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Sepsi materna. Il programma APT-Sepsis riduce mortalità e complicanze del 30%

21 novembre – Uno studio Oms, Hrp e Università di Liverpool su oltre 430mila partorienti, pubblicato sul New England Journal of Medicine, mostra che un approccio strutturato alla prevenzione delle infezioni abbassa del 32% decessi e morbilità gravi. Migliorano igiene delle mani, uso appropriato degli antibiotici e risposta tempestiva alla sepsi.

Un approccio strutturato e sostenibile alla prevenzione e al controllo delle infezioni salva la vita delle donne riducendo le infezioni gravi e i decessi materni del 30% rispetto alle cure tradizionali.
È quanto emerge da un nuovo studio dell’Oms, del Programma speciale delle Nazioni Unite sulla riproduzione umana (HRP) e dell’Università di Liverpool, pubblicato sul New England Journal of Medicine.

L’infezione e la sepsi materne, una condizione pericolosa che si verifica quando la risposta dell’organismo alle infezioni provoca lesioni ai propri tessuti e organi durante o dopo la gravidanza, rimangono una delle principali cause di morte materna in tutto il mondo. In molte strutture sanitarie, pratiche semplici e basate sull’evidenza, come l’igiene delle mani, la diagnosi precoce delle infezioni e il trattamento tempestivo, vengono applicate in modo incoerente.
Il programma di Prevenzione Attiva e Trattamento della Sepsi Materna (APT-Sepsis) è stato progettato per colmare queste lacune, supportando gli operatori sanitari nel seguire i “cinque momenti per l’igiene delle mani” dell’Oms, nell’applicare le linee guida dell’Oms sulla prevenzione e il trattamento delle infezioni materne e nell’utilizzare il pacchetto FAST-M: fluidi, antibiotici, controllo della fonte, trasferimento se necessario e monitoraggio per il riconoscimento precoce e la risposta alla sepsi.
Lo studio, condotto in 59 ospedali in Malawi e Uganda e che ha coinvolto 431.394 partorienti, dimostra che queste azioni incidono in modo sostanziale sui risultati clinici. Gli ospedali che hanno implementato APT-Sepsis hanno registrato una riduzione del 32% della mortalità materna correlata alle infezioni e della morbilità grave. Inoltre, hanno segnalato miglioramenti nell’aderenza all’igiene delle mani, nella profilassi antibiotica durante i parti cesarei e nel monitoraggio di routine dei parametri vitali.

Il programma APT-Sepsis promuove un approccio mirato e sistemico alla prevenzione e al trattamento delle infezioni materne. Aiuta gli operatori sanitari ad applicare le raccomandazioni dell’Oms basate sull’evidenza, garantendo che gli antibiotici siano utilizzati in modo appropriato e solo quando necessario, insieme ad altre azioni fondamentali come una corretta igiene delle mani, la preparazione antisettica prima dell’intervento chirurgico, la diagnosi precoce delle infezioni e l’uso strutturato del pacchetto terapeutico FAST-M.
Ciò dimostra che l’applicazione delle linee guida dell’Oms attraverso un approccio strutturato e sostenibile può trasformare l’assistenza materna, anche in contesti con risorse limitate. I risultati evidenziano come una migliore prevenzione delle infezioni, un’igiene più adeguata e un’assistenza tempestiva possano salvare la vita di migliaia di madri ogni anno.

“Il programma APT-Sepsis è la dimostrazione di ciò che si può ottenere quando scienza, politica e cure di prima linea si uniscono”, ha affermato Jeremy Farrar, Direttore Generale Aggiunto dell’Oms. “Ridurre le infezioni e i decessi materni di oltre il 30% non è solo un successo clinico, ma un invito all’azione per i sistemi sanitari globali a dare priorità alla prevenzione delle infezioni nell’assistenza materna. Dobbiamo garantire che queste pratiche salvavita siano diffuse e sostenute in tutti i contesti”.
Successivamente, l’Oms, l’HRP e i partner stanno collaborando con i paesi per adattare e ampliare l’approccio all’interno dei sistemi sanitari nazionali, garantendo che gli insegnamenti tratti da Malawi e Uganda si traducano in strategie più efficaci per la prevenzione delle infezioni e la qualità dell’assistenza a livello globale.