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Ssn. Schillaci: “Veniamo da stagione di tagli, con questo governo la sanità è diventata priorità”. E ribadisce: “Via tetto di spesa per il personale”

5 aprile - “A chi sostiene che avremmo tagliato i fondi alla sanità ricordo che non è così: solo con l’ultima legge di bilancio ci sono 3 miliardi in più nel 2024, 4 miliardi nel 2025, 4,2 miliardi nel 2026. Non ricordo incrementi del Fondo di questa portata nelle finanziarie dei governi di qualche anno fa”. E poi sul prossimo futuro, oltre al nuovo piano nazionale per governare le liste di attesa ha annunciato la volontà di eliminare il tetto di spesa per il personale e l’indennità di specificità per tutti gli operatori sanitari.

“Siamo impegnati in un lavoro importante e complesso per una riforma della sanità che punta a migliorare i servizi e quindi le risposte ai cittadini e a valorizzare i nostri professionisti sanitari. Un lavoro che vede anche il supporto e il contributo significativo di tutte le forze di maggioranza in Parlamento e nelle commissioni parlamentari competenti. La salute con questo Governo è diventata una priorità che stiamo affrontando con interventi concreti e non con gli slogan”.

Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, partecipando ad un evento organizzato da Forza Italia. Un alleato di governo definito dal ministro “un interlocutore prezioso del Ministero della Salute, con approccio costruttivo per la tutela del diritto alla salute dei cittadini italiani, sempre attenta ai temi prioritari e anche sensibili in materia di salute che fanno parte del nostro comune progetto per costruire veramente una migliore sanità del futuro per la nostra Nazione”.

Nessun taglio alla sanità. ”Veniamo da anni in cui la sanità è stata oggetto solo di tagli e definanziamenti, messa ai margini dell’agenda politica - ha ricordato Schillaci -. Solo durante la pandemia ci si è accorti che se non si investe in salute si mette a rischio la tenuta economica e sociale dell’Italia. Noi questa consapevolezza la abbiamo. E lo stiamo dimostrando e lo abbiamo dimostrato con le prime due finanziarie di governo aumentando le risorse per il fondo sanitario nazionale che ha raggiunto cifre mai viste in passato. A chi sostiene che avremmo tagliato i fondi alla sanità ricordo che non è così: solo con l’ultima legge di bilancio ci sono 3 miliardi in più nel 2024, 4 miliardi nel 2025, 4,2 miliardi nel 2026. Non ricordo incrementi del Fondo di questa portata nelle finanziarie dei governi di qualche anno fa quando si dava molto dimeno – tranne nel periodo pandemico - al fondo sanitario. Dire che ci sono stati tagli è semplicemente falso”.

Stop ai gettonisti. ”Ricordo che con il decreto bollette di maggio 2023 abbiamo garantito incentivi economici a chi lavora in pronto soccorso, abbiamo inasprito le pene per chi aggredisce gli operatori sanitari che è un fenomeno veramente vigliacco e che colpisce soprattutto le donne. Abbiamo cominciato a combattere il fenomeno odioso fenomeno dei medici gettonisti. Ogni tanto ascoltiamo assurde accuse di privatizzazione della sanità ma la vera subdola privatizzazione è quella fatta dai governi che hanno spalancato le porte alle cooperative e ai gettonisti. Eppure nessuno prima di noi si è preoccupato che tutto questo portasse alla fuga dal servizio pubblico, nessuno si è preoccupato che il medico a cottimo guadagna il triplo di chi ogni giorno si dedica ai pazienti in ospedale e non solo a chiamata. Nessuno si è preoccupato che alcuni tra i medici a gettone lavorano senza una preparazione adeguata alle mansioni specifiche che sono chiamati a svolgere, come emerso dalle ispezioni dei Nas che ho disposto nei primi mesi del mio mandato al Ministero”.

Via tetto di spesa personale e indennità di specificità per tutti gli operatori sanitari. ”I prossimi obiettivi che ci siamo dati sono l’abolizione del tetto di spesa alle Regioni per le assunzioni. E’ un vincolo ormai anacronistico su cui questo governo ha deciso di intervenire. Anche in questo caso chi oggi chiede a gran voce di toglierlo si è ben guardato dal farlo quando era al governo. Altro intervento riguarda l’indennità di specificità per tutti gli operatori sanitari che vogliamo valorizzare per migliorare le buste paga degli operatori sanitari. Nel frattempo con la finanziaria abbiamo assicurato ben 2,4 miliardi per i nuovi rinnovi contrattuali. Questo fa parte della riforma della sanità che stiamo mettendo in atto per fare in modo che i nostri medici e infermieri e tutti gli operatori sanitari restino nel servizio sanitario e lo facciano nelle migliori condizioni economiche e organizzative. Perché senza un numero adeguato di medici e infermieri, nessuna riforma sanitaria potrà essere portata a compimento”, ha annunciato il ministro.

