Intramoenia in crescita: nel 2023 guadagni per oltre 286 mln, +11,7% sul 2022. La Relazione del Ministero al Parlamento
11 luglio - A tanto ammonta la differenza tra i ricavi (1,286 miliardi di euro) e i costi sostenuti dalle aziende per erogare le prestazioni in Alpi (poco meno di 1 miliardo). Continuano a diminuire i medici che esercitano l’Alpi, 43.800 circa, pari al 37,9% se si considera il totale dei medici e al 41,9% se si considerato i medici con rapporto esclusivo. La visita cardiologica con ECG è la prestazione più erogata. La maggiore spesa pro-capite si registra in Emilia-Romagna (37,8 euro, 21,8 la media italiana. Ma la Regione che ha incassato di più nel 2023 è la Lombardia: 73 milioni. LA RELAZIONE
Dopo la dura flessione (-28%) del 2020, anno del Covid, si conferma il trend in crescita per l’attività intramoenia in Italia.
Lo mostra la Relazione annuale del ministero della Salute sullo stato di attuazione dell’esercizio dell’attività libero-professionale intramuraria per l’anno 2023 che il ministero della Salute ha trasmesso martedì al Parlamento. Se già nel 2021 il trend tornava in linea con gli anni precedenti e i ricavi totali risultano superavano il 1 milione di euro (1,087 mld di euro per la precisione), con un incremento rispetto all’anno precedente del 33%, nel 2022 si è assiste a un ulteriore salto avanti e nel 2023 i ricavi hanno raggiunto il valore di 1.286 milioni di euro, con un saldo a fine anno di oltre 286 milioni di euro (una volta tolte le spese sostenute dalle aziende per erogare le prestazioni in Alpi, pari a poco meno di 1 miliardo) pari a quasi il 12% in più del 2022. In pratica, i costi per le aziende rappresentano circa il 78% dell'Alpi.
In termini di spesa pro-capite, l’intramoenia nel 2023 vale 21,8 euro per ogni cittadino residente in Italia (contro i 20 del 2022), ma la situazione è estremamente variegata sul territorio nazionale con forti discrepanze tra Nord e Sud del Paese. In particolare, nel 2023, i picchi maggiori si registrano nelle Regioni Emilia-Romagna (37,8 euro pro-capite/anno), Valle d’Aosta (33,9 euro/anno), Piemonte (31 euro /anno) mentre la spesa pro-capite per prestazioni in ALPI è minima in Molise (4,4 euro/anno), in Calabria (6,6 euro/anno) e nella P.A. di Bolzano (7,9 euro/anno), ed in generale significativamente inferiore alla media nazionale nelle Regioni meridionali (pur essendo cresciuta in tutte le Regioni rispetto all’anno precedente).
La Regione che ha comunque guadagnato di più dalle prestazioni in intramoenia è la Lombardia, con un saldo nel 2023 pari a 73,4 milioni di euro, seguita dall’Emilia Romagna (40,6 mln) e dalla Toscana (32,1 mln).
A livello nazionale, la parte più consistenti dei ricavi per l’attività di intramoenia proveniente dall’area delle prestazioni specialistiche, che si attesta nel 2023 a quasi il 70%. La quota di attività libero professionale intramuraria afferente all’area ospedaliera rappresenta il 19,5% (il restante è “Altro”: sanità pubblica, consulenze, ecc.).
Le visite più prenotate in intramoenia sono la visita cardiologica, la visita ginecologica e la visita ortopedica. Per quanto riguarda le prestazioni strumentali, quelle maggiormente richieste sono state l’elettrocardiogramma, l’ecografia all’addome inferiore, superiore e completo, l’ecografia monolaterale e bilaterale della mammella, l’eco (color) dopplergrafia cardiaca e la mammografia monolaterale e bilaterale della mammella.
Circa il 53% delle prenotazioni ha un tempo di attesa inferiore ai 10 giorni; il 31% viene fissato tra gli 11 e i 30/60 giorni (a seconda che si tratti di una visita specialistica o di una prestazione strumentale); solo per il 16% delle prenotazioni si deve attendere oltre i 30/60 giorni.
Ma quanti sono i dirigenti medici che esercitano la libera professione intramuraria? . Nel corso degli ultimi anni, il numero complessivo è diminuito sia in termini assoluti sia in termini percentuali (rispetto al totale dirigenti dipendenti di Aziende del Servizio Sanitario Nazionale). Nel 2023 la Relazione conta 43.804 medici (mancano i dati del Molise ma, come spiega il ministero nel documento, “trattandosi di una regione con un numero contenuto di Dirigenti medici, tale carenza informativa non impatta significativamente sugli andamenti generali del fenomeno”), rispetto ai 44.791del 2022 (in 10 anni il decremento è stato di oltre il 15%). In termini percentuali, nel 2023 esercitava l’Alpi il 37,9% dei medici in forza al Ssn e il 41,9% del totale dei medici con rapporto di lavoro esclusivo.
L’84,1% dei Dirigenti medici nel 2023 ha esercitato l’Alpo esclusivamente all’interno degli spazi aziendali (inclusi gli spazi in locazione che, ai fini della rilevazione, erano da considerarsi propriamente spazi aziendali), il 7,4% circa esercita al di fuori della struttura ed l’8,5% svolge attività libero professionale sia all’interno che all’esterno delle mura aziendali (ad esempio attività in regime ambulatoriale svolta presso il proprio studio professionale ed attività in regime di ricovero svolta all’interno degli spazi aziendali). La quota di medici che esercita la libera professione esclusivamente all’interno degli spazi aziendali è cresciuta dal 78,6% dell’anno 2015 a 84,1% dell’anno 2023.