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Pubertà. Anche per i ragazzi, se è precoce dipende dalla madre

27 novembre 2018 - Uno studio condotto in Danimarca ha rilevato come, anche per i ragazzi, l’età dell’inizio della pubertà sia speculare a quella in cui le madri hanno vissuto questa fase della vita. Una pubertà precoce, però, può essere un fattore di rischio per alcune patologie.


(Reuters Health) – Anche per i ragazzi, una pubertà precoce sarebbe determinata dall’età in cui questa fase della vita è cominciata per la madre, come ipotizzato da tempo per le ragazze. A evidenziarlo è uno studio guidato da Nis Brix, dell’Università di Aarhus, in Danimarca. I risultati della ricerca sono stati pubblicati da Human Reproduction.

Lo studio
I ricercatori hanno intervistato quasi 16mila giovani in Danimarca facendo loro domande sulla progressione della pubertà ogni sei mesi, a partire da quando avevano 11 anni e fino al raggiungimento della piena maturità a 18 anni. Il tema ha anche chiesto alle madri quando avevano avuto la prima mestruazione.

Dai risultati è emerso che i figli nati da madri che avevano avuto una pubertà precoce avevano maggiori probabilità di andare incontro a sviluppo di peli pubici e facciali, a cambiamenti di voce ad acne e prima eiaculazione prima dei coetanei con madri entrate in pubertà più tardivamente. Lo stesso accadeva con le figlie, che sviluppavano il seno fino a sei mesi prima delle altre e avevano la prima mestruazione più precocemente. Un dato, quest’ultimo, in linea con i precedenti studi.

I ragazzi che vanno incontro a pubertà precoce, però, da adulti potrebbero essere più bassi rispetto alla media, perché dopo un iniziale periodo di allungamento, le loro ossa possono smettere di crescere prima del tempo. Inoltre, la pubertà precoce sarebbe collegata a un aumento del rischio di obesità da adulti, tumore del seno e dei testicoli, diabete e malattie cardiovascolari, oltre che a problemi sociali ed emotivi e ad avere precoci esperienze sessuali.

Secondo altri studi recenti, l’età della pubertà si sta sempre più abbassando, soprattutto fra le ragazze dei Paesi sviluppati. A contribuire a questa tendenza ci sarebbero fattori come dieta, obesità e uso di sostanze chimiche come gli interferenti endocrini, che mimano l’azione degli ormoni umani.

Fonte: Human Reproduction

Lisa Rapaport

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

 

 

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