Associazione dei Ginecologi Italiani:
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Lorenzin al congresso Sigo-Aogoi- Agui: “Ecco l’agenda di governo per la salute della donna”

20 ottobre 2016 - Dalla salute riproduttiva all’aggiornamento al femminile dei Livelli essenziali di assistenza. E poi portare a termine il Piano per la riorganizzazione dei punti nascita: “Sappiamo che l'Accordo del 2010 stenta ancora ad arrivare alla sua piena attuazione. Le responsabilità dei ritardi sono molteplici, come anche le cause, spesso legate a situazioni locali particolari. Ma sono convinta che la strada intrapresa sia quella giusta per garantire il massimo di sicurezza nelle cure alla nascita” 

Care amiche e cari amici, mi complimento con voi per l’attualità degli argomenti da voi scelti quest’anno per il vostro congresso dedicato al tema “La salute al femminile tra sostenibilità e società multietnica” e voglio ringraziarvi per la condivisione e la fattiva collaborazione che mi state offrendo nella realizzazione di quelli che sono gli obiettivi del mio mandato come Ministro della Salute.
 
Come ben sapete, il mio impegno per le politiche sanitarie per la tutela della salute materno infantile è fortemente condizionato dalla necessità di avere una visione a più lungo termine, in quanto il crescente calo demografico degli ultimi decenni e l’allungamento della vita media della popolazione, conseguenza dei progressi della medicina, pone un problema non solo di sostenibilità del nostro sistema sanitario ma dello stesso sistema Paese.
 
Per questo sono fermamente convinta che è essenziale continuare ad intervenire sia nell’ambito preventivo che assistenziale della salute riproduttiva e che sia importante aumentare le conoscenze delle persone, e dei giovani in particolare, su questo tema.
 
Con questo intento, abbiamo celebrato la prima giornata nazionale dedicata al tema della fertilità e ad informare sulle possibili cause di infertilità e su come prevenirle o curarle. Le tavole rotonde e gli eventi organizzati il 22 settembre in diverse città, in particolare a Roma, Padova, Bologna e Catania, realizzate anche grazie alla preziosa collaborazione della SIGO, dell’AOGOI e dell’AGUI, hanno rappresentato un importante momento  d’incontro e dibattito  sul tema della salute dell’apparato riproduttivo con i giovani, gli insegnanti, le famiglie, i farmacisti, i medici, gli psicologi e i rappresentanti delle istituzioni e del territorio.
So bene come alla base del calo delle nascite in Italia vi siano problematiche sociali ed economiche che vanno affrontate con decisione e sulle quali il Governo, di cui mi onoro di far parte, molto sta facendo e farà per rilanciare l’economia, garantire la ripresa e il rilancio dell’occupazione dopo anni terribili di crisi.
 
Ma come Ministro della salute il mio dovere è mettere in campo tutte le risorse e le azioni possibili per rimuovere e prevenire le cause dell’infertilità, che sono l’altra faccia della medaglia, e questo può essere realizzato in collaborazione con i medici, gli operatori interessati e le strutture sanitarie del Paese.
 
In questo momento ci sono 700mila coppie che non riescono ad avere figli anche a causa di patologie che potrebbero essere prevenute.
 
Molti sono ancora i giovani non correttamente informati sulla propria fertilità, sui suoi tempi e sui rischi che possono comprometterla. Giovani che dobbiamo tutelare, anche perché è proprio nella popolazione giovanile che si registra un aumento progressivo di infezioni sessualmente trasmissibili dalle quali devono sapersi difendere adottando comportamenti sessuali responsabili. 
 
Nell’aggiornamento dei Lea ho voluto fortemente l’inserimento di tutte le prestazioni di procreazione medicalmente assistita (Pma), sia omologa che eterologa, che saranno erogate a carico del Servizio sanitario nazionale in tutte le Regioni, così come sono state aggiornate le prestazioni a tutela della maternità a carico del Ssn (che risalivano al 1998 – Decreto Bindi), sia con funzione preconcezionale sia in gravidanza.
 
Sempre nei nuovi Lea è stata inserita la vaccinazione anti-Hpv nel maschio undicenne (come già previsto dal 2008 per le ragazze dodicenni), fondamentale azione di prevenzione per ridurre l’incidenza dei tumori della cervice uterina, e non solo, causati dall’infezione da virus Hpv.
 