Piano nazionale per le liste d’attesa. ”Sul tema delle liste di attesa ci abbiamo messo la faccia. Un problema che - come abbiamo visto si trascina da decenni- e a cui vogliamo dare risposte concrete attraverso un piano che interviene su diversi aspetti e a breve sarà messo in campo. Alcune riflessioni sulle liste d’attesa. Parto da un fatto. Oggi non abbiamo dati certi sulle liste d’attesa. Sembra assurdo ma è così. Per questo stiamo definendo un sistema di monitoraggio puntale, prestazione per prestazione, regione per regione in modo da identificare quali sono le prestazioni davvero carenti e critiche e in quale ambito effettivamente intervenire. Le risorse. Abbiamo rifinanziato i piani regionali di recupero delle liste d’attesa. I precedenti 500 milioni non erano stati spesi tutti. Però voglio ribadire che i soldi messi per le liste d’attesa vanno spesi per la soluzione di questo problema o per altre esigenze”.

L’appropriatezza. ”Siamo spesso in presenza di un eccesso di domanda di prestazioni che non sempre sono necessarie e che impediscono l’accesso alle prestazioni sanitarie a chi ne ha realmente bisogno e urgenza. Su questo - ha aggiunto il ministro - sarà fondamentale la collaborazione con i medici. Abbiamo agito in questo senso: perché credo che aver reintrodotto lo scudo e penale - pensare di renderlo in qualche modo strutturale – dia una garanzia per medici prescrittori perché poi il 98% delle cause penali finiscono in nulla di fatto. I medici non sono abituati a ricevere avvisi di garanzia e quando accade, questo innesca un meccanismo di frustrazione e di paura che porta a un eccesso di prescrizioni che potrebbero essere evitate. E poi la presa in carico. I malati non vanno lasciati soli nella definizione del programma, ad esempio dopo ad esempio un intervento oncologico: ci vuole un medico che se ne faccia carico, una struttura che insieme al malato calendarizzi gli interventi che servono con i tempi giusti. Su questo è necessario fare chiarezza e intervenire.

E naturalmente, come ho più volte ricordato alle Regioni e continuerò a farlo, occorre assicurare ai cittadini che le agende siano sempre aperte. Questo è fondamentale, la legge vieta di chiuderle e mi batto perché i Cup regionali includano tutta l’offerta di prestazioni disponibili sia pubbliche che private convenzionate. Solo avere questo rendere numeri che ogni tanto leggete sicuramente inferiori. Stiamo facendo ogni sforzo per rendere più moderno ed efficiente il servizio sanitario nazionale che come ogni grande infrastruttura, dopo 45 anni, ha bisogno di una profonda revisione nella sua architettura, soprattutto se consideriamo che nel tempo è cambiata la popolazione che maggiormente accede ai servizi sanitari. Non possiamo pensare che gli anziani debbano continuare a rivolgersi all’ospedale per prestazioni che invece vanno erogate in ambito territoriale. Altrimenti finiamo per dare risposte inappropriate ai cittadini e non salvaguardiamo la sostenibilità del servizio sanitario nazionale”.

“A questo scopo - ha proseguito - ricordo i due disegni di legge collegati alla finanziaria per il rafforzamento della rete ospedaliera e territoriale e per il riordino delle professioni che sono sicuramente necessari per il cambio di passo del nostro sistema sanitario. E’ un servizio sanitario che – dobbiamo dirlo – che nonostante alcune criticità resta tra i migliori al mondo. Se guardiamo ai dati Ocse, anche se la spesa sanitaria dell’Italia è inferiore rispetto ad altri Stati come Francia o Germania, gli esiti di salute e la qualità delle cure sono generalmente superiori alla media Ocse. Abbiamo tassi inferiori di mortalità prevenibile o trattabile; anche il tasso alla mortalità a 30 giorni dopo un attacco ischemico vede valori più positivi per l’Italia rispetto alla media Ocse. Sono positivi anche i valori riferiti alla qualità dell’assistenza primaria come, ad esempio, i ricoveri inappropriati per infarto acuto del miocardio che sono 214 ogni 100.000 abitanti in Italia contro i 463 nei paesi Ocse. Cito questi dati perché è giusto rimarcarli: se è vero che ci sono problemi da risolvere non dobbiamo tacere quel che di buono si fa per rispondere ai bisogni di salute. e soprattutto dobbiamo ricordarci della grande qualità professionale dei nostri medici e operatori sanitari”.

