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  • Aborto: prosegue il calo. “Nel 2021 effettuati 63.653 interventi (-4,2% rispetto al 2020). Ginecologi obiettori sono il 63,6%”. Schillaci: “Eventuali problemi sono di organizzazione e non sono dovuti al personale obiettore”

Aborto: prosegue il calo. “Nel 2021 effettuati 63.653 interventi (-4,2% rispetto al 2020). Ginecologi obiettori sono il 63,6%”. Schillaci: “Eventuali problemi sono di organizzazione e non sono dovuti al personale obiettore”

6 ottobre - È quanto emerge dalla nuova Relazione al Parlamento curata dal Ministero della Salute sull’applicazione della Legge 194/78. Nel 2021 il numero di IVG è diminuito in tutte le aree geografiche. Sono in diminuzione i tempi di attesa, pur persistendo una non trascurabile variabilità fra le Regioni. Aborto farmacologico si conferma il più utilizzato. LA RELAZIONE

È stata trasmessa al Parlamento, il 12 settembre 2023, la Relazione contenente i dati 2021 sull’attuazione della L.194/78 che stabilisce norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria della gravidanza (IVG).

I dati vengono raccolti grazie al Sistema di Sorveglianza Epidemiologica delle Interruzioni Volontarie di Gravidanza (IVG), attivo in Italia dal 1980 e vede impegnati il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), l’Istat, le Regioni e le due Province Autonome. Il monitoraggio avviene a partire dai questionari dell’Istat, che devono essere compilati per ciascuna IVG nella struttura in cui è stato effettuato l’intervento, poi raccolti e trasmessi dalle Regioni.

Principali evidenze anno 2021

In totale nel 2021 sono state notificate 63.653 IVG. Si conferma il continuo andamento in diminuzione del fenomeno (-4,2% rispetto al 2020) a partire dal 1983.

Il tasso di abortività (N. IVG rispetto a 1.000 donne di età 15-49 anni residenti in Italia), che è l’indicatore più accurato per una corretta valutazione del ricorso all’IVG, conferma il trend in diminuzione del fenomeno: è risultato pari a 5,3 per 1.000 nel 2021 (-2,2% rispetto al 2020). Il dato italiano rimane tra i valori più bassi a livello internazionale.

Nel 2021 il numero di IVG è diminuito in tutte le aree geografiche.

Il ricorso all’IVG nel 2021 è diminuito in tutte le classi di età rispetto al 2020, in particolare tra le più giovani. I tassi di abortività più elevati restano nelle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni.

Tra le minorenni, il tasso di abortività per il 2021 è risultato pari a 2,1 per 1.000 donne. Nel 2021 le donne di età inferiore ai 18 anni che hanno effettuato una IVG sono state 1.707, pari complessivamente al 2,7% di tutti gli interventi praticati in Italia, dato costantemente inferiore a quello di Paesi Europei con analoghi sistemi socio-sanitari.

Dopo un aumento nel tempo, negli ultimi anni le IVG tra le donne straniere hanno mostrato una tendenza alla diminuzione. Nel 2020, ultimo anno per cui si dispone del tasso di abortività delle donne straniere, il valore era pari a 12,0 per 1.000 donne, dato in calo (era pari a 17,2 per 1.000 donne nel 2014), ma che si mantiene comunque più elevato rispetto a quello delle donne italiane (5,0 per 1.000 donne nel 2020).

La percentuale di IVG effettuate da donne con precedente esperienza abortiva continua a diminuire dal 2009 ed è risultata pari al 24,0% nel 2021. L’evoluzione della percentuale di aborti ripetuti conferma che la tendenza al ricorso all’aborto nel nostro Paese è in costante diminuzione, ormai anche tra le cittadine straniere; il fenomeno è spiegabile presumibilmente con il maggiore e più efficace ricorso a metodi per la procreazione consapevole, alternativi all’aborto, secondo gli auspici della Legge.

Anche per il 2021 risulta prevalente il ricorso al consultorio familiare per il rilascio della certificazione necessaria alla richiesta di IVG (42,8%), rispetto agli altri servizi (Medico di fiducia 20,3%; Servizio ostetrico-ginecologico 34,9%). Il consultorio non offre solo questo servizio ma svolge un importante ruolo nella prevenzione dell’IVG e nel supporto alle donne che decidono di interrompere la gravidanza, anche se non in maniera uniforme sul territorio.

Continua ad aumentare la percentuale di interventi effettuati precocemente, quindi meno esposti a complicanze: il 61,7% degli interventi è stato effettuato entro le 8 settimane di gestazione (rispetto al 56,0% del 2020), il 21,7% a 9-10 settimane, il 9,9% a 11-12 settimane e il 6,7% dopo la dodicesima settimana.

Sono in diminuzione i tempi di attesa, pur persistendo una non trascurabile variabilità fra le Regioni.

Il ricorso all’aborto farmacologico varia molto tra le Regioni, sia per quanto riguarda il numero di interventi che per il numero di strutture che lo offrono. Il confronto nel tempo evidenzia un incremento continuo dell’uso del Mifepristone e Prostaglandine e l’utilizzo esteso ormai in tutte le Regioni. Nel 2021 il 48,3% degli interventi è stato effettuato con mifepristone e prostaglandine.

