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Antibiotici. Aifa: “Cala ancora il consumo in Italia ma siamo sempre sopra la media europea. Il 24% acquistato out of pocket pur essendo rimborsabili. Forte rischio inappropriatezza”

7 aprile - Pubblicato il nuovo rapporto Aifa. Nel 2021 circa 3 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, con una prevalenza che aumenta all’avanzare dell’età, raggiungendo il 50% negli over 85. Preoccupa l’aumento della quota di antibiotici acquistata privatamente e per Aifa sarebbe bene un maggiore monitoraggio dell’appropriatezza di questi consumi extra Ssn. IL RAPPORTO

Nel 2021 prosegue il trend in riduzione dell’uso di antibiotici in Italia (-3,3% rispetto al 2020), sebbene i consumi si mantengano ancora superiori a quelli di molti Paesi europei.

Lo rileva il nuovo Rapporto sull’uso degli antibiotici in Italia a cura dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’Aifa appena pubblicato che punta il dito su un fenomeno in crescita: quello del consumo privato di antibiotici.

Infatti, nonostante si tratti di farmaci di classe A a carico del Ssn una confezione su quattro è acquistata direttamente dal cittadino a proprie spese senza passare per il Ssn ed è proprio su questo canale che Aifa osserva come “considerando la rilevanza crescente dell’acquisto privato in termini di consumi e spesa, diventi sempre più urgente monitorarne l’appropriatezza e studiare i fattori che influiscono sul trend osservato”.

Il rapporto di Aifa conferma poi un’ampia variabilità regionale nei consumi, con significativi margini di miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva soprattutto nelle Regioni del Sud.

Nell’analisi sull’uso degli antibiotici in regime di assistenza convenzionata sono inclusi anche dei focus sulla prescrizione nella popolazione pediatrica e negli anziani, sulle prescrizioni di fluorochinoloni in sottogruppi specifici di popolazione e sull’uso degli antibiotici nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).

Il Rapporto prende inoltre in esame l’uso degli antibiotici in ambito ospedaliero, l’acquisto privato di antibiotici di fascia A, il consumo degli antibiotici non sistemici e gli indicatori di appropriatezza prescrittiva nell’ambito della Medicina Generale.

La nuova edizione presenta anche una sezione sulla rete dei laboratori di microbiologia e, in accordo a quanto previsto dal Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico Resistenza (PNCAR) 2022-2025, e una sezione che prende in considerazione l’utilizzo degli antibiotici in ambito veterinario.

Infine, come negli ultimi anni, il Rapporto fornisce una valutazione dell’impatto della pandemia da Covid-19 sul consumo di antibiotici nell’ambito dell’assistenza farmaceutica convenzionata e degli acquisti da parte delle strutture sanitarie pubbliche, che include anche il primo semestre del 2022.

Gli andamenti temporali dei consumi e le importanti differenze nei pattern prescrittivi tra aree geografiche che emergono dai dati del Rapporto, rileva Aifa, “evidenziano l’importanza di continuare a monitorare, sia a livello nazionale che regionale o locale, gli indicatori di consumo e di qualità della prescrizione degli antibiotici in Italia, così come raccomandato anche dal nuovo Pncar 2022-2025”.

Questi i dati più significativi del nuovo rapporto:

  • Continua il trend in riduzione del consumo di antibiotici in Italia: -3,3% nel 2021 rispetto al 2020
  • Nel 2021 circa 3 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, con una prevalenza che aumenta all’avanzare dell’età, raggiungendo il 50% negli over 85.
  • Nella popolazione pediatrica i maggiori consumi si concentrano nella fascia di età compresa tra 2 e 5 anni, in cui circa 4 bambini su 10 hanno ricevuto nell’anno almeno una prescrizione di antibiotici.
  • Il 76% delle dosi utilizzate è stato erogato dal Ssn.
  • Quasi il 90% degli antibiotici rimborsati dal Ssn viene erogato sul territorio(in regime di assistenza convenzionata).
  • Più di un quarto dei consumi a livello territoriale (26,3%) corrisponde ad acquisti privati di antibiotici rimborsabili dal Ssn (classe A). Nel 2021 il consumo medio giornaliero di antibiotici di classe A acquistati privatamente dai cittadini è stato pari, infatti, a 4,1 dosi ogni 1000 abitanti, ovvero il 24% del consumo totale di antibiotici, mentre la spesa pro capite è stata di 2,25 euro (134 milioni di euro), rappresentando il 17% della spesa complessiva degli antibiotici e l’8,8% dell’intera spesa privata dei farmaci di classe A.
  • Le penicilline in associazione agli inibitori delle beta-lattamasi si confermano la classe a maggior consumo (36% dei consumi totali), seguita dai macrolidi e dai fluorochinoloni.
  • Permane un’ampia variabilità regionale nei consumi a carico del SSN, che sono maggiori al Sud rispetto al Nord e al Centro. Nelle regioni del Nord si registrano inoltre le riduzioni maggiori (-6,1%), mentre al Sud sono più contenute (-2,2%).
  • Nelle Regioni del Sud si riscontra una predilezione per l’utilizzo di antibiotici di seconda scelta.
  • Complessivamente i consumi in Italia si mantengono superiori a quelli di molti Paesi europei.
  • L’Italia si conferma uno dei Paesi europei con il maggior ricorso a molecole ad ampio spettro, a maggior impatto sulle resistenze antibiotiche e pertanto considerate di seconda linea, con un trend in peggioramento negli ultimi due anni.
  • L’Italia è anche uno dei Paesi con la minor quota di consumo degli antibiotici del gruppo “Access” (47%), considerati antibiotici di prima scelta, che secondo la WHO dovrebbero costituire almeno il 60% dei consumi totali.
  • In ambito ospedaliero si osserva in particolare un incremento del ricorso all’utilizzo di antibiotici indicati per la terapia di infezioni causate da microrganismi multi-resistenti.
  • Sia i consumi in regime di assistenza convenzionata sia gli acquisti da parte delle strutture sanitarie pubbliche sono aumentati nel primo semestre 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

 

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