Cancro collo utero. Oms: “Vaccino HPV funziona. In Inghilterra, tra i primi paesi a introdurlo, tumori quasi eliminati tra le donne vaccinate”. Ma in Italia le vaccinazioni sono in calo
6 maggio - Lo studio è stato pubblicato su Lancet ed è stato ripreso da Oms Europa come esempio del successo della vaccinazione anti HPV. L’Oms ricorda che nella regione europea un cancro al colle dell’utero viene diagnosticato ogni anno a più di 66.000 donne e che, sempre ogni anno, più di 30.000 perdono la vita per questo tipo di tumore. Ma in Italia gli ultimi dati delle coperture vaccinali, sia per le femmine che per i maschi, mostrano un significativo calo rispetto a quelle riferite al 2019.
I vaccini contro il papillomavirus umano (HPV) sono in uso da 15 anni. Gli studi clinici hanno dimostrato fin dall'inizio che questi vaccini sono sicuri ed efficaci. Quei paesi che hanno raggiunto tassi elevati di copertura vaccinale contro l'HPV hanno già dimostrato l'impatto della vaccinazione nel mondo reale: riduzioni significative delle infezioni da HPV, delle lesioni cervicali precancerose (CIN) e delle verruche genitali, quest'ultime sia nelle femmine che nei maschi.
Lo sottolinea Oms Europa che riprende i nuovi dati provenienti da uno dei primi paesi della regione europea a introdurre la vaccinazione HPV. In Inghilterra, Regno Unito, i ricercatori hanno infatti scoperto che il programma di immunizzazione HPV ha quasi eliminato il cancro cervicale nelle donne nate dal 1 settembre 1995 (che sono state vaccinate all'età di 12-13 anni) e che anche l'incidenza tra queste donne di CIN in fase avanzata (grado 3) che potrebbe successivamente trasformarsi in cancro è stata significativamente ridotta (vedi studio completo su Lancet).
Non c’è tempo da perdere. Nella regione, ricorda Oms Europa, a più di 66.000 donne viene diagnosticato un cancro del collo dell'utero e più di 30.000 muoiono ogni anno. Considerando l'ottimo profilo di sicurezza dei vaccini HPV e l'elevato impatto dimostrato, è urgente che tutte le ragazze di ogni paese abbiano facile accesso a questa protezione.
Nell'ultimo decennio, la Regione ha ampliato l'accesso ai vaccini HPV e la diffusione è in aumento. I vaccini sono ora offerti di routine alle ragazze (e in alcuni paesi anche ai ragazzi) di età compresa tra i 9 ei 14 anni in 38 dei 53 paesi della Regione.
Nel 2019-2020, 20 paesi hanno vaccinato oltre il 50% delle ragazze adolescenti prese di mira e 8 paesi sono stati in grado di raggiungere l'80%. La vaccinazione tempestiva prima che ogni coorte incontri il virus è la chiave per prevenirne la successiva diffusione.
Eliminazione del cancro cervicale. I risultati dall'Inghilterra ribadiscono che il cancro cervicale è una malattia prevenibile, sottolinea Oms Europa, che rimarca come la malattia sia anche curabile se rilevata precocemente e adeguatamente trattata.
In collaborazione con i partner, Oms Europa sta sviluppando la "Roadmap per accelerare l'eliminazione del cancro cervicale come problema di salute pubblica nella regione europea dell'OMS 2022-2030".
Nella road map verrà delineato un percorso basato su un accesso universale ed equo alla vaccinazione HPV, insieme a screening appropriati del cancro cervicale, diagnosi tempestive e cure di qualità insieme a cure palliative per tutte le donne.
La situazione in Italia. I dati delle coperture vaccinali (ciclo completo) 2020, sia per le femmine che per i maschi, mostrano un significativo calo rispetto a quelle riferite al 2019. Il decremento delle coperture può essere dovuto principalmente alle difficoltà organizzative dovute alla gestione della pandemia. Il trend è stato fotografato nell’ultimo aggiornamento del ministero della Salute (ottobre 2021).
La copertura vaccinale media per HPV nelle ragazze è al di sotto della soglia ottimale prevista dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (95% nel dodicesimo anno di vita). Anche a livello regionale, nessuna Regione/PP.AA. raggiunge il 95% in nessuna delle coorti prese in esame. Le coperture relative al 2020 per il ciclo completo per le ragazze raggiungono un valore massimo dell’81,89% per la coorte 2004 (regione Umbria), dell’82,69% per la coorte 2005 (Regione Umbria), dell’81,03% per la coorte 2006 (Regione Emilia Romagna), del 76,62% per la coorte 2007 (Regione Emilia Romagna) e del 61,71% per la coorte 2008 (P.A. di Trento).