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Semestre filtro Medicina. Fisica ferma circa il 90% degli studenti. Ora rischio posti vuoti in facoltà

4 dicembre – Il primo appello registra percentuali di promossi bassissime, specialmente in Fisica. I dati pongono un rischio senza precedenti: che i posti disponibili in facoltà superino il numero di studenti effettivamente idonei a occuparli.

Una vera e propria ecatombe che non conosce eccezioni geografiche. La prima tornata di esami del semestre filtro per l’accesso a Medicina ha prodotto, in tutta Italia, una valanga di bocciati. A fare strage, in particolare, è l’esame di Fisica, con percentuali di promossi che in molti atenei crollano sotto la soglia del 10%. Un’ecatombe che traccia un quadro nazionale omogeneo e desolante, e che ora apre uno scenario inedito: il rischio che, a gennaio, il numero di studenti idonei ad iscriversi a Medicina sia inferiore ai posti disponibili.

I dati, ancora parziali in attesa del report ufficiale del Ministero dell’Università, dipingono una fotografia impietosa, senza grandi differenze tra Nord e Sud. Secondo le proiezioni, a livello nazionale le percentuali di idonei si aggirerebbero sul 20% per Biologia, poco meno per la Chimica, e su un drammatico 10% per la Fisica.

Le cifre degli atenei sono un bollettino di guerra. All’Università Statale di Milano, su 3.173 studenti solo il 12% ha superato Fisica. All’Alma Mater di Bologna la percentuale è del 10%. A Catania si scende al 9,4%, mentre a Bari i promossi in Fisica sono il 10,3%. Un po’ meglio, ma non troppo, va a Palermo (13%) e alla Bicocca di Milano (17%). Anche le medie dei voti sono basse, spesso poco sopra la sufficienza: 21,9 in Biologia, 21,2 in Chimica, 21 in Fisica.

“Nessuno ha copiato”, aveva dichiarato nei giorni scorsi la ministra dell’Università Anna Maria Bernini, respingendo le polemiche su presunte soluzioni collettive e scarsi controlli. I numeri sembrano darle ragione, sgonfiando l’ipotesi di un “effetto copiatura” di massa.

Ora per oltre 53mila aspiranti camici bianchi coinvolti in tutta Italia è già tempo di guardare al secondo appello, fissato per il 10 dicembre. I risultati saranno resi noti il 23 dicembre, a ridosso del Natale. Secondo notizie in possesso dell’Ansa, le prove sono già pronte e non saranno facilitate, escludendo così la possibilità di un esame di recupero più semplice. Una seconda chance che, visti i picchi di insufficienze, si preannuncia decisiva e drammatica.

È infatti la prima volta che il meccanismo del semestre filtro – introdotto per selezionare gli studenti dopo l’abolizione del numero chiuso nazionale – rischia di produrre un esito paradossale: meno idonei dei posti banditi. Per poter accedere alla graduatoria nazionale di gennaio e iscriversi di diritto, infatti, è necessario aver superato tutti e tre gli esami. Se le percentuali resteranno queste, migliaia di posti in facoltà potrebbero rimanere vuoti, mentre migliaia di ragazzi vedrebbero svanire il proprio sogno non per una selezione, ma per una preparazione giudicata largamente insufficiente su prove che le stesse università definiscono “inattese” nella loro difficoltà.

L’autunno di Medicina si chiude così con un bilancio shock, che impone una riflessione non solo sugli studenti, ma sull’intero sistema di orientamento e preparazione che li ha condotti a questo esame con risultati così disastrosi e, soprattutto, così uniformemente disastrosi da Nord a Sud del Paese.