Scheda pratica
Con la consulenza del Dottor Vittorio Fontanesi
Con il termine isteroscopia si intende sia una tecnica diagnostica che consente di visualizzare e studiare i genitali interni femminili, cioè il canale cervicale, la cavità uterina, gli osti tubarici e l'endometrio, sia una tecnica chirurgica mini-invasiva effettuata per via endoscopica per asportare eventuali formazioni anomale presenti nell'utero.
Viene utilizzata, quindi, sia per la diagnosi di patologie uterine ad esempio associate a sterilità o aborti spontanei, come le malformazioni uterine, e per il tumore dell'endometrio, sia per la correzione chirurgica di patologie particolari quali l'utero setto, polipi, alcuni tipi di fibromi (specialmente quelli sottomucosi, che sporgono nella cavità uterina) causa di sanguinamenti anomali. È usata anche per rimuovere corpi estranei come la spirale contraccettiva mal posizionata.
Usata come tecnica di diagnosi, l'isteroscopia prevede l'introduzione, attraverso la cervice uterina, di una sonda dallo spessore di pochi millimetri, costituita da lenti e fibre ottiche e collegata a una telecamera. In questo modo è possibile individuare con estrema precisione la patologia ed effettuarne il trattamento sotto costante visione. Per consentire un'analisi accurata dell'area è necessario contemporaneamente distendere la cavità uterina tramite un mezzo gassoso, come l'anidride carbonica, oppure liquido, per esempio la soluzione fisiologica.
Questa metodologia, che è rapida, non invasiva (si esegue per via vaginale e non richiede tagli o incisioni) e spesso indolore, si esegue in regime ambulatoriale; quella operativa consente alle pazienti di evitare interventi chirurgici più invasivi e di tornare a casa in giornata.
Gli unici fastidi avvertibili dopo l'esecuzione delle procedura possono essere un dolore moderato al basso ventre, simil mestruale, e un dolore alla spalla dovuto all'introduzione in utero del gas di distensione. In generale l'isteroscopia risulta ben tollerata da donne di tutte le età.
Non occorre prepararsi né digiunare prima dell'esecuzione dell'esame. Si esegue senza anestesia, salvo i casi di ragazze molto giovani, donne che non hanno mai partorito o anziane in menopausa con organi atrofici. In queste situazioni è possibile avvertire dolore durante l'esame, pertanto può essere indicata un'anestesia generale.
L'indicazione principale dell'isteroscopia è rappresentata dalle perdite di sangue anomale, al di fuori del ciclo mestruale o durante la menopausa. In ordine di frequenza, è indicata anche per indagare le cause anatomiche di situazioni di infertilità o sterilità, o per monitorare l'endometrio, la membrana che riveste internamente la cavità dell'utero, per esempio durante le terapie ormonali.
L'isteroscopia presenta indubbi vantaggi rispetto al raschiamento uterino. Il raschiamento è una tecnica fatta alla ceca, in anestesia generale, con ricovero; l'isteroscopia in ambulatorio, senza anestesia e sotto visione diretta ci permette una diagnosi precisa con eventuale biopsia anche di lesioni minime.
Le complicanze sono abbastanza rare; un paio di esempi sono la reazione vagale, che si manifesta, in seguito alla stimolazione del collo dell'utero, con un rallentamento del battito cardiaco e un abbassamento della pressione arteriosa, sintomi che rientrano spontaneamente nel giro di pochi minuti, oppure la perforazione, una complicazione temibile, ma fortunatamente non frequente, che può provocare un'emorragia e richiedere un intervento.
L'intervento chirurgico endoscopico invece è una tecnica operativa mini-invasiva che consente di aggredire e risolvere, con delle piccole forbici o un elettrodo posti all'estremità della sonda, la patologia endouterina o di effettuare delle biopsie mirate sulle lesioni endometriali sospette. In caso di isteroscopia chirurgica il mezzo di distensione viene scelto a seconda del tipo di strumento e di intervento da eseguire.
L'isteroscopia operativa viene effettuata ogni qualvolta l'isteroscopia diagnostica evidenzia una patologia endouterina, sia nel canale cervicale che nella cavità uterina, come polipi o fibromi, oppure nel caso di interventi complessi come l'ablazione endometriale, che consiste nell'asportazione di tutto il tessuto endometriale quando questo è affetto da patologie non risolvibili con la terapia medica.
In genere si esegue in anestesia generale di 10-20 minuti, ma è possibile ricorrere anche a una loco-regionale in caso di controindicazioni a quella generale o nel caso in cui la paziente desideri seguire l'intervento sul monitor.
Si effettua in day hospital. Il decorso post-operatorio non è doloroso; si possono avvertire anche in questo caso dolori, per un paio d'ore dopo la cessazione dell'anestesia, e perdite simil-mestruali che durano qualche giorno, ma nulla impedisce di riprendere fin dal giorno seguente all'intervento le normali attività quotidiane.
[Milano, luglio 2009]