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Disforia di genere. Schillaci e Roccella: “Tavolo per nuove linee guida su uso triptorelina”

29 marzo - “Il tavolo di tecnici ed esperti, la cui composizione verrà completata nei prossimi giorni, è finalizzato all’elaborazione di nuove specifiche linee di indirizzo, alla luce di una ricognizione della letteratura scientifica e delle esperienze di altri Paesi che, dopo aver promosso una pratica estensiva di questi farmaci, stanno rivedendo le proprie posizioni”. Così i due ministri in un comunicato congiunto.

“Prende il via, all’esito di un intenso lavoro istruttorio, un tavolo comune del Ministero della Salute e del Ministero della Famiglia, promosso dai ministri Orazio Schillaci ed Eugenia Roccella, sulla problematica della disforia di genere dei minori, a partire dall’utilizzo della triptorelina, il farmaco bloccante della pubertà. Il tavolo di tecnici ed esperti, la cui composizione verrà completata nei prossimi giorni, è finalizzato all’elaborazione di nuove specifiche linee di indirizzo, alla luce di una ricognizione della letteratura scientifica e delle esperienze di altri Paesi che, dopo aver promosso una pratica estensiva di questi farmaci, stanno rivedendo le proprie posizioni”.

A darne notizia è un comunicato congiunto dei due ministeri, che riepiloga anche l’attività fin qui compiuta a proposito della problematica della disforia di genere e dell’utilizzo dei bloccanti.

“L’iniziativa – si legge ancora nella nota – fa seguito all’audizione, presso il Ministero della Salute, delle principali società scientifiche coinvolte nella problematica della disforia di genere negli adolescenti, e a un quesito avanzato al Comitato Nazionale di Bioetica per valutare l’opportunità di riesaminare la questione dell’uso della triptorelina nei casi di disforia di genere dei minori. Tale istanza è stata inoltre accompagnata, tra l’altro, dall’avvio di una ricognizione presso le Regioni relativamente al monitoraggio clinico e di spesa e alle prescrizioni di triptorelina per i casi di disforia, e alla richiesta di una relazione ad Aifa – conclude il comunicato – sulle indicazioni terapeutiche per la somministrazione del farmaco”.

Per i ministri “Le notizie giornalistiche sul caso Careggi, con le successive interrogazioni parlamentari e la conseguente ispezione, e i mutamenti di indirizzo da parte di altri Paesi che avevano promosso un utilizzo estensivo di questi farmaci e ora stanno rivedendo le proprie posizioni – affermano Schillaci e Roccella –, hanno reso non solo necessaria, ma anche urgente, una ricognizione tanto della letteratura scientifica quanto dei cambiamenti a livello procedurale, regolatorio ed eventualmente legislativo intervenuti all’estero, segnalati anche in atti parlamentari come quelli delle onorevoli Zanella e Madia.

Questa ricognizione, affidata a esperti di alta e riconosciuta qualificazione scientifica, potrà fornire elementi conoscitivi a garanzia dei minori e dell’adeguatezza dei percorsi terapeutici, elementi che siamo certi stanno a cuore a tutti. Si tratta – concludono i ministri - di un lavoro tecnico-scientifico e non di una consultazione associativa, sicché nessuna ‘esclusione’ può essere lamentata e anche le contestazioni di metodo sono totalmente prive di fondamento”.

 

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