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Sangue cordonale. Crescono le donazioni +6,3%, ma i livelli pre-Covid sono ancora lontani

21 aprile - Nel 2022 le donazioni sono state poco meno di 7mila e hanno interessato il 2,8% dei parti avvenuti nei Centri adibiti alla raccolta, un punto percentuale inferiore al livello del 2019 che si attestava al 3,8% del totale dei parti. Le unità di sangue cordonale bancate nei centri italiani sono 47mila, di cui il 90% (42.336), sono conservate per essere donate per fini solidaristici.

 

Sempre più neo genitori scelgono di donare il sangue cordonale, ma sono ancora pochissime le persone che decidono di intraprendere questo percorso e così i livelli di donazione pre Covid non sono ancora stati raggiunti. Complici sicuramente anche numeri sempre più bassi delle nascite in Italia che per il secondo anno di seguito si sono attestate sotto le 400mila unità.

Le donazioni nel 2022 sono state poco meno di 7mila, con un aumento del 6,3% rispetto all’anno precedente. Anche in termini percentuali si registra un progresso: le donazioni hanno interessato il 2,8% dei parti avvenuti negli ospedali italiani adibiti alla raccolta, mentre nel 2021 la percentuale si si era fermata al 2,5. Un trend quindi in aumento rispetto allo stop causato dalla prima ondata della pandemica che aveva fatto registrate un record negativo. Tuttavia siamo ancora lontani dal livello delle donazioni nel 2019 che si attestava al 3,8% del totale dei parti avvenuti nei centri autorizzati alla raccolta.

Questi i dati del Report 2022 sulle Banche del Sangue di Cordone Ombelicale in Italia del Centro Nazionale Sangue.

Al momento le unità di sangue cordonale bancate nei centri italiani sono 47mila, di cui il 90% (42.336), sono conservate in vista di un utilizzo cosiddetto “allogenico non familiare”, ovvero per essere donato per fini solidaristici a chiunque dovesse averne bisogno.

“Vedere crescere il numero delle donazioni di sangue cordonale in Italia, nonostante gli strascichi della pandemia di Covid e un numero sempre più basso di nascite è un segnale positivo – ha detto Simonetta Pupella, responsabile dell’area tecnico-sanitaria del Centro Nazionale – ma è bene ricordare due cose, che siamo ancora lontani dai livelli pre-Covid e che ancora molti neo-genitori in Italia rinunciano alla possibilità di un gesto solidaristico che potrà in futuro salvare molte vite umane”.

ll sangue cordonale Le cellule staminali emopoietiche presenti nel sangue del cordone ombelicale, come quelle presenti nel midollo osseo e nel sangue periferico, sono progenitrici di tutte le linee cellulari del sangue (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine). Il trapianto di cellule staminali rappresenta una consolidata terapia salvavita per la cura di numerose e gravi malattie del sangue congenite e acquisite, immunodeficienze e malattie metaboliche. La donazione del sangue cordonale è dunque un interesse primario per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e la sua raccolta e conservazione è effettuata presso le banche del sangue di cordone ombelicale, strutture pubbliche accreditate presso il SSN a ciò preposte.

 

La rete ITCBN La rete ITCBN (Italian Cord Blood Network) in 18 Banche del Sangue ubicate presso ospedali pubblici o privati convenzionati con il sistema sanitario nazionale, distribuite in 13 regioni italiane. Ad esse fanno riferimento 270 punti nascita attrezzati per la raccolta solidaristica del cordone ombelicale, 40 dei quali operano nelle regioni in cui non è presente una banca cordonale.

La normativa consente: 1) Raccolta di SCO donato per fini solidaristici; 2) Raccolta di SCO dedicato al neonato con patologia in atto al momento della nascita o evidenziata in epoca prenatale, o per uso dedicato a consanguineo con patologia in atto al momento della raccolta o pregressa, che risulti curabile con il trapianto di CSE; 3) Raccolta di SCO dedicato a famiglie a rischio di avere figli affetti da malattie geneticamente determinate per le quali sussistano comprovate evidenze scientifiche di impiego di cellule staminali del SCO; 4) Raccolta di SCO ad uso autologo‐dedicato nell’ambito di sperimentazioni cliniche, approvate secondo la normativa vigente, finalizzate a raccogliere le evidenze scientifiche di un possibile impiego del sangue cordonale nel caso di particolari patologie.

La normativa vieta: 1) La conservazione ad esclusivo uso autologo in assenza delle condizioni sopraindicate; 2) L’istituzione di banche private sul territorio nazionale; 3) Ogni forma di pubblicità connessa alle banche private. È tuttavia consentita la raccolta del SCO a scopo personale e la sua esportazione in strutture private al di fuori del territorio italiano secondo le regole definite da uno specifico atto normativo.

 

 

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