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Denatalità. Per invertire la rotta recuperare il “valore sociale della maternità”. Le proposte Sigo

19 gennaio - Ma anche educare i giovani ad aver cura della propria salute riproduttiva e sessuale. Bisogna “collocare la Fertilità al centro delle politiche sanitarie ed educative del nostro Paese”. Informare i cittadini, fornire assistenza sanitaria qualificata, sviluppare nelle persone la conoscenza, operare un capovolgimento della mentalità corrente rispetto alla procreazione assistita.

di  Prof. Vito Trojano
Presidente nazionale Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo)

La Federazione Sigo, con le sue tre federate Aogoi, Agui e Agite affronta a tutto tondo gli aspetti legati alla fertilità, ma il punto di vista non è solo quello strettamente medico-scientifico: “sotto la lente” ci sono anche gli atteggiamenti sociali e psicologi verso la procreazione in relazione a molteplici fattori.

Nello specifico, due sono i temi di importanza crescente: il contrasto alla sterilità/infertilità secondaria ai trattamenti antiproliferativi nelle pazienti oncologiche, a partire dal dato che le tecniche di crioconservazione di ovociti, embrioni e tessuto ovarico hanno raggiunto livelli di efficienza impensabili fino a qualche anno fa, e le infezioni a trasmissione sessuale tra i principali fattori di infertilità, sia femminile che maschile, in quanto, una volta acquisite, possono dare origine ad alterazioni spesso irreversibili nel funzionamento degli organi della riproduzione e queste ultime sono purtroppo in preoccupante aumento nella maggior parte degli Stati membri dell'Unione.

Tutti noi però siamo stati richiamati a incardinare il nostro contributo su quello che l’obiettivo principale: l’informazione e la formazione dei medici e dei cittadini sulla fertilità e su come proteggerla da cattive abitudini e comportamenti a rischio, adottando, sin da giovanissimi, uno stile di vita salutare. Le premesse da cui siamo partiti, e che, a mio avviso, danno un valore aggiunto al documento degli esperti sono due. La prima è che ancora manca nel nostro paese - sia nell’opinione pubblica che in una certa quota di medici - “una cultura che promuova un momento riproduttivo consapevole e nelle migliori condizioni biologiche possibili”.

La seconda, forse più importante per invertire la rotta e i dati allarmanti rilanciati anche dall’ultimo rapporto Istat, è che bisogna recuperare un valore forse mai pienamente riconosciuto: “Il valore sociale della maternità, sia come esperienza formativa individuale sia come bene di tutti”.

L’obiettivo che la Sigo si pone per arrestare il processo di denatalità che investe l’Italia ormai da decenni è “collocare la Fertilità al centro delle politiche sanitarie ed educative del nostro Paese”. Informare i cittadini, fornire assistenza sanitaria qualificata, sviluppare nelle persone la conoscenza, operare un capovolgimento della mentalità corrente rispetto alla procreazione assistita.

La denatalità mette a rischio il welfare. Il tema nascite sottozero è in effetti molto delicato e investe a tutto tondo la società italiana, soprattutto se si proietta lo sguardo al futuro. E sono i numeri lì a dircelo.
“In Italia la bassa soglia di sostituzione nella popolazione non consente di fornire un ricambio generazionale. Il valore di 1,27 figli per donna, nel 2023, colloca il nostro Paese tra gli Stati europei con i più bassi livelli”.

Su 10 coppie il 20% circa (1 su 5) ha difficoltà a procreare per vie naturali rispetto a 20 anni fa dove la percentuale era circa la metà. Negli ultimi 50 anni il numero di spermatozoi nel maschio si è ridotto della metà e negli ultimi 30 anni l’età media al concepimento in ambo i sessi è aumentata di quasi 10 anni, sia per l’uomo che per la donna. Se non si invertirà la rotta “la combinazione tra la persistente denatalità ed il progressivo aumento della longevità conducono a stimare che, nel 2050, la popolazione inattiva sarà in misura pari all’84% di quella attiva. Un fenomeno che inciderà sulla disponibilità di risorse in grado di sostenere l’attuale sistema di welfare, per effetto della crescita della popolazione anziana inattiva e della diminuzione della popolazione in età attiva”. A determinare questa situazione, e i rischi connessi, in Italia ma anche nel resto d'Europa, sono fattori sanitari ed economici, ma anche e soprattutto culturali e sociali.

Alla luce di tutto ciò la Sigo chiede alle Istituzioni governative che si sono dimostrate più volte molto sensibili e disponibili a questa importante problematica di creare un progetto collaborativo fornendo la sua disponibilità a:

  • Informare i cittadini, gli alunni delle scuole superiori, sul ruolo della Fertilità nella loro vita, sulla sua durata e su come proteggerla evitando comportamenti che possono metterla a rischio
  • Fornire assistenza sanitaria qualificata per difendere la Fertilità, promuovere interventi di prevenzione e diagnosi precoce al fine di curare le malattie dell'apparato riproduttivo e intervenire, ove possibile, per ripristinare la fertilità naturale
  • Sviluppare nelle persone la conoscenza delle caratteristiche funzionali della loro fertilità per poterla usare scegliendo di avere un figlio consapevolmente ed autonomamente.
  • Operare un capovolgimento della mentalità corrente volto a rileggere la Fertilità come bisogno essenziale non solo della coppia ma dell’intera società, promuovendo un rinnovamento culturale in tema di procreazione.

Gli obiettivi informativi e formativi, che la Sigo si pone in collaborazione con le istituzioni , hanno per destinatari i cittadini in generale, le famiglie, gli insegnanti e gli operatori sanitari. Si propone un progetto di educazione e di didattica riproduttiva che preveda corsi di formazione, con esperti del settore, sulla fisiologia e la patologia riproduttiva , strumenti informatici e mediatici indirizzati alla popolazione, alunni delle scuole superiori e alla medicina di base, conferenze, trasmissioni radio e televisive che producano cultura e consapevolezza popolare in tema di salute riproduttiva. Corsi di formazione e aggiornamento professionale saranno rivolti anche ai vari specialisti del settore (ginecologi, oncologi, endocrinologi, ostetriche, ecc)

La società deve comprendere che è un bene che nascano bambini, è un bene che il Paese possa riprodursi e sostituirsi, senza declinare irrimediabilmente.

Prof. Vito Trojano
Presidente nazionale Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo)

 

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