Associazione dei Ginecologi Italiani:
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Scheda pratica

Con la consulenza del Dottor Giancarlo Cecchini

  • Il termine “screening” indica un protocollo di indagini diagnostiche generalizzate, utilizzate per identificare una malattia in una popolazione standard, precedentemente selezionata, con un rischio medio di malattia. A differenza dei test eseguiti nella pratica diagnostica generale, le procedure dello screening prevedono che gli esami siano eseguiti a tappeto su tutta la popolazione, anche quelli senza alcun sintomo, indicazione clinica di malattia o familiarità per malattia. Lo scopo dello screening è quello di identificare le malattie presenti in una comunità in una fase precoce, permettendo così di giungere a interventi tempestivi in modo da ridurre sistematicamente la mortalità. La “prevenzione” ha lo scopo di allontanare  le cause di insorgenza di una malattia (i cosiddetti “fattori di rischio modificabili”) tramite l'adozione di comportamenti e stili di vita adeguati. La “diagnosi precoce” è invece la ricerca dei primi sintomi di una malattia già contratta ma non ancora conclamata. Cogliendo la malattia nella fase iniziale del suo sviluppo, si hanno maggiori possibilità di cure e quindi di guarigione.

  • Sono possibili due forme di prevenzione: la Prevenzione primaria, che consiste nell'eliminare, o almeno ridurre, l'esposizione dell'organismo alle cause note di malattia, e la Prevenzione secondaria, che consiste nell'individuare i tumori (o le lesioni che ne precedono l'insorgenza) in una fase in cui non abbiano ancora causato danno all'organismo e siano guaribili con terapie poco aggressive. Nell'ambito della prevenzione primaria grande attenzione deve essere posta alla comunicazione, tramite campagne informative destinate alla popolazione sull'importanza di conoscere i fattori di rischio di tumori e malattie infettive e sugli adeguati comportamenti da seguire per preservare la propria salute. A questo proposito, la Comunità Europea ha emanato il  “Decalogo Europeo contro il Cancro”, composto sia da norme di prevenzione primaria (le regole da 1 a 6) , sia da norme rivolte alla identificazione precoce dei tumori (prevenzione secondaria): 1. Non fumare. Per i fumatori: usare sigarette con filtro e contenuto di catrame inferiore a 5 mg. 2. Non eccedere nel consumo di alcolici. 3. Evitare l'eccessiva esposizione al sole, specie con la pelle chiara. Evitare assolutamente scottature, specie nell'infanzia. 4. Seguire attentamente, soprattutto negli ambienti di lavoro, le norme di sicurezza relative alla produzione e all'uso di sostanze che possono essere cancerogene. 5. Mangiare frequentemente frutta fresca, verdure e cibi integrali. 6. Non aumentare troppo di peso e limitare l'uso di grassi e di carne. 7. Rivolgersi al medico appena ci si accorge di un'insolita perdita di sangue, di un cambiamento (di forma o di colore) di un neo, della comparsa di un nodulo. 8. Rivolgersi al medico con sintomi persistenti come tosse, raucedine, cambiamenti delle abitudini intestinali, e un'inspiegabile perdita di peso. Dopo i 40 anni è consigliabile sottoporsi annualmente a controllo medico della cavità orale e a esplorazione rettale. 9. Per le donne: Fare regolarmente il Pap-test , una volta ogni tre anni tra i 25 e i 65 anni d'età. È preferibile effettuare il test nell'ambito di un programma di screening organizzato del SSN. 10. Controllare il seno regolarmente, specie dopo i 30 anni d'età. Dopo i 50 anni fare una mammografia ogni 2 anni. È  preferibile effettuare al mammografia nell'ambito di un programma di screening organizzato del SSN.

