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Fertility Day. Il Senato boccia la campagna 2016 e vuole anche un nome diverso: “Basta con l’inglese, sia la Giornata della salute riproduttiva”

12 ottobre 2016 - Presentate 5 mozioni sul tema. L'Assemblea ha approvato la mozione di maggioranza. Con votazioni per parti separate sono state approvate parzialmente e con modifiche le mozioni di SI-Sel, M5S e  CoR, con l'espunzione di molti paragrafi delle premesse e degli impegni a prendere le distanze dalle scelte della ministra Lorenzin e a cancellare definitivamente la campagna. Respinta la mozione del Gruppo Misto. 

Non smette di far parlare di sé la campagna del Ministero della Salute promossa in occasione del Fertility Day. Dopo le polemiche scatenatesi per ben due volte, sulle locandine utilizzate per veicolare il messaggio, questa mattina l'Aula del Senato è stata impegnata nella discussione di 5 mozioni sul tema. L'Assemblea ha approvato la mozione di maggiornaza n. 644. Con votazioni per parti separate sono state approvate parzialmente e con modifiche le mozioni n. 626 di SI-Sel, n. 639 di M5S e n. 645 di CoR, con l'espunzione di molti paragrafi delle premesse e degli impegni a prendere le distanze dalle scelte della ministra Lorenzin e a cancellare definitivamente la campagna, verificando le risorse utilizzate. E' stata, inoltre, respinta la mozione n. 641 del Gruppo Misto.
 
Loredana De Petris (SI-Sel), illustrando la mozione n. 626, ha giudicato "regressiva, ideologica e aggressiva" la campagna pubblicitaria sul fertility day. Per affrontare in modo efficace il tema della denatalità, nel rispetto della libertà di scelta, "occorre promuovere politiche attive per l'autonomia e un nuovo welfare con maggiori servizi socioeducativi", ha sottolineato nel suo intervento. La mozione presentata dalla senatrice di Si-Sel impegna il Governo a promuovere un piano di prevenzione della sterilità e tecniche di fecondazione assistita, un piano di sostegno al lavoro femminile e sgravi fiscali per la maternità, a valorizzazione il lavoro di cura, anche attraverso il riconoscimento di contributi previdenziali figurativi e integrativi, ad adoperarsi per l'esclusione dal patto di stabilità delle spese per il welfare.
 
Paola Taverna (M5S), giudicando "vergognosa, offensiva e razzista" la campagna ministeriale, ha illustrato la mozione n. 639 (approvata in parte) che impegna il Governo a incentivare la cultura della prevenzione, ad adottare iniziative per conciliare i tempi di lavoro e famiglia, a promuovere politiche di prevenzione della sterilità, ad aumentare il congedo di paternità, a ridurre l'aliquota Iva sui priodotti di prima necessità per l'infanzia.
 
Ivana Simeoni (Misto) ha poi illustrato la mozione n. 641 (respinta) che impegna il Governo a verificare i costi sostenuti per la campagna e a intraprendere azioni di rivalsa nei confronti dei responsabili di questo spreco di denaro pubblico.
 
“Chiediamo che del Fertility day si possa parlare con la lingua italiana e si chiami 'Giornata della salute riproduttiva', in cui si possa informare e formare le persone su questo tema molto importante che riguarda la vita di tutti e il futuro di questo Paese". Così Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Commissione Sanità del Senato, illustrando la mozione n. 644 di maggioranza (approvata) di cui è prima firmataria sul "Fertility day".
 
 Secondo la senatrice Pd "l'infelicità della doppia campagna comunicativa ha ulteriormente oscurato contenuti che, viceversa, vanno segnalati all'attenzione. Innanzitutto, il primo elemento è che non bisogna confondere il tema della fertilità, ammesso che si possa chiamare in questo modo, con quello della natalità".
 
Insomma, ha sottolineato De Biasi, "credo che la parola 'fertilità' si possa lasciare a una parte della letteratura scientifica. Credo, viceversa, che il termine opportuno sia «salute riproduttiva» delle donne e degli uomini". Ha concluso la Presidente della 12 Commissione del Senato, "i diritti della coppia sono molto importanti. C'è diritto alla genitorialità; c'è bisogno di riforme forti, a partire dalla legge n. 40 del 2004, ma c'è soprattutto bisogno - lo devo dire anche per la storia delle donne di questo Paese - di un piano più serio di quanto non sia stato fatto finora sulla vita e sulla salute riproduttiva delle donne, dall'adolescenza con i vaccini contro il papilloma virus, fino al parto e al dopo parto".
 
Successivamente, Anna Cinzia Bonfrisco (CoR), ponendo l'accento sull'inadeguatezza del Ministro, ha illustrato la mozione n. 645 (approvata in parte) che impegna il Governo a prendere le distanze dalla campagna sul fertility day, ad attuare politiche specifiche per la famiglia e per il contrasto della povertà, a rafforzare la tutela della maternità, a promuovere presso la UE politiche per contrastare la denatalità.
 
Nella discussione sono intervenuti Francesco Campanella (SI-Sel) e Ciro Falanga (AL-A), il quale ha chiesto di sottoscrivere la mozione n. 626 che prevede, tra gli impegni, l'accesso a farmaci innovativi per la cura dell'epatite C.
 
Il Sottosegretario alla salute, Vito De Filippo, nel suo intervento ha precisato che la giornata del 22 settembre è finalizzata ad aumentare la conoscenza sulla salute riproduttiva e ha evidenziato che il piano sanitario nazionale garantisce copertura all'endometriosi. Ha quindi accolto la mozione di maggioranza mentre ha respinto la mozione n. 641. Sulle mozioni n. 626 di SI-Sel, n. 639 di M5S e n. 645 di CoR ha chiesto di espungere molti paragrafi delle premesse e di modificare alcuni impegni dei dispositivi inserendo la formula "a valutare la possibilità".
 
Nelle dichiarazioni di voto, Bonfrisco (CoR) ha chiesto la votazione per parti separate, Barani (AL-A) ha annunciato voto favorevole a tutte le mozioni, Petraglia (SI-Sel) e Taverna (M5S) hanno chiesto al Ministro Lorenzin di dimettersi.
 
Secondo Laura Bianconi (Ap), al di là della cattiva comunicazione, il Ministro ha avuto il merito di affrontare il drammatico problema della denatalità, mentre per Sante Zuffada (FI-PdL), che ha annunciato voto favorevole alla mozione n. 645 e l'astensione sulle altre, il compito del Governo non è analizzare le cause della decrescita demografica bensì proporre soluzioni a sostegno della genitorialità e della famiglia.
 
Infine, la capogruppo Pd in commissione Sanità, Nerina Dirindin (Pd), annunciando il voto favorevole alla mozione di maggioranza, insieme a De Biasi ha sottolineato la volontà di "mettere al centro della nostra mozione il tema della salute riproduttiva di donne e uomini e non tanto il tema della fertilità perché è questo il discrimine di ogni intervento relativo ai temi legati alla riproduttività libera e consapevole che vogliamo sia tutelata".
 
"Per questo - ha proseguito - riteniamo utile che, al di là della campagna comunicativa sulla quale si è espresso un parere negativo condiviso da tutti, la giornata del 22 settembre sia rinominata 'Giornata di formazione e di informazione sulla salute riproduttiva' e sia rivolta a tutta la popolazione e non sola ad una parte".

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