Liste d’attesa. Schillaci: “Costituito tavolo di lavoro per redigere un nuovo piano nazionale di governo”
22 marzo - “La sanità è ingolfata da anni di errata programmazione, da misure tampone senza una strategia e da frequente incapacità di spesa dei fondi sanitari da parte di molte regioni. Ora cerchiamo finalmente soluzioni strutturali”. Così il ministro della Salute rispondendo oggi pomeriggio in aula alla Camera al Question time di Sportiello (M5S).
“Ho provveduto a costituire un apposito tavolo di lavoro che ha come precipuo obiettivo quello di redigere un nuovo piano nazionale di governo delle liste d’attesa, che rappresenta uno strumento di indirizzo e di governo per le regioni e per le province autonome in tema di accesso alle prestazioni sanitarie, di gestione dei tempi e delle liste d’attesa, con un impegno comune di convergenza su azioni complesse e articolate fondate sulla promozione del principio di appropriatezza nelle sue dimensioni cliniche, organizzative e prescrittive”.
Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, rispondendo in aula alla Camera al Question time sul tema presentato da Gilda Sportiello (M5S).
Di seguito la risposta integrale del ministro Schillaci.
“Ringrazio gli onorevoli interroganti che mi offrono l’opportunità di tornare sulla questione relativa, in particolare, alle lunghe liste d’attesa per visite specialistiche ed esami diagnostici. A questo riguardo, come più volte evidenziato, le pregresse manovre di contenimento della spesa, con la sola eccezione della parentesi pandemica, e, in particolare, i vincoli assunzionali hanno determinato inevitabilmente un forte deterioramento delle condizioni di lavoro, che ha reso il sistema sanitario nazionale sempre meno attrattivo. Questo determina che sempre più di frequente per garantire la funzionalità minima dei servizi le aziende del sistema sanitario nazionale ricorrono a forme di esternalizzazione dei servizi, noto come fenomeno dei gettonisti. Questo Governo, per contrastare questo fenomeno, ha adottato il decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, per limitare la possibilità alle aziende e agli enti del sistema sanitario nazionale di procedere all’esternalizzazione dei servizi stessi nei soli casi di necessità e urgenza e in un’ottica occasionale, senza possibilità di proroghe.
Per quanto riguarda le criticità relative ai lunghi tempi d’attesa per l’espletamento di visite mediche ed esami diagnostici, devo ricordare che, sin dal mio insediamento, mi sono adoperato affinché venissero adottate diverse misure, anche di tipo economico, per potenziare gli organici delle strutture sanitarie, quali la facoltà di ricorrere agli incrementi delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive del personale medico e del personale sanitario operante nelle aziende e negli enti del sistema sanitario nazionale. Sempre con l’obiettivo di ridurre le liste d’attesa, devo ricordare che con la legge n. 213 del 2023 è stato previsto un rifinanziamento dei piani operativi per l’abbattimento delle liste d’attesa, per cui le regioni potranno utilizzare una quota non superiore allo 0,4 per cento del livello di finanziamento indistinto per un ammontare, per l’anno 2024, di 520 milioni di euro.
Fermo restando quanto sin qui ricordato e consapevole della necessità di introdurre elementi innovativi di amministrazione delle liste d’attesa per implementare, in un’ottica migliorativa, gli attuali modelli di gestione e monitoraggio e integrare le politiche di readiness e preparedness apprese durante la crisi pandemica, ho provveduto a costituire un apposito tavolo di lavoro che ha come precipuo obiettivo quello di redigere un nuovo piano nazionale di governo delle liste d’attesa, che rappresenta uno strumento di indirizzo e di governo per le regioni e per le province autonome in tema di accesso alle prestazioni sanitarie, di gestione dei tempi e delle liste d’attesa, con un impegno comune di convergenza su azioni complesse e articolate fondate sulla promozione del principio di appropriatezza nelle sue dimensioni cliniche, organizzative e prescrittive.
Per quanto riguarda, infine, i sistemi CUP, anch’essi obiettivi del piano nazionale governo liste d’attesa 2024-2026, evidenzio che il monitoraggio annuale del collegamento delle agende di tutte le strutture pubbliche e private prosegue incessantemente.
Si prevede che con l’innovazione di questo nuovo piano il monitoraggio debba essere realizzato con un collegamento diretto ai CUP regionali per ottenere dati tempestivi e oggettivi.
In conclusione, accolgo con favore la preoccupazione degli onorevoli interroganti perché sottolinea, ancora una volta, quanto evidenziato sin dal primo giorno del mio mandato, ossia che la sanità è ingolfata da anni di errata programmazione, da misure tampone senza una strategia e da frequente incapacità di spesa dei fondi sanitari da parte di molte regioni. Questo Governo ha aumentato i fondi per gli stipendi del personale per abbattere le liste d’attesa. L’abolizione del tetto di spesa per le assunzioni sarà fatto da questo Governo, l’aumento degli interventi a tutela della sicurezza del personale è di questo Governo, il blocco della vera privatizzazione, ovvero dello scandalo dei medici a gettone, è di questo Governo ed è di questo Governo anche l’istituzione di un gruppo di lavoro di esperti per i protocolli da seguire sulle prestazioni e, quindi, sulle liste d’attesa. Non ci basiamo solo su casi gravi, presi alla rinfusa, ma cerchiamo finalmente soluzioni strutturali”.
La replica della Deputata del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali, Gilda Sportiello: ”Le liste d’attesa sono un problema che ormai è diventato emergenza. Troppe persone non riescono a curarsi e noi siamo preoccupati dalla direzione che ha preso il governo tra rinvii e tagli. Siamo preoccupati per il nostro Ssn e perché la sanità pubblica in questo momento è in pericolo. Ma la risposta del ministro alle nostre preoccupazioni è piena di verbi al futuro e promesse generiche. Peccato che nelle due leggi di bilancio approvate il governo Meloni non abbia realizzato nessuna riforma per risolvere in maniera strutturale il problema delle liste d’attesa. Al contrario, non sono mancati il depotenziamento del Servizio sanitario nazionale e i favori alla sanità privata.
Oggi sono più di 3 milioni le persone che non riescono a curarsi in questo Paese e il 21% è costretto a risparmiare per accedere alle cure. La spesa pro-capite per curarsi è di 2mila euro. Al ministro sembra normale tutto questo? E chi non riesce a pagare chiede dei prestiti, che sono in costante aumento. La verità è che il governo non sta facendo abbastanza e non lo dico io ma chi ogni giorno prova a prenotare un esame o chiedere una visita in un ospedale pubblico. In compenso, l’esecutivo ha tagliato le risorse del Pnrr destinate alla sanità, come denunciano la Corte dei Conti e persino i governatori regionali di centrodestra. È una questione di volontà: il governo vuole salvare il Ssn pubblico e salvaguardare un diritto scolpito nella nostra Costituzione o vuole continuare a investire risorse nella sanità privata?
Se in questo Paese non ci si può più curare e il diritto alla Salute non è garantito abbiamo un problema gigantesco, per di più in un momento in cui l’emergenza abitativa è enorme, il carovita è alle stelle, la povertà è drammaticamente in aumento. Il ministro dovrebbe agire, se non vuole passare alla storia come colui che ha dato il colpo di grazia al SSN pubblico nel nostro Paese”.