  • Il pap-test serve per la diagnosi precoce del cancro al collo dell'utero, che in Europa è la seconda causa di morte per cancro (dopo il cancro della mammella) nelle giovani donne (15-44 anni). In Italia vengono diagnosticati ogni anno circa 3.500 nuovi casi (pari a un'incidenza annuale di 10 casi ogni 100 mila donne di qualunque età) e oltre 1.500 donne muoiono a causa di questa patologia. Nel corso della vita il rischio di avere una diagnosi di tumore alla cervice è del 6,2 per mille, cioè di un caso ogni 163 donne (fonte: IV Congresso nazionale SIMaST «Le infezioni sessualmente trasmissibili 2007: focus su prevenzione e nuove terapie» ottobre 2007). A questi dati si aggiungono le altre patologie da Papillomavirus che, in molti casi, non sono altro che lo stadio preliminare al tumore: 14.700 lesioni precancerose di alto grado al collo dell'utero e 47 mila di basso grado. Oltre che 100  mila casi di condilomi genitali. L'autopalpazione e la mammografia sono invece misure atte a preservare la salute del seno: in Italia vengono diagnosticati mediamente 40.000 casi di tumore al seno ogni anno. Le donne maggiormente colpite sono quelle in menopausa e in generale quelle con un'età superiore ai 50 anni, anche se oggi assistiamo sempre più spesso a diagnosi di tumore al seno in donne particolarmente giovani, anche di età inferiore ai 35 anni.

  • Nell'ambito della diagnosi precoce, è opportuno che, oltre alle visite di routine, tutte le donne, a prescindere dall'età e a mano a mano che invecchiano, non sottovalutino alcuni segnali come la comparsa di secrezioni vaginali, che possono essere espressione di banali infiammazioni oppure di infezioni più serie che, se sottostimate, possono a lungo andare, anche senza che la paziente se ne renda conto, dare luogo a manifestazioni patologiche dell'apparato genitale che possono compromettere l'integrità dell'apparto riproduttivo e quindi pregiudicare la possibilità di avere figli. È bene dunque avvertire lo specialista di fiducia di eventuali perdite vaginali anomale per poter diagnosticare e curare in tempo la causa. La microbiologia vaginale ha un'importanza enorme per la protezione della fertilità femminile.

  • La promiscuità, cioè uno stile di vita sessuale caratterizzato da rapporti con partner diversi e occasionali, è un importante fattore di rischio per le malattie genitali femminili. Se una donna decide consapevolmente di seguire uno stile di vita improntato alla promiscuità dovrebbe farsi consigliare dal suo ginecologo sulle opportune precauzioni da prendere e sugli accertamenti da fare per proteggere la sua salute. Il preservativo è la precauzione ideale da prendere nei confronti di un partner nuovo, di cui non si conoscono la storia né le abitudini sessuali, perché evita il contatto diretto tra le mucose genitali maschili e femminili e quindi previene le malattie sessualmente trasmesse. Nell'ottica di un atteggiamento di rispetto di sé la scelta migliore, in presenza di dubbi circa le abitudini sessuali del nuovo partner, è certamente l'astensione. Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, le malattie sessualmente trasmissibili (AIDS, condilomatosi, sifilide, gonorrea e clamidia) sono in continuo aumento, soprattutto fra i giovani: degli oltre 300 milioni di nuovi casi stimati ogni anno, almeno 111 interessano giovani sotto i 25 anni di età.  Ogni anno, un adolescente su venti contrae una MST curabile, senza contare le infezioni virali. Le donne devono stare particolarmente attente a questo rischio: le lesioni e le infiammazioni genitali date dalle diverse MST aumentano consistentemente il rischio di trasmissione dell'HIV. Inoltre la contrazione di un'infezione sessuale in gravidanza può avere conseguenze molto negative per il feto, fino alla morte in utero dello stesso. Oltre alla contrazione della malattia congenita, possono esserci infatti danni neurologici, infezioni agli occhi, polmoniti, epatiti acute, meningiti, malattie croniche al fegato, cirrosi, anormalità congenite (dalla cecità alla sordità a danni ad altri organi). (Fonte: Congresso Simast). È consigliabile coinvolgere anche i compagni maschi in una cultura della prevenzione e della protezione della salute sessuale. E, nel caso di presenza di malattia nella donna e di possibile contagio al maschio, è bene che anche quest'ultimo si rivolga a uno specialista (anche il ginecologo stesso, superando le naturali remore degli uomini all'idea del consulto ginecologico), per una visita e gli opportuni esami.


[Milano, febbraio 2009]

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