Associazione dei Ginecologi Italiani:
ospedalieri, del territorio e liberi professionisti

slider_medici.jpg
topbanner2b.jpg
topbanner3d.jpg
  • Aogoi
  • Notiziario
  • Antibiotico-resistenza. Aumentano in Ue i casi di E. coli portatori del gene blaNDM-5, che non rispondono ai carbapenemi. Ecdc: "E' la nuova minaccia"

Antibiotico-resistenza. Aumentano in Ue i casi di E. coli portatori del gene blaNDM-5, che non rispondono ai carbapenemi. Ecdc: "E' la nuova minaccia"

12 maggio - Così un Report dell’European Center for Diseases Control and Prevention (ECDC), che per l’Italia evidenzia 6 casi isolati nel periodo 2017-2018. Altri Paesi però hanno riportato dati per periodi più lunghi, registrando un maggior numero di casi, come i 403 della Francia (2019/2022) e i 158 dell’Olanda (2012/2022). In totale, il lavoro si riferisce a 874 casi isolati nella zona. Secondo l’Ecdc, nell’area europea la resistenza ai carbapenemi nell’E. coli era stata finora molto bassa, mentre i risultati di questo studio indicano che i ceppi di E. coli portatori di blaNDM-5 sono già presenti.

 

Aumento del numero di casi isolati di Escherichia coli (E. coli) portatori del gene blaNDM-5 che li rende resistenti ai carbapenemi, antibiotici spesso utilizzati come ultima risorsa per il trattamento di gravi infezioni.

A registrarlo è un report dell’European Center for Diseases Control and Prevention (Ecdc), che per l’Italia evidenzia 6 casi isolati nel periodo 2017-2018. Altri Paesi però hanno riportato dati per periodi più lunghi, registrando un maggior numero di casi, come i 403 della Francia (2019/2022) e i 158 dell’Olanda (2012/2022). In totale, il lavoro si riferisce a 874 casi isolati nella zona. Secondo l’ECDC, nell’area europea la resistenza ai carbapenemi nell’E. coli era stata finora molto bassa, mentre i risultati di questo studio indicano che i ceppi di E. coli portatori di blaNDM-5 sono già presenti e rappresentano una nuova minaccia per i paesi dell’UE/SEE.

Secondo il rapporto, un’elevata percentuale di isolati di E. coli portatori di blaNDM-5 è anche resistente ad altri gruppi di antibiotici come aminoglicosidi, fluorochinoloni e trimetoprim-sulfametossazolo, il che limita ulteriormente il numero di opzioni per il trattamento di pazienti con queste infezioni. Il rapporto dell’Ecdc si riferisce al periodo 2012-2022 e ha appunto analizzato 874 casi individuati di E. coli portatori di blaNDM-5, provenienti da 13 paesi UE/SEE. Nonostante la limitata completezza dei dati, quasi l’85% dei casi isolati con informazioni disponibili su viaggi e/o ricoveri era collegato a paesi al di fuori dell’UE/SEE, principalmente in Africa e in Asia. Sebbene ciò suggerisca che l’acquisizione correlata al viaggio possa essere l’origine più probabile - rileva il documento . ci sono alcuni esempi di cluster che potrebbero potenzialmente essere correlati alla trasmissione all’interno del paese.

Gli E. coli portatori di blaNDM-5 si stanno diffondendo rapidamente e su vasta scala geografica, ed esiste il rischio che il numero di casi di infezioni da E. coli resistenti ai carbapenemi aumenti nell’UE/SEE entro pochi anni. L’ulteriore diffusione di questo fenomeno in particolare all’interno e tra le strutture sanitarie, aumenterebbe l’onere sanitario ed economico delle infezioni da E. coli della zona europea: misure di diagnosi precoce e controllo devono essere ulteriormente rafforzate per mitigare le conseguenze negative per i pazienti e i sistemi sanitari, avverte l’Ecdc.

Gli E. coli sono batteri molto comuni nel tratto gastrointestinale e fanno parte della normale flora batterica nell’uomo, ma provocano anche gravi infezioni. Si tratta della causa più frequente di infezioni del flusso sanguigno e delle vie urinarie nell’UE/SEE ed è associato a infezioni intra-addominali che possono causare meningite neonatale. Ogni anno più di 35 000 persone muoiono a causa di infezioni resistenti agli antimicrobici nell’UE/SEE, secondo le stime dell’Ecdc. L’impatto sulla salute della resistenza antimicrobica (AMR) è paragonabile a quello dell’influenza, della tubercolosi e dell’HIV/AIDS messi insieme, ribadisce l’autorità europea.

menu
menu