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Con la pandemia è boom della spesa per beni e servizi, diventata la prima voce superando quella per il personale. E nel 2021 torna a crescere quella per gli acquisti da privato

21 ottobre - Sono alcuni dei numeri contenuti nella Relazione al Parlamento sullo Stato Sanitario del Paese 2017-2021 del Ministero della Salute. La spesa per consumi intermedi (in gran parte farmaci ospedalieri e dispositivi medici) è diventata la prima voce con il 31,46% del totale pari a 39 mld. Segue quella per il personale al 30,29% e l’assistenza da privato che tocca il 20,53%. Per la medicina di base la spesa è vicino al 6%. LA RELAZIONE

 

Con la pandemia si è registrato un vero e proprio boom della spesa per i consumi intermedi (beni e servizi tra cui i farmaci e i dispositivi medici sono l'ago della bilancia). Dal 2019 al 2021 la spesa è cresciuta di oltre il 10% e ad oggi rappresenta oltre il 31% del totale della spesa sanitaria del 2021. A mettere nero su bianco questo andamento è la Relazione al Parlamento sullo Stato Sanitario del Paese 2017-2021 appena pubblicata dal Ministero della Salute dopo 8 anni in cui non era stata redatta.

Questo trend ha fatto si che la spesa per i consumi intermedi sia diventata la prima voce di spesa. Segue quella per il personale al 30,29% e l’assistenza da privato che tocca il 20,53%.

La spesa sanitaria. Sulla base dei dati depositati dalle Regioni e dalle Province Autonome nel Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) con riferimento al 4° trimestre 2021, la spesa complessivamente sostenuta del Servizio sanitario nazionale (SSN) per la garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ammonta, nell’anno 2021, a 124.176 milioni di euro. Nel periodo in esame, 2017-2021, si evidenzia un andamento crescente, passando da 113.590 milioni di euro nel 2017 a 124.176 milioni nel 2021, con un incremento complessivo, nell’intervallo di tempo considerato, di circa il 9,3%. L’incremento più significativo si rileva negli anni 2020 (+3,3%) e 2021 (+3,2) a causa dei maggiori costi sostenuti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19. Principali novità Fino al 2019 la spesa evidenzia un andamento complessivamente costante, determinato dall’effetto frenante dei vari interventi in tema di contenimento e razionalizzazione imposti dalla normativa nazionale e regionale, che hanno interessato tutte le componenti ma particolarmente il personale e gli acquisti di prestazioni di assistenza ospedaliera e specialistica da operatori privati accreditati. Si rappresenta di seguito la composizione della spesa con riferimento all’anno 2021 e ’incidenza percentuale di ciascuna componente. Con riferimento all’andamento dei singoli aggregati di spesa si evidenzia quanto segue. Redditi da lavoro dipendente

Costo personale. L’aggregato ricomprende i costi del personale degli Enti del SSN, appartenente ai ruoli sanitario, professionale, amministrativo e tecnico, nonché il costo relativo alla corresponsione dell’indennità per il personale universitario (“Indennità De Maria”). A partire dal 2017 il costo rilevato presenta un andamento crescente, sia a causa dei rinnovi contrattuali intervenuti con riferimento al triennio 2016-2018, sia per la cessazione di vincoli derivanti da norme nazionali orientate al contenimento e razionalizzazione della spesa e, con riferimento al 2020, per le nuove norme volte al rafforzamento del SSN per il contrasto all’emergenza da Covid-19. Il costo rilevato nel 2021 rappresenta circa il 30% del totale della spesa complessivamente sostenuta dal SSN. Nel periodo in esame, 2017-2021, si evidenzia un incremento del 9,52%, passando da 34.268 a 37.615 milioni di euro.

Consumi intermedi I consumi intermedi incidono, nel 2021, per il 31,5% circa sul totale della spesa sanitaria. L’analisi del trend si caratterizza, nell’arco di tempo considerato, da un incremento significativo nel 2020 con un peso percentuale del 10,2% rispetto al 2019. Negli anni fino al 2019 la dinamica risulta invece contenuta grazie allo sviluppo di strumenti a supporto delle Regioni, quale per esempio la centralizzazione degli acquisti, e all’imposizione di tetti che hanno contribuito al contenimento della spesa. Tra le voci di costo più significative all’interno dell’aggregato sono da segnalare gli acquisti diretti di farmaci, a livello territoriale e ospedaliero, e di dispositivi medici. Con riferimento ai farmaci, in particolare, va considerato l’effetto del potenziamento della distribuzione diretta che ha determinato comunque una crescita della spesa nonostante le misure di contenimento.

