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Monitoraggio Covid. Epidemia in calo ma per Iss e Ministero non è il momento di rilassarci. Tutta Italia in giallo tranne 5 Regioni

12 dicembre 2020 - È quanto emerge dall’ultimo monitoraggio di Iss e Ministero della Salute relativo al periodo 30 novembre - 06 dicembre 2020. Tutte le Regioni tranne il Molise presentano un indice Rt sotto 1 e uno scenario di tipo 1. Anche l’incidenza dei casi è in discesa ma Iss e Ministero invitano ancora alla prudenza poiché l’epidemia si mantiene “grave a causa di un impatto elevato sui servizi assistenziali”. Per questo occorre “mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone”. IL REPORT INTEGRALE

L’epidemia in Italia “seppur mantenendosi grave a causa di un impatto elevato sui servizi assistenziali, continua a mostrare una riduzione nella trasmissibilità rispetto alla settimana precedente e questo è un segnale di efficacia delle misure di mitigazione introdotte. In tutte le Regioni/PPAA la trasmissibilità e compatibile con uno scenario tipo 1.
 
“Gran parte delle Regioni/PA  - si legge nel report - sono classificate a rischio Moderato di una trasmissione di SARS-CoV-2 ma l’elevata incidenza e l’attuale forte impatto sui servizi ospedalieri richiede cautela mantenendo elevata l’attenzione nei comportamenti. Per questo motivo questo andamento deve portare alla massima attenzione nell’adozione e rispetto delle misure, ed evitarne un rilassamento prematuro, mantenendo elevata l’attenzione nei comportamenti”.

“L’incidenza delle diagnosi di Covid-19 – scrivono Iss e Ministero - è solo leggermente in diminuzione a livello nazionale, ancora elevata e molto lontana da livelli che permettano il ripristino della fase di contenimento e soprattutto con una forte variabilità tra le regioni/PPAA. Si osserva una lieve diminuzione nelle ospedalizzazioni in area medica e in terapia intensiva ma ancora con un forte impatto sui servizi ospedalieri. Questo quadro nazionale sottende un quadro diversificato a livello Regionale e sub-regionale, dove a volte ci sono segnali di instabilità, se non di una ulteriore crescita del numero dei casi”.

Inoltre “l’elevata incidenza e l’attuale forte impatto sui servizi sanitari richiedono di attendere una riduzione significativa prima di considerare un rilassamento delle misure di mitigazione, ivi comprese quelle della mobilità, oltre alla necessità di mantenere elevata l’attenzione nei comportamenti. La situazione epidemiologica dell’epidemia rimane grave e si raccomanda che, in base all’impatto sui servizi sanitari e territoriali, una modulazione delle misure di mitigazione nelle Regioni/PA eviti di rilassare le misure stesse e il livello di attenzione della popolazione al punto da determinare una rapida inversione della tendenza documentata con una ripresa del contagio in un contesto di incidenza ancora molto elevata che avrebbe conseguenze molto gravi per il Paese”.
 
"Si conferma - conclude il report - pertanto la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone”.

Dai dati del report l’Abruzzo passa ufficialmente dalla zona rossa a quella arancione. Allo stesso modo Basilicata, Lombardia, Piemonte e Calabria scendono in zona gialla. A questo punto restano solo 5 Regioni e Pa in arancione (Bolzano, Valle  d'Aosta, Toscana, Abruzzo e Campania) e tutto il resto del Paese è in area gialla. 

Il Report
Nella settimana di monitoraggio relativa al periodo 30 novembre - 06 dicembre 2020 si continua ad osservare una riduzione generale del rischio, con la maggior parte delle Regioni/PPAA a rischio Moderato e due a rischio Basso.

In particolare, 14 Regioni/PA sono classificate a rischio Moderato di una trasmissione di SARS-CoV-2. Di queste, nessuna ha una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese nel caso si mantenga invariata l’attuale trasmissibilità. Due Regioni (Molise, Basilicata) sono classificate a rischio Basso e 5 a rischio Alto (Emilia Romagna, Pa Trento, Puglia, Sardegna e Veneto).

Puglia e Sardegna sono state classificate a rischio Alto per 3 settimane consecutive, "questo potrebbe prevedere specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale". Ricordiamo in tal senso che la Puglia ha già adottato per diverse province e comuni misure da "zona arancione".
Tutte le Regioni/PPAA, tranne 1 (Molise), hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario di tipo 1. La rimanente Regione ha un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo 2. 

Si osserva, anche, una riduzione nel numero di Regioni/PPAA dove l’impatto della epidemia sui servizi sanitari assistenziale è ancora alto. Al giorno 08/12/2020, 16 Regioni/PPAA avevano superato almeno una soglia critica in area medica o TI (vs 18 Regioni/PPAA la settimana precedente). Il tasso di occupazione dei posti letto in Terapia Intensiva ed Aree Mediche supera ancora le soglie critica di occupazione a livello nazionale. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 3.663 (01/12/2020) a 3.345 (08/12/12); anche il numero di persone ricoverate in aree mediche è diminuito passando da 32.811 (01/12/2020) a 30.081 (08/12/2020).

Sebbene si osservi una diminuzione significativa dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 gg (454,70 per 100.000 abitanti nel periodo 30/11/2020-06/12/2020 vs 590.65 per 100,000 abitanti nel periodo 23/11/2020-29/11/2020, dati flusso ISS), il valore è ancora molto elevato.

Nel periodo 18 novembre – 1 dicembre 2020, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,82 (range 0,76 – 0,91). Si riscontrano valori di RT puntuale inferiore a 1 in 20 Regioni/PPAA. Di queste, 19 hanno un Rt puntuale inferiore a uno anche nel suo intervallo di credibilità maggiore, indicando una diminuzione significativa nella trasmissibilità.

Sebbene in miglioramento, permane una diffusa difficoltà nel mantenere elevata la qualità dei dati riportati al sistema di sorveglianza integrato sia per tempestività (ritardo di notifica dei casi rapportati al sistema di sorveglianza su dati aggregati coordinati dal Ministero della Salute) sia per completezza. Il dato epidemiologico analizzato è relativo alla settimana 30 novembre 2020 – 6 dicembre che al momento è il dato consolidato più recente disponibile. Come conseguenza questo può portare ad una possibile sottostima della velocità di trasmissione e dell’incidenza. 

Di per sé, questo costituisce una conferma della generale criticità causata dalla gravità della situazione epidemiologica che, per quanto in miglioramento, è caratterizzata da una incidenza elevata che determina un carico ancora eccessivo sui servizi sanitari.

Il dato relativo alla occupazione dei PL utilizzato per il calcolo degli indicatori 3.8 e 3.9 questa settimana è aggiornato al 08 dicembre 2020, ed è il dato più aggiornato disponibile.

Si continua ad osservare una diminuzione nel numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note (49.967 vs 62.617 la settimana precedente), con la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di tracciamento dei contatti stabile al 24,7%. Si osserva, invece, un lieve aumento nella percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (32.3% vs 30,2% la settimana precedente). Infine, il 29.8% dei casi è stato rilevato attraverso attività di screening e nel 13.2% non è stato riportato la ragione dell’accertamento diagnostico.

 

 

 

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