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Rapporto Efsa/Ecdc: batteri resistenti ai più diffusi antibiotici frequenti negli esseri umani e negli animali. Preoccupano Salmonella e Campylobacter coli

10 marzo - Il documento congiunto esamina il periodo 2013/2021 e restituisce una situazione da monitorare. La buona notizia è che la resistenza simultanea a più farmaci nell’uomo è stata rilevata generalmente a livelli bassi, eccezion fatta per alcuni tipi, appunto, di Salmonella e Campylobacter coli, in molti Paesi dell’area europea. E in diversi Stati si sono registrate tendenze incoraggianti: una percentuale crescente di batteri provenienti da animali da produzione alimentare è risultata sensibile a tutti gli antimicrobici testati. IL RAPPORTO

Continua l’allarme antibiotico-resistenza in Europa. È ormai frequente, ad esempio, la mancata risposta di batteri come Salmonella e Campylobacter a farmaci antimicrobici di uso comune, sia nell’uomo e che negli animali. A segnalarlo è un rapporto pubblicato oggi dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). La buona notizia è che la resistenza simultanea a più farmaci nell’uomo è stata rilevata generalmente a livelli bassi, eccezion fatta per alcuni tipi, appunto, di Salmonella e Campylobacter coli, in molti Paesi dell’area europea.

“La resistenza agli antibiotici, che interessa l’uomo, gli animali e l’ambiente, è una delle più serie minacce che dobbiamo affrontare a livello mondiale. La collaborazione dei vari soggetti in campo resta la misura più importante per affrontare questo complesso problema. Nel nostro lavoro ci ispiriamo all’approccio One Health, che riconosce lo stretto legame e l’interdipendenza tra la salute degli esseri umani, degli animali, delle piante e dell’ambiente in generale”, dichiarano Mike Catchpole e Carlos Das Neves, rispettivamente direttori scientifici dell’Ecdc e dell’Efsa.

In diversi Paesi si sono però registrate tendenze incoraggianti: una percentuale crescente di batteri provenienti da animali da produzione alimentare è risultata sensibile a tutti gli antimicrobici testati. Inoltre, la prevalenza delle beta-lattamasi a spettro esteso (Esbl) e delle beta-lattamasi AmpC (AmpC) che producono E. Coli (enzimi in grado di conferire ai batteri la capacità di resistere all’azione di vari antibiotici) sta diminuendo, segnalano le due autorità.

Nel periodo compreso tra il 2013 e il 2021 è stato osservato anche un calo della resistenza di Salmonella all’ampicillina e alla tetraciclina nell’uomo, in diversi Paesi. Un elemento particolarmente evidente nella S. Typhimurium, ceppo comunemente associato a suini e vitelli, che è spesso resistente a più medicinali. I dati evidenziano anche una tendenza alla diminuzione della resistenza del Campylobacter jejuni all’eritromicina nell’uomo e nei polli da carne: questo tipo di antibiotico è essenziale per la cura della campilobatteriosi.

Il rapporto evidenzia tuttavia una tendenza all’aumento, nello stesso periodo di tempo considerato, della resistenza del S. Enteritidis e del C. jejuni alla ciprofloxacina nell’uomo, microrganismi che provocano la maggior parte dei casi di salmonellosi e campilobatteriosi. Tendenze simili sono state osservate per il C. jejuni proveniente dai polli da carne tra il 2009 e il 2020, con resistenza alla ciprofloxacina in aumento in parecchi Paesi. Il livello di resistenza alla ciprofloxacina nel Campylobacter è ora talmente elevato – rileva il rapporto - che questo antibiotico non può più essere raccomandato per il trattamento delle infezioni gravi nell’uomo. Infine, la resistenza di E. coli carbapenemi rimane rara negli animali da produzione alimentare e nell’uomo. I carbapenemi sono una classe di antibiotici di ultima istanza e qualsiasi dato che evidenzi resistenza a questi medicinali da parte di batteri zoonotici è motivo di preoccupazione. Pertanto, Ecdc ed Efsa segnalano che gli episodi di resistenza a questi prodotti vanno tenuti sotto controllo e indagati.

 

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