università è stato aumentato solo ora con la pandemia ma erano già 10 anni che chiedevamo (ricordiamo che il Ministro è stato preside della Facoltà di Medicina di Tor Vergata ndr.) un aumento che non è arrivato e che ci ha fatto perdere in 10 anni 50 mila medici. Dobbiamo per questo trovare soluzioni adeguate insieme al Mur con cui faremo un tavolo per rivedere anche la programmazione degli specialisti”.

Considerando che “alcune scuole di specializzazione sono meno attrattive, anche perché non hanno sbocchi per la libera professione, come per esempio la medicina d’urgenza (su cui stiamo facendo un focus ad hoc) o la radioterapia”. Da qui l’idea del Ministro di immaginare “un’indennità ad hoc per alcune discipline”.

Schillaci ha poi evidenziato come stia lavorando anche sulla formazione in medicina generale dove la linea è quella di trasformarla in una specializzazione “ma senza voler togliere nulla a nessuno”. E poi annuncia anche l’intenzione d’intervenire sul tetto di spesa per il personale anche se è molto difficile che ciò avvenga nel breve termine.

Altro dossier urgente è quello delle liste d’attesa su cui Schillaci ha ricordato come “la pandemia ha fatto trascurare molte malattie, tra le quali quelle oncologiche, facendo saltare prevenzione, esami diagnostici, follow up e interventi chirurgici. Temo un aumento delle malattie neoplastiche che potrebbero in taluni casi diventare anche più aggressive”. Motivo per cui Schillaci ha in agenda un incontro le Regioni per “un focus sul tema”.

Accanto a questo l’idea è quella di fare in modo di “aumentare l’offerta di prestazioni, anche di quelle del privato convenzionato, stando però bene attenti a non danneggiare il servizio pubblico. Ma poiché a un aumento dell’offerta segue di solito anche una maggiore richiesta di prestazioni bisognerà fare attenzione anche a selezionare i tipi di esami effettivamente necessari, serve più appropriatezza per evitare gli sprechi” e qui le linea guida da seguire sono i Pdta, i percorsi diagnostici e terapeutici che consentono per ogni tipologia di pazienti di stabilire quali accertamenti e medicinali servano veramente, e l’Hta, l’health technology assessment, che permettono di valutare l’effettivo rapporto costo-beneficio per ogni tipologia di intervento sanitario.

Nodo caldissimo poi quello delle risorse con la Legge di Bilancio ormai alle porte e le pressanti richieste che provengono da tutto il settore, Regioni in primis. Ma i margini di manovra sono ristretti: “Il momento congiunturale è complicato tra pandemia, guerra e caro energia”, chiarisce il Ministro che comunque non si tira indietro: “Un’attenzione maggiore è doverosa. La gratificazione e la carenza personale sono oggettive e sono problemi veri. Le fragilità che la pandemia ha messo in evidenza e l’importanza che riveste la salute sono quegli elementi che userò” per cercare di far capire l’importanza d’investire sulla sanità.

E poi il Covid sul quale il Ministro ha chiarito di voler ancora ancora monitorare la situazione prima di allentare le misure sull’obbligo di isolamento per i positivi: “Se i dati continuano ad essere buoni cercheremo sull’isolamento di avere norme meno rigide. Siamo attenti a vedere gli sviluppi e oggi i dati sono incoraggianti”. Il tutto seguendo un approccio scientifico.

E infine i vaccini, per i quali Schillaci ha anticipato che il Ministero “sta preparando una campagna di comunicazione per la vaccinazione anti Covid e antinfluenzale”.

Luciano Fassari

 

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