Scheda pratica
Con la consulenza della Dottoressa Sonia Prandi
Il cancro cervicale è al secondo posto tra i tumori che colpiscono le donne nel mondo, preceduto solamente dal carcinoma della mammella. La migliore soluzione è la prevenzione: con un esame specifico, il pap test, si può agire tempestivamente e con più precisione per prevenire la progressione del tumore.
Ogni anno in Italia vengono eseguiti sei milioni di pap test. Ancora troppo pochi, secondo stime della SIGO – Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, che riporta che l'adesione media in Italia alle campagne di screening su invito è del 39,8%, con aree di criticità al Sud.
Il pap test è un esame molto importante, che nel 2008 ha celebrato il suo cinquantesimo compleanno e in questo mezzo secolo ha salvato molte vite umane, consentendo a tantissime donne affette da tumori di avere una vita sessuale e procreativa normale.
Consiste nella raccolta di cellule dalla mucosa della cervice uterina (sia nella parte esocervicale che endocervicale), preceduta dall'introduzione in vagina di un apposito divaricatore chiamato speculum. Il contenuto viene poi strisciato su un vetrino e analizzato al microscopio.
Il pap test viene eseguito sia nelle strutture pubbliche, all'interno dei programmi di screening, sia negli ambulatori privati degli specialist ginecologi.
Recentemente è stato introdotto un nuovo esame, chiamato pap test in fase liquida, in cui le cellule raccolte durante il test, prima di essere applicate sul vetrino, vengono “scosse” all'interno di un liquido di sospensione e poi analizzate al microscopio. Questo passaggio ulteriore consente una migliore lettura microscopica dell'esito.
Questo nuovo tipo di test, che forma poi il cosidetto pap test in strato sottile, consente di stabilire, per esempio, tramite apposite analisi di biologia molecolare, se è in corso un'infezione da Hpv (Papillomavirus umano), un virus molto diffuso (8 donne su 10 ne contraggono una qualche forma nel corso della loro vita), responsabile in 1,6 casi ogni 1.000 donne colpite da Hpv di sviluppare un tumore alla cervice uterina. Questo basta a causare, solo in Italia, 3.500 casi.
Grazie al pap test, che permette di identificare e intervenire sulle lesioni precancerose (dette anche displasie), i casi di tumore del collo dell'utero sono diminuiti radicalmente negli ultimi anni, così come i decessi dovuti alla malattia, che però nel nostro Paese sono ancora più di 1.000 l'anno.
Per salvaguardare l'integrità dell'utero e quindi la fertilità è importante sottoporsi regolarmente, ogni tre anni, al pap test.
In caso di esito patologico, che evidenzi displasie di diverso grado o tumori, è necessario rivolgersi a strutture specializzate per essere sottoposte a un esame approfondito che si chiama colposcopia.
[Milano, luglio 2009]