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Gravidanza. Esposizione a ftalati mette a rischio il feto

16 febbraio - Gli ftalati, se presenti nella dieta di una gestante, possono causare danni al feto perché attraversano la placenta ed entrano nel flusso sanguigno fetale. Queste sostanze chimiche derivanti dalla plastica sono presenti in particolare nei cibi ultraprocessati, a causa sia degli imballaggi, sia dei guanti usati dagli operatori nel confezionamento.

Gli ftalati, una classe di sostanze chimiche derivate dalla plastica, possono insinuarsi negli alimenti ultraprocessati non solo attraverso gli imballaggi, ma anche attraverso i guanti indossati da chi manipola gli alimenti stessi. Entrando nella catena alimentare, queste sostanze mettono a rischio le donne in gravidanza perché possono attraversare la placenta ed entrare, così, nel flusso sanguigno fetale, causando stress ossidativo e infiammazione generalizzata.

A lanciare l’allarme è un team coordinato da Sheela Sathyanarayana, del Seattle Children’s Research Institute (USA), che ha pubblicato uno studio su Environmental International.

Lo studio
I ricercatori hanno estrapolato i dati dalla coorte Conditions Affecting Neurocognitive Development and Learning in Early Childhood (CANDLE), che comprendeva 1.031 donne in gravidanza. I livelli di ftalati sono stati misurati durante il secondo trimestre di gestazione. Dall’analisi è emerso che i cibi ultraprocessati rappresentavano dal 10 al 60% della dieta delle donne, per una media del 38,6% del regime dietetico. Inoltre, ogni 10% di ulteriore consumo di questi cibi è risultato a una concentrazione del 13% più alta di di(2-etilexil)ftalato, uno tra gli ftalati più comuni e dannosi.

Fonte: Environmental International 2024

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