Farmaceutica convenzionata La spesa tra il 2017 e il 2020 è passata da 7.592 a 7.374 milioni di euro con una variazione percentuale negativa del 3,5% tra il 2019 e il 2020 dovuta alle restrizioni legate all’emergenza da Covid-19. L’andamento dell’aggregato negli anni in esame è determinato anche dalle misure di contenimento, incluso il tetto di spesa, adottate ormai da molti anni e dalla spinta verso la distribuzione diretta e per conto dei farmaci.

Medicina di base I costi per la medicina di base nel 2021 sono pari a 7.159 milioni di euro e rappresentano il 6% circa della spesa complessivamente sostenuta. Con riferimento al periodo considerato, si evidenzia un andamento sostanzialmente costante fino al 2019. L’incremento riscontrato a partire dal 2019 è riconducibile sia al rinnovo delle convenzioni sia ai maggiori costi sostenuti per fronteggiare l’emergenza da Covid-19.

Acquisto di prestazioni di assistenza specialistica e ospedaliera da privato Comprende gli acquisti di prestazioni da convenzionati SUMAI (Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria), da ospedali classificati, Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) privati, policlinici privati e altri operatori privati accreditati. I costi per l’acquisto di prestazioni di assistenza specialistica ammontano nel 2021 a 5.122 milioni di euro, con un incremento dell’8,9% rispetto al 2020, e incidono sul totale della spesa per il 4,13%. L’andamento registrato negli anni fino al 2019 appare sostanzialmente costante sia per effetto dell’adozione degli strumenti di governo della spesa adottati sia a livello nazionale che a livello regionale, sia grazie al consolidamento del processo che ha comportato una maggiore erogazione in ambito ambulatoriale di alcune prestazioni ritenute inappropriate in ambito ospedaliero. I costi per l’acquisto di prestazioni ospedaliere ammontano, nel 2021, a 9.179 milioni di euro e incidono sul totale della spesa con una percentuale del 7,39%.

L’andamento dei costi sia per l’assistenza ospedaliera sia per la specialistica appare costante fino al 2019, mentre nel 2020 si assiste a una flessione pari, rispettivamente, al 2,9% e al 5,7%. Tale flessione è determinata, in particolare, dalla possibilità data alle Regioni dall’art. 5 sexies del Decreto Legge n. 18 del 2020 di rimodulare o sospendere le attività di ricovero e ambulatoriali differibili e non urgenti in relazione all’emergenza pandemica. Le misure introdotte dal Decreto Legge n. 95/2012 tese a stabilizzare tale tipologia di spesa, ancorandone il livello massimo consentito al valore dell’anno 2011 – 2%, sono state integrate nel corso degli ultimi anni (al netto degli effetti determinati dalla normativa emergenziale adottata per la pandemia da Covid-19) con deroghe relative a particolari prestazioni (per es., alta complessità) che ne hanno in parte consentito un lieve incremento, anche in considerazione della modifica del vincolo di spesa dettato dal Decreto Legge n. 124/2019, art. 45, comma 1-ter, che ha individuato il livello massimo di spesa per tale aggregato al valore registrato nell’anno 2011, fermo restando il rispetto dell’equilibrio economico e finanziario del SSN.

Altra assistenza da privato L’aggregato ricomprende tra l’altro gli acquisti di prestazioni di assistenza protesica, integrativa, riabilitativa, psichiatria, file F, prestazioni termali e sociosanitarie a rilevanza sanitaria. Complessivamente, nel 2021, tali prestazioni incidono per il 9,01% sul totale della spesa.

Altre componenti di spesa Sono le voci residuali della spesa sanitaria, quali ammortamenti, imposte e tasse ecc. Il valore complessivo, pari a circa 7.467 milioni di euro nel 2021, incide sul totale della spesa con un valore pari a circa il 6%.

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