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Folati e Acido folico: non sono la stessa cosa, facciamo chiarezza

Folati e acido folico sono spesso utilizzati come sinonimi per indicare la vitamina B9, tuttavia non sono la stessa cosa. L’acido folico è una molecola di sintesi non attiva, mentre i folati sono nutrienti naturalmente presenti negli alimenti e in quanto tali già attivi. Entrambe le forme possono essere utilizzate per la supplementazione.

 

Le funzioni biologiche della vitamina B9

La vitamina B9 contribuisce alla replicazione cellulare e alla proliferazione dei tessuti in attiva crescita, come per esempio, i tessuti embrionali; inoltre i folati sono coinvolti nel metabolismo dell’omocisteina e della metionina e una carenza di folati può portare ad alti livelli di omocisteina (iperomocisteinemia), che sembra essere coinvolta nello stress ossidativo e la disfunzione delle cellule endoteliali.

 

Quali sono gli alimenti che contengono folati

I folati devono essere necessariamente introdotti attraverso l’alimentazione, in quanto il nostro organismo non è in grado di produrli. La quantità di folati introdotti con l’alimentazione, se varia ed equilibrata, è generalmente adeguata, eccetto che in situazioni o periodi di aumentato fabbisogno (ad esempio in gravidanza), nei quali si suggerisce la supplementazione con folato attivo. Alimenti naturalmente ricchi di folati sono soprattutto le verdure a foglia verde (spinaci, broccoli, asparagi, lattuga), i legumi (fagioli, piselli), la frutta fresca (kiwi, fragole e arance) e la frutta secca (mandorle, noci). Alcuni cibi di origine animale, come il fegato e le uova, sono anche ricchi in folati, ma devono essere consumati in porzioni limitate e non frequenti.

La supplementazione con folati è molto importante durante la gravidanza per la prevenzione dei difetti congeniti del tubo neurale. L'acido folico come tale non è attivo, ma è il precursore della forma attiva 5-metiltetraidrofolato (5-MTHF).
Il 5-MTHF rappresenta circa il 98% di tutto il folato plasmatico.

L'acido folico è una molecola completamente ossidata, sintetizzata chimicamente che richiede successive fasi della reduttasi intraepatica per essere trasformata in vitamina B9.
L'integrazione con 5-MTHF in gravidanza potrebbe essere vantaggiosa rispetto a quella con acido folico, perché il 5-MTHF è immediatamente attivo, non richiede attivazione metabolica, è direttamente biodisponibile per la madre e il feto e non è influenzato dalle possibili mutazioni del gene MTHFR.
Inoltre, nelle donne in gravidanza con iperomocisteinemia la disponibilità incondizionata di vitamina B9 riduce i livelli di omocisteina che ad alte concentrazioni può causare danno endoteliale.

 

 

Fonti

  • Epicentro.iss.it
  • sinu.it/tabelle-larn-2014/
  • Rapporti Istisan 13/28
  • Wani NA, et al. Folate Status in Various Pathophysiological Conditions. IUBUMB Life. 2008; 60(12):834-42.
  • Saccone G. and Martinelli P. et al. The Journal of Maternal-Fetal & Neonatal Medicine, 2016; 29(6): 916-920
  • Ferrazzi E, Tiso G, Di Martino D, Folic acid versus 5- methyltetrahydrofolate supplementation in pregnancy, European Journal of Obstetrics and Gynecology and Reproductive Biology (2020), doi: https://doi.org/10.1016/j.ejogrb.2020.06.012

 

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