Chirurgia. Negli USA un robot esegue da solo il primo intervento senza aiuto umano
11 luglio - Addestrato con video reali e guidato da un sistema simile a ChatGPT, il robot SRT-H ha rimosso una cistifellea senza alcun intervento umano. Pubblicato su Science Robotics, lo studio segna un passo decisivo verso la chirurgia autonoma clinicamente affidabile. “Non esegue più solo comandi: ora comprende la procedura e si adatta alla realtà”.
E la sala operatoria del futuro non è più fantascienza. Per la prima volta, un robot ha eseguito un’operazione chirurgica completa senza alcun intervento umano, prendendo decisioni in tempo reale e affrontando imprevisti con la stessa competenza di un chirurgo esperto. Si chiama SRT-H (Surgical Robot Transformer-Hierarchy), è stato addestrato con video reali di interventi e la sua struttura di intelligenza artificiale è basata sulla stessa architettura di ChatGPT.
Il risultato, che rappresenta una svolta storica, è stato pubblicato sulla rivista Science Robotics da un team della Johns Hopkins University guidato da Axel Krieger, già noto per aver sviluppato nel 2022 il robot STAR, primo ad operare autonomamente su un animale vivo, ma ancora vincolato a un piano chirurgico rigido e predeterminato.
Con SRT-H, la chirurgia robotica entra in una nuova era: non più semplice esecuzione meccanica, ma vera comprensione procedurale, adattabilità e interazione attiva. Il robot ha rimosso una cistifellea da un simulatore anatomico affrontando 17 task chirurgici complessi: identificazione di dotti e arterie, manipolazione dei tessuti, posizionamento di clip e recisione chirurgica.
Il robot è stato addestrato guardando video di interventi condotti da chirurghi esperti su cadaveri di maiale. I video erano accompagnati da didascalie descrittive, che hanno aiutato l’IA a comprendere azioni e sequenze operative. Grazie a questo apprendimento multimodale, SRT-H ha raggiunto un’accuratezza del 100% e ha saputo gestire anche scenari imprevisti, tipici della chirurgia reale.
Durante l’intervento, il robot ha anche interagito vocalmente, accettando comandi come “afferra la testa della cistifellea” o suggerimenti come “muovi leggermente il braccio verso sinistra”, proprio come un allievo in sala operatoria guidato dal tutor.
“La differenza è fondamentale – spiega Krieger –: non è più un robot che segue una mappa, ma uno che affronta qualsiasi strada, in qualsiasi condizione. Questo ci avvicina alla chirurgia autonoma clinicamente applicabile”.
Sebbene il robot abbia impiegato più tempo rispetto a un chirurgo umano, i risultati sono stati paragonabili in precisione e qualità clinica. Secondo Ji Woong “Brian” Kim, primo autore dello studio, “i modelli di IA possono ora essere abbastanza affidabili da assumersi l’autonomia in sala operatoria. Un obiettivo che sembrava lontano, ma che oggi è concretamente a portata di mano”.