Per quanto attiene all’obiezione di coscienza, nel 2021 il fenomeno ha riguardato il 63,6% dei ginecologi (valore in diminuzione rispetto al 64,6% del 2020), il 40,5% degli anestesisti e il 32,8% del personale non medico. Si rilevano ampie variazioni regionali per tutte e tre le categorie.

Schillaci: “Eventuali problematiche nell’offerta del servizio IVG potrebbero essere riconducibili all’organizzazione del servizio stesso, e non alla numerosità del personale obiettore”

In Italia il ricorso all’IVG è, complessivamente, in continua e progressiva diminuzione dal 1983; il nostro Paese ha un tasso di abortività fra i più bassi tra quelli dei Paesi occidentali. La riduzione complessiva del ricorso all’IVG in Italia è confermata dalla costante tendenza in diminuzione della percentuale di aborti ripetuti, anche tra le cittadine straniere; il fenomeno è spiegabile presumibilmente sia con il parallelo calo delle nascite, che con il maggiore e più efficace ricorso a metodi per la procreazione consapevole, alternativi all’aborto, secondo gli auspici della legge n. 194/78, che con la maggiore diffusione della contraccezione di emergenza.

Nonostante la diminuzione delle IVG nelle donne straniere, si conferma il loro maggior rischio di abortività volontaria rispetto alle donne italiane. Pertanto si conferma la necessità di promuovere l’accesso ai servizi sanitari per favorire scelte contraccettive informate e consapevoli per la prevenzione delle gravidanze indesiderate.

Per la prima volta dal 2011 si registra un aumento del tasso di abortività delle minorenni, dopo una costante diminuzione. Un dato che è il risultato del contemporaneo aumento delle IVG delle minori italiane e della diminuzione delle IVG delle minori straniere. Dal 2020 al 2021 la distribuzione della contraccezione di emergenza è aumentata del 25% in riferimento all’Ulipistral acetato (ellaOne), mentre una leggera diminuzione si registra per il Levonorgestrel (Norlevo). Con determina AIFA n. 998 dell’8 ottobre 2020 è stato eliminato l’obbligo di prescrizione per ellaOne anche per le minorenni. La mancanza di tracciabilità delle vendite non consente di distinguere l’utilizzo della contraccezione di emergenza nelle diverse fasce di età, e neppure l’eventuale uso ripetuto all’interno di tali fasce. Per tali farmaci è indispensabile una corretta informazione per evitare un uso inappropriato.

I tempi di attesa per l’intervento risultano in diminuzione, pur persistendo una variabilità fra le Regioni. Si registra un aumento delle IVG entro le prime 8 settimane di gestazione, verosimilmente a seguito dell’aumentato uso della tecnica farmacologica in epoca gestazionale precoce.

La mobilità fra le Regioni e Province Autonome continua ad essere contenuta: 93,7% delle IVG è stato effettuato nella Regione di residenza, di queste l’87,0% è stato effettuato nella Provincia di residenza. Tanto a riprova del fatto che non si pongono problemi di fruizione del servizio e che su essa non incide il diritto d’obiezione di coscienza.

Nel 2021, l’aborto farmacologico mediante mifepristone + prostaglandine è stato il metodo più utilizzato (48,3%), seguito da isterosuzione (42,7%) e raschiamento (8%), in seguito anche alla circolare del 12 agosto 2020 del Ministero della Salute – Aggiornamento delle “Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con Mifepristone e prostaglandine”. La tipologia di intervento e la durata della degenza evidenziano una variabilità regionale che necessita di un approfondimento, anche attraverso confronti interregionali, per identificare le criticità e uniformare i protocolli terapeutici alla luce delle buone pratiche, con l’obiettivo di assicurare un’offerta assistenziale e organizzativa di qualità.

Riguardo all’offerta del servizio IVG, considerando sia il numero assoluto delle strutture in cui si effettuano le IVG che quello riferito alla popolazione di donne in età fertile, la numerosità dei punti IVG appare adeguata, rispetto al numero delle IVG effettuate, tanto più nel confronto con i punti nascita.

I dati sull’obiezione di coscienza mostrano un continuo calo del numero di IVG medie settimanali a carico dei ginecologi non obiettori, a livello nazionale – 0,9 IVG settimanali - 14 con poche variabilità a livello regionale. Il dettaglio del carico di lavoro per ciascun punto IVG all’interno delle singole regioni, riportato in appendice, consente di verificare puntualmente l’offerta sul territorio. L’analisi dei carichi di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore non sembra evidenziare particolari criticità nei servizi di IVG, a livello regionale o di singole strutture. Alla luce di tali dati, eventuali problematiche nell’offerta del servizio IVG potrebbero essere riconducibili all’organizzazione del servizio stesso, e non alla numerosità del personale obiettore. Il consultorio familiare rappresenta un servizio di riferimento per molte donne e coppie, promuovendo scelte consapevoli, anche per quanto riguarda il percorso IVG.

 

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