19 settembre – L’Italia da sola ha rappresentato il 38% del totale dei casi segnalati. Tra il 2019 e il 2023 il nostro Paese ha riportato il 40% dei casi europei (111 su 277), in gran parte classificati come probabili e concentrati per il 91% negli over 65, soprattutto donne. L’Ecdc richiama l’urgenza di mantenere alta la copertura vaccinale, in particolare tra gli anziani, per prevenire nuove infezioni e decessi.
Crescono i casi di tetano. Nel 2023, 26 Paesi dell’Ue/See hanno segnalato 73 casi, con un leggero aumento rispetto ai 53 casi riportati nel 2022: è il numero più alto dal 2019 quando sono stati segnalati 69 casi scesi a 32 nel 2020, e poi cresciuti nel 2021 (50 casi) e nel 2022 (53 casi). Dei casi segnalato nel 2023, 13 (18%) sono stati confermati, 58 (79%) sono stati classificati come probabili. Soprattutto, l’Italia ha rappresentato il 38% di tutti i casi notificati, i Paesi Bassi, Polonia e Romania hanno complessivamente contribuito al 32% delle segnalazioni. Undici Paesi invece non hanno registrato casi.
Tra il 2019 e il 2023, l’Italia ha riportato il 40% (n=111) di tutti i casi notificati nell’Ue/See (n=277). In questo periodo, il Paese ha segnalato per lo più casi probabili (93%), a differenza degli anni precedenti al 2018, quando i casi erano classificati principalmente come confermati. Tuttavia, la definizione di caso utilizzata per le notifiche non ha mai coinciso con quella europea. Dei 111 casi segnalati dall’Italia tra il 2019 e il 2023, il 91% ha riguardato persone di età pari o superiore a 65 anni.
Questo il quadro tracciato dall’ultimo report dell’Ecdc.
Il tetano è una grave malattia causata dalla neurotossina del batterio Clostridium tetani, che penetra attraverso le ferite e si sviluppa in condizioni di scarsa ossigenazione. A differenza di altre malattie prevenibili con il vaccino, il tetano non è contagioso e può essere contratto solo tramite contaminazione diretta con spore presenti nel terreno, nella polvere e nelle feci. La neurotossina colpisce il sistema nervoso, provocando rigidità e spasmi muscolari. La malattia si presenta in tre forme: generalizzata, localizzata e cefalica, con la forma generalizzata che risulta la più comune.
La vaccinazione rappresenta il principale metodo di prevenzione e riduce significativamente l’incidenza della malattia nelle aree con programmi di immunizzazione completi. Il tetano rimane invece una minaccia nelle zone con copertura vaccinale insufficiente, colpendo in particolare i neonati e le madri. Il trattamento prevede l’impiego di immunoglobuline, antibiotici e la cura delle ferite, ma una volta che la tossina si lega ai neuroni non può più essere neutralizzata. Nonostante la diminuzione dei casi in Europa, è essenziale mantenere alta la copertura vaccinale, soprattutto tra gli anziani e i gruppi a rischio.
I dati. La fascia d’età più colpita è quella degli adulti di età pari o superiore a 65 anni, con una prevalenza di donne.
Nel 2023 sono stati segnalati 13 casi mortali di tetano (pari al 21% dei 63 casi con esito noto), per lo più in donne di età superiore ai 79 anni. Questo numero supera il numero annuale di decessi segnalati nel periodo 2019-2022 (intervallo: 5-11).
L’attuale situazione epidemiologica nell’Ue/See, evidenzia l’Ecdc, potrebbe essere spiegata dalla minore copertura vaccinale o dal calo dell’immunità tra le popolazioni più anziane. La copertura vaccinale media ponderata per la popolazione UE/SEE contro difterite, tetano, tossoide e pertosse (DTP3) tra i bambini di un anno è leggermente diminuita ma è rimasta elevata, raggiungendo il 92,8% nel 2023 (94,3% nel 2019, 93,4% nel 2020, 93,6% nel 2021, 93,4% nel 2022). Data la gravità del tetano, avverte l’Ecdc, è necessario mantenere elevati tassi di vaccinazione in tutte le fasce d’età idonee e continuare a sviluppare e attuare strategie per proteggere gruppi specifici, in particolare gli anziani, nei paesi con tassi più elevati di malattia.