Prossimità, digitalizzazione e prevenzione. ”Prima di concludere, voglio soffermarmi su altre tre leve che ci vedono impegnati per riformare la sanità: prossimità, digitalizzazione e prevenzione. Il potenziamento dell’assistenza territoriale è una via obbligata a fronte di una popolazione che invecchia e che porta con sé anche un aumento dell’incidenza di malattie croniche con bisogni sanitari e sociali. In questa direzione vanno gli investimenti del PNRR che finanziano case e ospedali di comunità e assistenza domiciliare. Ribadisco che tutte le strutture territoriali, come da programma saranno realizzate. Siamo assolutamente in linea con la tabella di marcia. Con la legge di bilancio abbiamo anche garantito risorse per il reclutamento di personale stanziando 250 milioni per il 2025 e 350 milioni dal 2026. Ovviamente sarà importante il contributo fattivo dei medici di famiglia all’interno delle case di comunità. E proprio ieri in Conferenza Stato-Regioni è stata approvata la Convenzione con i medici di medicina generale.

Per quanto riguarda l’assistenza domiciliare posso annunciare che abbiamo recuperato i ritardi che avevamo ereditato e ampiamente centrato l’obiettivo intermedio con 530.000 nuovi assistiti over 65 in più rispetto al dato di partenza del 2019. Accanto a questi interventi, vanno avanti anche gli investimenti per il rafforzamento e la diffusione dei servizi di telemedicina che assumono particolare rilevanza per l’assistenza al domicilio e quindi la gestione dei pazienti cronici, degli anziani, dei fragili. L’insieme di queste misure una volta pienamente a regime contribuirà ad alleggerire la pressione sugli ospedali che oggi restano il primo, se non unico, punto di riferimento per i cittadini che affollano i Pronto soccorso anche per bisogni di salute che non sono a volte né gravi né urgenti. La digitalizzazione è l’altro fattore di modernizzazione e di maggiore efficienza del servizio sanitario. Abbiamo impresso una forte accelerazione al nuovo Fascicolo sanitario che è entrato nella sua fase operativa per diventare da semplice strumento tecnologico a risorsa fondamentale per migliorare la qualità dell’assistenza. Anche sul fronte delle nuove grandi apparecchiature, possiamo rivendicare un buon risultato: rassicuro nuovamente che non c’è stato alcun slittamento di questo investimento che sta proseguendo e a oggi il 45% delle apparecchiature consegnato e collaudato”.

Prevenzione. ”Ultimo tema, ma non meno importante, su cui dall’inizio del mio mandato mi sono speso molto è quello della prevenzione. Nessun sistema sanitario in futuro potrà essere sostenibile se oltre a garantire la cura non è in grado di prevenire. La prevenzione non è un costo ma un investimento sulla salute e sulla tenuta economica del servizio sanitario. Per questo dobbiamo insistere sulla prevenzione - che passa per corretti stili di vita e i programmi di screening - e che deve durare lungo tutto il corso della vita. Si deve iniziare d bambini per poter avere un minor numero di adulti e anziani malati in futuro. Le ricadute positive sono evidenti. Questo impegno ci vede coinvolti tutti: governo, parlamento, associazioni, operatori sanitari, la scuola, lo sport. Ogni ambito può contribuire a sensibilizzare e fare promozione della salute. Oggi la maggior parte delle risorse della sanità sono destinate alla cura, dobbiamo considerare la necessità di incrementare i fondi destinati alle attività e ai programmi di prevenzione e cambiare il paradigma. Condivido le parole di Antonio Tajani sulla salute mentale e il disagio psicologico su cui c’è il nostro impegno. Ho cercato di toccare i punti fondamentali del lavoro che stiamo portando avanti per costruire una sanità del futuro che sia più moderna, più accessibile e che superi disuguaglianze che ancora esistono. Sono certo che potremo continuare a contare anche sul vostro prezioso contributo per il bene della nostra Nazione”, ha concluso Schillaci.

 

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