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Aborto. Roccella: “Numero ginecologi non obiettori mediamente stabile nel tempo, a diminuire è il numero delle Ivg”

15 marzo - I dati della relazione al Parlamento sulla legge 194, "così coerenti e così granulari aiutano a capire come mai, pur a fronte di un numero assai alto di contenziosi in tutti i settori del sistema sanitario, non si sia a conoscenza di contenziosi giudiziari per mancata applicazione della legge n. 194 del 1978". Così la ministra per la Famiglia rispondendo alla Camera al question time di Quartini (M5S).

"A fronte di un numero di ginecologi non obiettori mediamente stabile nel tempo, a diminuire è stato il numero degli aborti volontari, numero che, come è noto, è sempre in relazione con il tasso di natalità e, quindi, in Italia è fortemente diminuito". Riferendosi poi alla relazione al Parlamento sulla legge 194, "dati così coerenti e così granulari aiutano a capire come mai, pur a fronte di un numero assai alto di contenziosi in tutti i settori del sistema sanitario, non si sia a conoscenza di contenziosi giudiziari per mancata applicazione della legge n. 194 del 1978".

Così la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, rispondendo in aula alla Camera al question time sul tema presentato da Andrea Quartini (M5S).

Di seguito la risposta integrale della ministra Roccella.

"Grazie, Presidente. Non credo che ci sia bisogno di ricordare in quest'Aula che la Carta costituzionale è il documento fondativo di una nazione, unitaria e unificante per una comunità statuale, così la intesero i nostri Padri e le nostre Madri costituenti, che consegnarono all'Italia una Costituzione spesso definita la più bella del mondo, concepita come patrimonio comune e duraturo della comunità nazionale e, come tale, frutto di un intenso sforzo di condivisione fra laici e cattolici, fra donne e uomini e fra le diverse famiglie politiche.

Per quanto riguarda l'attuazione della legge n. 194 del 1978, che ricordo essere in capo alle regioni, il quesito che, pur in assenza di mie deleghe in materia, mi viene sottoposto trova risposta nell'ultima relazione del Ministero della Salute trasmessa al Parlamento il 12 settembre 2023, disponibile nel sito dello stesso Ministero, ma anche nelle precedenti relazioni che riportano sempre dati analoghi. Dalla lettura di tale documento, che ciascun parlamentare e ciascun cittadino può facilmente consultare, emerge una realtà fattuale opposta a quella delineata dagli interroganti. A pagina 65, ad esempio, apprendiamo che il numero medio settimanale di interruzioni volontarie di gravidanza per ogni ginecologo non obiettore, cioè che fa effettivamente interventi IVG, è diminuito costantemente nel tempo dal 2017 al 2022, raggiungendo nell'ultimo anno censito quota 0,9 a settimana, quindi, meno di un intervento a settimana, su 44 settimane lavorative. La spiegazione di questo trend decrescente del carico di lavoro la troviamo a pagina 67, dove si spiega che, a fronte di un numero di ginecologi non obiettori mediamente stabile nel tempo, a diminuire è stato il numero degli aborti volontari, numero che, come è noto, è sempre in relazione con il tasso di natalità e, quindi, in Italia è fortemente diminuito.

A pagina 9, la relazione ci informa anche che per ogni 1.000 nascite, si conta 1 punto nascita; mentre, per oltre 1.000 aborti volontari, si contano 5,3 punti per l'interruzione di gravidanza. In proporzione, quindi, esistono più punti IVG che punti nascita e questo dato, oltre a restituire una media generale, è confermato anche dalla disamina della situazione a livello territoriale, dalla quale emerge che in 6 regioni il numero assoluto di punti IVG è superiore a quello dei punti nascita: Liguria, Emilia-Romagna, Sardegna, Toscana, Umbria e Marche, e in 3 regioni è uguale, Val d'Aosta e Abruzzo, o, molto simile, come in Piemonte. Lo stesso parametro può essere verificato a pagina 66 per ciascuna regione, mentre l'Appendice A, a pagina 72, riporta i dati per ciascuna struttura sanitaria in cui si effettua l'interruzione di gravidanza e non c'è nessuna regione che si discosti in modo significativo dalla media che abbiamo riferito.

Dati così coerenti e così granulari, consultabili da chiunque, aiutano a capire come mai, pur a fronte di un numero assai alto di contenziosi in tutti i settori del sistema sanitario, non si sia a conoscenza di contenziosi giudiziari per mancata applicazione della legge n. 194 del 1978".

La replica di Gilda Sportiello (M5S): "Ministra, ma in che mondo vive, che mondo è il suo? Perché a me sembra un mondo al contrario. Lei, oggi, viene in Aula e ci viene a dire che è più difficile partorire che accedere all'IVG? Ma lei lo sa che nel nostro Paese succede proprio il contrario? Ma lei lo sa che una donna in Basilicata, una su tre, lo ripeto, una su tre, per poter accedere all'IVG legittimamente deve andare fuori regione? Lei lo sa che ci sono 9 province in Italia in cui non è possibile abortire e bisogna andare fuori dalla provincia? Lei lo sa che le donne in Sicilia e anche in Calabria devono aspettare circa 28 giorni per poter accedere a un intervento di IVG, 28 giorni, e lei sa benissimo che abbiamo a disposizione pochissimo tempo per accedere a questa pratica? Lei lo sa quanti sono i medici obiettori di coscienza? A me non risulta che se una donna va in Veneto per partorire trova che il 71 per cento degli operatori sanitari è obiettore di coscienza, non mi risulta nemmeno che se va in Abruzzo e in altre regioni trova più dell'80 per cento di medici obiettori che, magari, le negano di partorire. Questo è il mondo in cui viviamo, Ministra Roccella, non il suo e lei si deve ricordare che è la Ministra delle pari opportunità e lei deve garantire che le donne in questo Paese possano accedere all'IVG e che l'aborto farmacologico venga erogato in tutti i consultori, così come prevede la normativa, così come il Ministero della Salute ha stabilito nel 2020.

Purtroppo, ancora oggi, nel nostro Paese, non viene somministrata la pillola abortiva. Ci sono regioni che hanno legiferato in contrasto, addirittura; ci sono associazioni antiabortiste che entrano negli ospedali e nei consultori, ci sono pratiche violente contro le donne, come quella di far ascoltare il battito fetale. Allora, guardi, Ministra, se lei ancora non l'ha capito, la maternità e la genitorialità non sono le uniche strade percorribili e ogni donna ha il diritto, lo ripeto, il diritto di poter scegliere cosa vuol fare nella vita. E a lei, che ha idee confuse tra libertà e diritto, ricordo che nessuna libertà esiste se un diritto non viene garantito e che se il diritto non viene garantito le donne sono costrette, non sono libere di scegliere. Prenda appunti, Ministra, magari se lo ricorda e si ricorda di fare il suo dovere".

 

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