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Alto Adige. Solo i punti nascita di Bolzano e Merano rispondono ai parametri nazionali

29 Giugno 2016

La giunta ha condotto un approfondimento alla luce dei vigenti standard qualitativi e di sicurezza e delle nuove direttive UE sull’orario di lavoro, che hanno come effetto un aumentato fabbisogno di personale nei nosocomi. "Abbiamo esplorato se in che modo possiamo raggiungere gli standard di qualità e di sostenibilità anche per gli altri ospedali”, ha spiegato l'assessore alla Salute Stocker.  

Dopo aver definito nelle scorse settimane i profili delle prestazioni di base dei sette ospedali e avviato la procedura di approvazione del Piano sanitario 2016-2020, la Giunta provinciale ha affrontato oggi, come annunciato, il tema del futuro dei punti nascita negli ospedali di Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico, Silandro e Vipiteno. Un approfondimento condotto alla luce dei vigenti standard qualitativi e di sicurezza e delle nuove direttive UE sull’orario di lavoro, che hanno come effetto un aumentato fabbisogno di personale nei nosocomi. “La Provincia ha tempo fino al 29 luglio per presentare al Ministero a Roma un piano sostenibile e credibile, sulla base dei parametri nazionali prefissati, per il mantenimento dei punti nascita sul territorio”, ha ricordato l’assessora Martha Stocker dopo la seduta della Giunta. Per questo l’esecutivo ha fatto un check up complessivo della situazione e analizzato nel dettaglio i dati aggiornati dei reparti nei singoli ospedali.

Allo stato attuale solo i punti nascita di Bolzano e Merano rispondono in pieno ai requisiti, “ma abbiamo esplorato se in che modo possiamo raggiungere gli standard di qualità e di sostenibilità anche per gli altri ospedali”, ha aggiunto Stocker. Qualità e sicurezza che riguardano in primis la madre e il bambino, tuttavia fattori importanti nel mantenimento dei punti nascita sono anche la distanza geografica e la presenza del personale medico. Proprio riguardo al personale, da un lato si rivela purtroppo difficile reperirlo e dall'altro lavorare sistematicamente nel lungo periodo ricorrendo ai cosiddetti “gettonisti”, medici con contratto di lavoro atipico e a tempo, non corrisponde alle aspettative di sicurezza e qualità della Giunta provinciale.

L’approfondimento della situazione attuale si è concentrata in primo luogo sul raffronto nel 2015 fra i punti nascita di Silandro (357 parti) e Vipiteno (460, di cui però 220 di persone al di fuori del comprensorio sanitario), i due punti nascita rimasti sotto la soglia minima annuale richiesta di 500 parti. In merito alla distanza tra il bacino d’utenza e il secondo ospedale più vicino, per Silandro si parla di 83 km fino a Merano, per l’Alta val d’Isarco di 46 fino a Bressanone. “Nella questione punti nascita oggi non abbiamo ancora preso una decisione, ma in base all’analisi dei dati oggettivi abbiamo elaborato una graduatoria”, ha spiegato il presidente Arno Kompatscher. Come per l’elaborazione dei profili delle prestazioni di base degli ospedali, “si tratta di individuare una soluzione sostenibile nel lungo periodo per assicurare in futuro un’assistenza sanitaria adeguata a tutta la popolazione.”

 

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