A tutela di tutte le donne colpite da endometriosi siamo riusciti ad inserire anche questa patologia nei nuovi Lea, nella lista delle malattie croniche fortemente invalidanti, per cui si riconoscerà alle pazienti il diritto ad usufruire in esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo. Si stimano circa 300.000 esenzioni.
 
Tanti i programmi nazionali ormai noti a voi tutti per la promozione della salute (come ad esempio “Guadagnare salute, rendere facili le scelte salutari”) e le campagne informative per la promozione dei corretti stili di vita. Tra questi il Piano Nazionale Prevenzione 2014-2018, in corso di attuazione attraverso i Piani Regionali di Prevenzione, persegue obiettivi e progettualità utili a favorire la salute in generale e anche quella riproduttiva.
 
Inoltre mi fa piacere sottolineare quanto le nostre politiche siano coerenti con le politiche della Regione Europea dell’Oms.
 
È proprio di metà settembre la Risoluzione, adottata durante la 66ema Sessione del Comitato Regionale Europeo dell’Oms, con cui i Paesi della Regione europea Oms si sono impegnati ad attuare il “Piano d’azione per la salute sessuale e riproduttiva”, che prevede tre traguardi strettamente connessi l’uno all’altro:
 
Traguardo 1: Permettere a tutte le persone di prendere decisioni informate riguardo la loro salute sessuale e riproduttiva e assicurare che i loro diritti umani siano rispettati, protetti e soddisfatti.
Traguardo 2: Assicurarsi che tutte le persone possano godere dello standard più alto raggiungibile di salute sessuale e riproduttiva e di benessere. E tra gli obiettivi di questo traguardo è previsto: Prevenire, diagnosticare e curare l’infertilità.
Traguardo 3: Garantire l’accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva ed eliminare le diseguaglianze.
 
In questa battaglia so di non essere sola. E colgo questa occasione per ringraziare gli esperti e, in particolare, i ginecologi italiani per il loro sostegno, apporto di conoscenze e professionalità messe a disposizione del Paese, ogni giorno e in ogni situazione, anche la più delicata e complessa.
 
Affrontando le politiche sanitarie per il percorso nascita, vorrei ricordare a tutti voi la necessità di garantire qualità e sicurezza delle cure, in questo particolare ambito. Come ben sapete risale ormai al dicembre 2010 l’Accordo Stato Regioni che prevede azioni mirate a tale garanzia.
 
Sappiamo che quell’Accordo stenta ancora ad arrivare alla sua piena attuazione soprattutto per quel che riguarda la chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti l’anno.
 
Le responsabilità dei ritardi sono molteplici, come anche le cause, spesso legate a situazioni locali particolari. Ma sono convinta che la strada intrapresa sia quella giusta per garantire il massimo di sicurezza nelle cure alla nascita.
 
Il Comitato Percorso Nascita nazionale continuerà a monitorare la situazione regione per regione, anche attraverso i flussi informativi nazionali a disposizione, per verificare lo stato dell’arte dell’applicazione dell’Accordo e per far emergere problemi e difficoltà specifiche che ne dovessero ritardare l’attuazione piena, così da mettere in campo tutte le misure necessarie per rimuovere gli ostacoli che dovessimo riscontrare, siano essi di carattere tecnico strutturale o politico burocratico.
 
Detto questo consentitemi di sottolineare come la questione sia strettamente legata più in generale agli assetti di governo della sanità derivanti dalla riforma del Titolo V del 2001. Una riforma che, come sappiamo, al di là delle intenzioni del legislatore, ha causato non solo un contenzioso infinito sulla potestà legislativa tra Governo centrale e Regioni ma soprattutto ha dato luogo a troppe differenze nei livelli di assistenza tra un territorio e l’altro, a danno sia dei cittadini che degli operatori sanitari.
 
Ci auguriamo che la riforma costituzionale in itinere possa ristabilire una giusta distinzione dei ruoli e dei compiti tra Stato e Regioni nella sanità, affidando al primo non solo l’erogazione e la verifica dei Lea ma anche la potestà sulle politiche della salute.
 
Quella che vogliamo è una sanità in grado di fornire standard qualitativi elevati per tutti, indipendentemente dalla regione di residenza.
 
Beatrice Lorenzin
Ministro della Salute 
Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista Gyneco Aogoi in occasione del Congresso nazionale Sigo, Aogoi, Augui del 16/19 ottobre

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